Convocati come persone informate sui fatti, non si sono presentati davanti ai pm della procura di Bergamo. Il motivo? L’Organizzazione Mondiale della sanità ha invocato l’immunità diplomatica per i suoi ricercatori che i magistrati volevano sentire come testimoni. A raccontarlo è una puntata di Report in onda stasera, lunedì 30 novembre: l’Oms, infatti, ha spedito da Copenaghen, sede europea, una nota alla Procura e ai ministri degli Esteri e della Salute, Luigi Di Maio e Roberto Speranza, in cui afferma che i suoi ricercatori non sono tenuti a rispondere alle domande dei magistrati per via del loro speciale status. L’organizzazione ha pure invitato i suoi ricercatori a non presentarsi davanti ai pubblici ministeri, cosa che però alcuni di loro non hanno fatto recandosi in procura e rispondendo pure alle domande dei pm.

“Il nostro interesse è accertare l’esistenza o meno di un piano pandemico e quando sarebbe stato redatto. Questo è importante per le valutazioni che la procura sta facendo nell’ambito dell’indagine sull’ospedale di Alzano e sulla gestione dell’epidemia nella Bergamasca”, spiega il procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani. Che ci tiene a specificare: “Non c’è alcun braccio di ferro o scontro in corso con chicchessia. Non c’è alcuna indagine sull’Oms o sulle strutture tecnico-scientifiche o politiche oppure su politici italiani”. In merito alla immunità diplomatica invocata dall’Oms per i suoi ricercatori, la procura ha inviato una lettera al Ministero degli esteri per avere chiarimenti. In sostanza i magistrati hanno illustrato alla Farnesina la situazione, spiegando la necessità di sentire i testimoni – tra cui Francesco Zambon, alla guida dell’ufficio europeo per i piccoli Stati dell’Oms – la cui audizione, fissata per la scorsa settimana, non si è tenuta. Quindi al ministero è stato chiesto se i funzionari Oms siano o meno coperti da immunità diplomatica oppure se in qualità di testi ritenuti importanti per gli accertamenti, in questo caso sul piano pandemico italiano, sono obbligati a presentarsi.

Gli investigatori hanno deciso di sentire i tecnici dopo che lo scorso maggio sul sito dell’Oms è stato pubblicato un documento dal titolo “Una sfida senza precedenti: la prima risposta dell’Italia al Covid-19”. Un rapporto poi rimosso nel giro di 24 ore. Nella ricerca – recuperata dal comitato Noi Denunceremo, nato per chiedere giustizia per i morti di Covid nella Bergamasca – si sosteneva che “nel 2006, dopo l’epidemia da Sars, il ministero italiano della salute e le Regioni hanno approvato un piano pandemico, riconfermato nel 2017″. Per questo motivo il 5 novembre scorso era stato sentito come persona informata sui fatti Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Oms e membro del Cts, a cui avrebbe dovuto fare seguito la deposizione dei ricercatori. L’obiettivo dei pm è capire se sia esistito o meno un piano pandemico aggiornato, un tassello fondamentale che ha effetti sui comportamenti tenuti dai medici e dagli operatori sanitari in provincia di Bergamo nell’affrontare, durante la prima ondata dell’epidemia, l’emergenza Covid.

Proprio al piano pandemico e al rapporto pubblicato sul sito dell’Oms solo per 24 ore, è dedicata la puntata di Report. La redazione del programma Rai fa sapere che “rivelerà una serie di e-mail riservate ricevute tramite un leak. Si tratta di comunicazioni interne dell’Oms riguardanti la gestione di una bomba mediatica, il rapporto ‘An unprecedented challenge – Italy’s first response to Covid-19″. Secondo Report “il motivo della censura è che il rapporto metteva in imbarazzo il governo italiano e il Ministro della Salute Speranza e ancor più il Direttore Aggiunto dell’Oms Ranieri Guerra. Infatti, tra le varie criticità annotate dai ricercatori, si certifica che il piano italiano di prevenzione delle pandemie era vecchissimo, del 2006. E mai aggiornato. Uno dei dirigenti che avrebbe dovuto aggiornarlo era proprio Ranieri Guerra, che tra il 2014 e il 2017 era Dg Prevenzione al Ministero della Sanità. E questi l’11 maggio, poco prima della pubblicazione del rapporto, e a poche ore da una puntata di ‘Report’ che avrebbe denunciato l’arretratezza del piano pandemico, nella sua veste di top official di Oms scriveva a uno degli autori di indicare come data del piano il 2016 invece del 2006. Ma il 2016 è solo la data di aggiornamento della pagina web e non quella del piano”.

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