Le richieste avanzate alla fine della sua requisitoria del sostituto procuratore generale Pietro Catalani nel processo di appello bis al Mondo di Mezzo. Si tratta del procedimento scaturito dalla sentenza della Cassazione che nell’ottobre dello scorso anno fece cadere l’accusa di associazione mafiosa. Per venti imputati la Suprema corte aveva ordinato un Appello bis che ricalcolasse la pena
Undici anni e un mese per Massimo Carminati, dodici anni, otto mesi e venti giorni per Salvatore Buzzi. Sono queste le richieste avanzate alla fine della sua requisitoria del sostituto procuratore generale Pietro Catalani nel processo di appello bis al Mondo di Mezzo. Si tratta del procedimento scaturito dalla sentenza della Cassazione che nell’ottobre dello scorso anno fece cadere l’accusa di associazione mafiosa. Per venti imputati la Suprema corte aveva ordinato un processo d’Appello bis che ricalcolasse la pena. Tredici imputati hanno ottenuto di concordare la pena. Tra loro l’ex consigliere regionale Luca Gramazio per una pena definitiva a 5 anni e 7 mesi. Sette anni per Riccardo Brugia, sei anni per Fabrizio Franco Testa.
Altri sette, tra cui Carminati e Buzzi ritenuti dagli inquirenti a capo della organizzazione, hanno seguito il rito ordinario. Il pg ha chiesto 3 anni e un mese per Agostino Gaglianone, 3 anni e due mesi e 20 giorni per Claudio Bolla, 2 anni e un mese per Pier Paolo Pedetti e 2 anni e tre mesi per Angelo Scozzafava. Chiesta, infine, l’assoluzione per Antonio Esposito. Carminati e Buzzi erano entrambi presenti in aula. Dal giugno scorso sono tornati liberi per scadenza dei termini di custodia cautelare.: hanno passato in carcere quattro anni e mezzo.
Nel primo processo di appello, nel settembre del 2018, l’ex Nar era stato condannato a 14 anni e mezzo e il ras delle cooperative romane a 18 anni e 4 mesi col riconoscimento per entrambi dell’aggravante di mafia. Le richieste delle procura generale arrivano a pochi giorni dalla confisca definitiva dei patrimoni che erano nella disponibilità dei due principali imputati della maxindagine della procura di Roma. Nella disponibilità dello Stato sono passati beni per un valore complessivo di circa 27 milioni di euro. Si tratta di ville, terreni, 13 automezzi e un tesoro di opere d’arte, ben 69, di importanti autori del ‘900, dalla Pop Art al Futurismo, al Surrealismo. Il provvedimento ha riguardato anche i beni nella disponibilità di Riccardo Brugia, secondo gli inquirenti braccio destro di Carminati, e di Roberto Lacopo, Agostino Gaglianone, Fabio Gaudenzi, Cristiano Guarnera e Giovanni De Carlo, tutti arrestati nel dicembre del 2014 nell’ambito della prima operazione dell’inchiesta dei pm di piazzale Clodio.
A Carminati sono state confiscate, tra l’altro, la villa di Sacrofano e opere d’arte per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro. Si tratta di una vera e propria pinacoteca che il “cecato” aveva creato negli anni. Ci sono opere di Guttuso, Mimmo Rotella, queste ultime con un valore stimato fino a 150 mila euro, ma anche pezzi di Giacomo Manzù e Giacomo Balla. Sempre all’ex terrorista nero è stata confiscata una seconda villa a Sacrofano, ora affidata in comodato d’uso gratuito, per vent’anni, all’Asl Roma 4 per la realizzazione di una importante struttura sociosanitaria per aiutare le famiglie di pazienti con autismo. Nei confronti di Buzzi la misura patrimoniale ha ad oggetto due immobili a Roma nonchè le quote e il patrimonio di due società , per un valore stimato di oltre 2,6 milioni di euro.