Ieri bene, oggi male, domani così così. Sono queste in sintesi la fotografia che si ottiene dai tanti numeri e stime diffuse oggi sull’economia italiana. L’agenzia di rating Standard & Poor’s ci dice che il 2020 dovrebbe chiudersi con un Prodotto interno lordo in discesa dell’8,7%. Male ma non malissimo. L’agenzia ha infatti rivisto leggermente al rialzo la sua stima precedente (- 8,9%) e prevede per il 2021 un rimbalzo del 5,5% a cui seguirà un rialzo del 3,2% 2022. Questi dati sarebbero sostanzialmente in linea con le previsioni del governo che sia attende per quest’anno un tonfo del 9% e su questo numero ha costruito la sua legge di bilancio. Un poco meno ottimista per il 2021 appare l’Ocse che si attende un Pil italiano in flessione del 9,1% e poi in rialzo del 4,3% l’anno prossimo e del 3,2% nel 2022.
Il boom estivo – L’Istat intanto ci conferma che il periodo estivo è stato contrassegnato da un piccolo boom con una crescita economica del 15,9%, leggermente meno di quanto stimato inizialmente. Tra giugno e settembre i consumi sono saliti del 9,2%, la sola spesa delle famiglie è cresciuta del 15% rispetto ai tre mesi precedenti, periodo caratterizzato da un pieno lockdown. Sono aumentati anche le esportazioni (+ 30,7%) e gli investimenti (+ 31%), la componente più volatile del Pil. Le ore lavorate sono balzate del 21% con un picco di + 45,9% nelle costruzioni. Alla luce dell’aggiornamento dei dati sul terzo trimestre l’Istituto di statistica segnala che la variazione del Pil acquisita per il 2020 è di – 8,3%. Questo sarebbe cioè il dato di fine anno se nell’ultimo trimestre dell’anno si registrasse una variazione del Pil pari a zero. Ma non sarà così. Finita l’estate, ripresa la pandemia e le misure di contenimento l’economia è tornata in sofferenza come segnalano tutti i dati giunti sinora. Da ultimo quello sull’indice Pmi manifatturiero diffuso oggi che misura la fiducia dei responsabili degli acquisti delle imprese in Italia. A novembre l’indice è sceso a 51,5 punti dai 53,8 di ottobre, tornando sui livelli di giugno 2020.
Le nuove previsioni dell’Ocse – L’Ocse, che oggi a Parigi ha presentato le sue nuove previsioni economiche, fornisce ulteriori indicazioni su quelli che saranno i prossimi due anni dell”Italia. Il tasso di disoccupazione, scrive, crescerà dal 9,4% del 2020 all’11% del 2021 e “resterà elevato”, al 10,9%, nel 2022. “Le restrizioni (legate al coronavirus,ndr.) e l’incertezza pesano sull’attività, sebbene il sostegno del governo abbia mitigato gli effetti su imprese e famiglie”: si legge nella nota sull’Italia. La legge di bilancio del governo “prevede una crescita più rapida, più verde, digitalizzata e più inclusiva. Lo stimolo deve essere accompagnato da continue riforme strutturali e dalla loro effettiva attuazione“. A questo proposito l’Ocse cita la semplificazione del regime normativo, la riduzione dei ritardi nel sistema giudiziario e anche la formazione dei lavoratori.
Per l’intera area euro l’Ocse prevede un Pil in calo del 7,5% nel 2020, un recupero del 3,6% del 2021, e del 3,3% nel 2022. La Germania riuscirà a contenere a – 5,5% la flessione del 2021, la Francia accuserà un – 9.1% così come l’Italia mentre per la Gran Bretagna si prospetta un tonfo dell’11,2%. “Per la prima volta dall’inizio della pandemia siamo fiduciosi“, “abbiamo speranza”: ha affermato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. Le ultime notizie sui vaccini, ha proseguito, “hanno suscitato ottimismo e dissipato le nebbie dell’incertezza. C’è speranza ma non ne siamo ancora usciti”. Quindi l’appello a proseguire le misure “che hanno funzionato” in questi ultimi mesi. “La pandemia è un problema planetario e la cooperazione internazionale è oggi più necessaria che mai”, ha dichiarato Gurria. La capoeconomista dell’Ocse, Laurence Boone, ha detto che “la prospettiva dell’arrivo di un vaccino e una migliore gestione della pandemia all’orizzonte dell’economia mondiale si sta schiarendo, ma la situazione resta precaria, in particolare, per le persone poco qualificate e per le piccole imprese in difficoltà”