Calcio

Via all’iter per intitolare a Maradona il San Paolo. Da Menti a Franchi: ecco chi sono gli altri sportivi e presidenti ricordati nelle città

Mai un impianto italiano era stato legato a una personalità straniera. Nel panorama calcistico sono annoverati invece decine di nomi di santi, soldati, ex giocatori e presidenti. Molto celebrato il Grande Torino, a Empoli lo stadio è dedicato a Carlo Castellani, calciatore toscano morto nel campo di concentramento di Mauthausen

Da San Paolo a Diego Armando Maradona. Dopo gli annunci dei giorni scorsi è arrivato anche il primo via libera ufficiale per il cambio di denominazione dello stadio di Napoli. Nella mattinata di lunedì 30 novembre, infatti, si è riunita la commissione Toponomastica del Comune partenopeo – presieduta da Laura Bismuto – con la partecipazione degli assessori Alessandra Clemente (Toponomastica) e Ciro Borriello (Sport), che ha approvato all’unanimità il documento per l’avvio dell’iter burocratico-amministrativo. Ogni ulteriore aggiunta al nuovo nome (“popolare” o “comunale”) è stata bocciata.

“Napoli – si legge nella nota indirizzata al sindaco Luigi de Magistris dalla commissione – è stata una città fortunata, perché negli anni Ottanta ha avuto la gioia e l’onore di ospitare un grande campione e un uomo che ha saputo incarnare il suo popolo. Diego Armando Maradona ha rappresentato per Napoli il simbolo della speranza. Ha riscattato una intera comunità, restituendo orgoglio e dignità a tutte le sue fasce sociali. Oggi, con la sua morte, la città a gran voce, in un coro unanime, ha chiesto di lasciare vivo il ricordo del suo uomo, genio e sregolatezza proprio come Napoli, intitolando a lui il suo tempio, lo stadio oggi San Paolo. È un atto dovuto, sentito, una proposta che come commissione abbiamo inteso far nostra per rappresentare al Sindaco e all’Amministrazione comunale la volontà della città tutta”.

Alla richiesta formale della commissione Toponomastica seguirà adesso l’approvazione anche nella commissione tecnica Toponomastica, presieduta dal sindaco e della quale fanno parte diversi esperti, che si riunirà entro pochi giorni, come ha annunciato lo stesso De Magistris all’emittente radiofonica Radio Marte: “La procedura sarà più rapida possibile. C’era già una riunione della commissione Toponomastica, venerdì ho convocato quella del Comune”. L’ultimo tassello sarà poi la deroga del prefetto di Napoli Marco Valentini, necessaria per l’intitolazione di un luogo pubblico a una persona deceduta da meno di dieci anni. Una procedura già avvenuta in passato per Pino Daniele e Nelson Mandela.

Il tutto dovrebbe concludersi eccezionalmente entro un paio di settimane. Tradotto: Napoli-Sampdoria del prossimo 13 dicembre potrebbe già giocarsi presso lo stadio Diego Armando Maradona. Una tempistica confermata dallo stesso primo cittadino napoletano: “Ritengo che già dalla prossima partita in casa potrà essere ufficializzato il nome. Ci saranno una serie di momenti poi che saranno delineati, come una targa formale e una cerimonia. Ora però non si può pensare alla partecipazione popolare, l’urgenza riguarda solo intitolare lo stadio”.

La proposta di intitolare l’impianto sportivo al Pibe de Oro è stata lanciata subito dopo la notizia della sua morte, lo scorso 25 novembre. L’iniziativa ha visto in prima fila il sindaco De Magistris e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e potrebbe non essere l’unica. Nei giorni scorsi infatti l’assessora Clemente aveva avanzata l’idea di un monumento del campione argentino da posizionare a Fuorigrotta. Durante la commissione Toponomastica invece altre proposte sono arrivate dai vari consiglieri. Ad esempio la riqualificazione dei campetti di calcio nelle periferie cittadine o intitolare all’argentino il largo con il suo murales in via Emanuele De Deo.

Dedicare lo stadio di Napoli a Diego Armando Maradona racchiude in sé una prima volta. Mai un impianto italiano era stato legato a una personalità straniera. Nel nostro panorama calcistico, infatti, si possono annoverare nomi di santi, soldati o ex giocatori. Il Grande Torino è la squadra più omaggiata. Esistono tre Romeo Menti (Vicenza, Castellammare di Stabia e Montichiari), due Mario Rigamonti (Brescia e Agropoli), Bacigalupo (Savona), Martelli (Mantova), Ossola (Varese). Oltre allo stadio Grande Torino, dimora dei granata. Un’onda celebrativa che però non vede comparire il nome più famoso, quello di Valentino Mazzola.

L’unico stadio che ha il nome di un giocatore deceduto proprio sul terreno di gioco è il Renato Curi di Perugia, in ricordo del centrocampista perugino spentosi il 30 ottobre 1977 durante il match con la Juventus. Meno conosciuti invece sono Pierluigi Penzo (Venezia), eroe dell’aviazione precipitato nel ’28 dopo aver anche partecipato alla spedizione per recuperare Umberto Nobile nell’Artico, e Marcantonio Bentegodi (Verona), ex dirigente sportivo veronese del XIX secolo. Molti stadi sono intitolati a calciatori o atleti morti in guerra. È il caso di Luigi Ferraris e del canottiere Giuseppe Sinigaglia. Entrambi caduti durante la Grande Guerra, al primo è stato intitolato lo stadio di Genova, al secondo quello di Como. Carlo Castellani – calciatore toscano morto nel campo di concentramento di Mauthausen – invece è ricordato a Empoli.

Sono parecchi gli stadi intitolati a non calciatori. A Tortona c’è il Fausto Coppi, a Modena Alberto Braglia, ginnasta oro olimpico a Londra e Stoccolma, a Terni il Libero Liberati. Tra i dirigenti e i presidenti, l’ex presidente della Figc e della Uefa Artemio Franchi ha dato il nome agli stadi di Firenze e Siena. Bologna, Pisa e Palermo hanno intitolati i loro impianti ai patron più importanti della loro storia: Dall’Ara, Anconetani e Barbera. A Catania, Angelo Massimino ha invece cancellato uno dei nomi più celebri e iconici del nostro calcio, il Cibali.

Twitter: @giacomocorsetti