Saranno 25mila i visoni che verranno abbattuti nell’allevamento di Capralba (Cremona), il più grande d’Italia, dopo che il 29 ottobre sono stati riscontrati tre casi di positività degli animali al coronavirus. La decisione del ministero della Salute arriva dopo che in tutta Europa è scattato l’allarme sul rischio contagio negli allevamenti. Il timore è che, come già avvenuto in Danimarca, il virus possa mutare ancora e rendere inefficaci i vaccini attualmente in sviluppo. Per questo il 23 novembre il ministro Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che prevede la sospensione delle attività negli allevamenti fino a febbraio 2021 e l’abbattimento degli esemplari nel caso in cui si riscontri anche solo un caso positivo.
In un focolaio in Danimarca il Sars-Cov2 passato dall’uomo ai visoni ha subito una mutazione che, a sua volta, è tornata all’uomo. Non c’è ancora alcuna prova che il virus mutante causi sintomi più gravi di Covid-19 o che possa rendere inutili i vaccini, ma le autorità hanno intenzione di non correre alcun rischio per non compromettere la lotta alla pandemia. È per questo che il governo danese ha ordinato l’uccisione di tutti i visoni d’allevamento nel Paese, per un totale di circa 11 milioni di animali infetti su 17 milioni totali.
Nell’allevamento di Capralba, in Lombardia, l’abbattimento sarà effettuato da una ditta esterna che si occuperà anche dell’incenerimento dei corpi dei visoni. In Danimarca, il governo aveva deciso di seppellirli in fretta e a poca profondità nella penisola dello Jutland. Ma ora le carcasse stanno riaffiorando dalle fosse comuni, spinte in alto dai gas di fosforo e azoto sviluppati nel processo di decomposizione, causando una “bomba ambientale” di inquinamento.