L’uomo è accusato di aver ucciso la ex moglie Michela Fiori il 23 dicembre del 2018 nel suo appartamento ad Alghero, dove fino a qualche mese prima la coppia, in procinto di separarsi, viveva insieme ai due figli. I giudici hanno riconosciuto anche un risarcimento alle parti civili: la famiglia della vittima e l'associazione Rete delle donne
La Corte d’appello di Sassari ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per Marcello Tilloca, l’uomo accusato di aver ucciso la ex moglie Michela Fiori il 23 dicembre del 2018 ad Alghero. Secondo l’accusa, Tilloca ha strangolato a morte la donna nel suo appartamento ad Alghero, dove fino a qualche mese prima la coppia, in procinto di separarsi, viveva insieme ai due figli. Tilloca aveva confessato il femminicidio, ma non si è mai pentito. I giudici hanno riconosciuto un risarcimento alle parti civili: la madre, la nonna, il fratello della vittima e l’associazione Rete delle donne di Alghero. In aula, sono state le attiviste ad accogliere con un applauso la conferma della condanna.
In primo grado l’uomo aveva beneficiato dello sconto di un terzo della pena perché giudicato con il rito abbreviato. Era stato condannato a trent’anni di carcere dal gup del tribunale di Sassari nell’ottobre 2019. Era stata inoltre riconosciuta una provvisionale di 100mila euro ciascuno per le parti civili. Con la condanna l’imputato aveva perso la potestà genitoriale.
Il 23 dicembre del 2018, secondo la ricostruzione dell’accusa, Tilocca ha strangolato con un laccio Michela, dipendente di una cooperativa che gestiva i servizi di assistenza domiciliare per conto dei servizi sociali del comune di Alghero. Dopo l’omicidio, era andato a prendere i figli di 11 e 13 anni, che al momento del delitto non erano in casa ma a giocare a calcio, e li ha accompagnati dalla sorella per poi presentarsi dai carabinieri insieme al suo avvocato per costituirsi, dicendo di aver ucciso la moglie nella casa in cui vivevano, in via Vittorio Veneto.