Non c’è tregua nello scontro a distanza tra la ministra dei Trasporti Paola De Micheli e la collega dell’Istruzione Lucia Azzolina. Dopo l’apparente intesa sul coinvolgimento dei prefetti per la risoluzione del rientro a scuola, oggi del dicastero delle Infrastrutture è partita una missiva diretta al premier Giuseppe Conte con una riformulazione della norma partorita in viale Trastevere.
La ministra del Partito Democratico non ci sta a far passare come panacea l’idea che la convocazione dei tavoli con le aziende dei trasporti locali, gli uffici scolastici, i presidi e gli enti locali possa risolvere il nodo dei trasporti e degli scaglionamenti degli ingressi.
Secondo gli uffici del Mit il testo trasmesso dalla Azzolina a Conte pecca di un difetto: attribuisce ai prefetti potere decisionale sul piano dei trasporti locali ma non sulla questione degli ingressi che resterebbe nelle mani dei dirigenti scolastici.
Un nodo non di poco conto. D’altro canto già in passato la ministra Azzolina di fronte alla proposta del presidente Anci Antonio De Caro di intervenire sul sistema scolastico aveva voltato le spalle. Il primo cittadino di Bari aveva spiegato: “Noi sindaci riteniamo indispensabile una disposizione urgente e nazionale che disciplini gli orari di ingresso e di uscita degli studenti delle scuole superiori. È passato il tempo delle conferenze di servizi”.
Da allora nulla è cambiato. Ad avere piena autonomia sugli orari della campanella sono i capi d’istituto. Un errore per il Mit, che chiede al presidente del Consiglio di attribuire pieni poteri sul trasporto e sugli scaglionamenti ad un’unica figura, qualsiasi essa sia.
In passato la ministra De Micheli aveva proposto che fossero i presidenti di Regione ad assumersi questo compito convocando un tavolo di coordinamento regionale cui partecipano i responsabili della protezione civile regionale, il Prefetto della città capoluogo di Regione, i Presidenti delle Province o un loro rappresentante, i sindaci delle città capoluogo di provincia e il rappresentante regionale dell’Anci, il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, un rappresentante del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e i responsabili delle aziende di trasporto pubblico locale.
Oggi, visto che il ministero dell’Interno e dell’Istruzione hanno raggiunto un’intesa affinché siano i rappresentanti degli uffici periferici del governo a convocare il tavolo, la titolare del Mit chiede che nel prossimo Dpcm sia ben definito il potere dei prefetti anche per quanto riguarda gli scaglionamenti.
A loro spetterebbe disciplinare gli orari di ingresso ed uscita degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, assicurandone la differenziazione e l’individuazione di ulteriori misure organizzative di flessibilità dell’attività didattica.
Un ruolo prefettizio non solo di regista ma di decisore che il testo firmato Azzolina–Lamorgese, non prevede. Ora la palla passa a palazzo Chigi che nelle prossime ore dovrà definire il nuovo Dpcm.