In questi ultimi giorni è ventilata l’ipotesi di rendere obbligatorio il vaccino contro il Covid. Alcuni hanno congetturato che l’imposizione possa essere indiretta: ad esempio il vaccino sarebbe richiesto per poter lavorare come medici, albergatori o ristoratori. Ritengo che, al momento, l’ipotesi sia sbagliata e spiego perché.
La libertà individuale deve essere a tutti i costi tutelata. La sbornia di decreti di emergenza, con limitazioni alle persone e alle loro libertà, a mio avviso, non può indurre chi governa a continuare su questa strada, scegliendo per gli altri. Anche se in coscienza si ritiene che quell’opzione sia la migliore, è giusto permettere a tutti di sbagliare. Io certamente vorrò fare il vaccino ma non vorrei obbligare nessuno a farlo.
Qualcuno si appellerà al fatto che ci sono già vaccini obbligatori. Metterne uno in più parrebbe semplice. In realtà quelli obbligatori hanno caratteristiche ben chiare. Si tratta di vaccini rivolti a malattie estremamente studiate, di cui si conoscono i vari aspetti clinici.
I vaccini sono da gran tempo utilizzati, con pochissimi effetti collaterali e rivolti a una popolazione infantile che non ha la possibilità di fare una scelta autonoma. I genitori possono attuare l’opzione di non vaccinare i propri figli, assumendosi però delle conseguenze sul piano dell’inserimento degli stessi negli ambienti comunitari, dove potrebbero causare danni a soggetti più fragili.
Visti i problemi di logistica e organizzativi, probabilmente per tutto il 2021 il numero dei vaccini disponibili e praticabili sarà inferiore alle richieste, quindi non credo che si ponga il problema. Anzi, proporre il vaccino come obbligatorio sarebbe un controsenso: in termini di immagine e di appetibilità potrebbe addirittura divenire un boomerang.
Tutti noi saremo nei prossimi mesi interessati a cercarlo per sentirci tranquilli, ma potremmo averne paura se ce lo imponessero. Pensate se qualcuno vi volesse obbligare a bere una bibita: che danno di immagine avrebbe questa bevanda! Una volta vaccinati tutti coloro che lo richiedono si porrà il problema ma, a quel punto, speriamo di conoscere meglio la malattia e di avere qualche strumento terapeutico in più, come i famosi anticorpi monoclonali. La necessità di richiedere il vaccino per categorie a contatto col pubblico diminuirebbe notevolmente, nel momento in cui fossero già vaccinate le persone più fragili e gli ospedali non risultassero sotto pressione.
Assistiamo in questo momento, attoniti, al trionfo, almeno apparente, della dittatura cinese contro il virus e dentro di noi serpeggia una domanda ancestrale che i nostri antenati hanno vissuto sulla loro pelle: per sopravvivere si può o si deve rinunciare alla libertà?
Nel libro Totem e tabù Sigmund Freud descrive una ipotetica orda primaria che delega a dei sovrani (i Re o i Capi) tutti i poteri e le decisioni più controverse. In questo modo, se qualcosa andrà storto o gli eventi saranno sfavorevoli, su di loro verrà riversata l’ostilità inconscia dell’individuo. Delegare a un capo tutto il potere, in un momento di difficoltà come l’attuale, parrebbe tranquillizzante, ci toglierebbe da molte angosce e potremmo accusare lui, se le cose peggiorassero.
Nei confronti del virus, i regimi dittatoriali hanno avuto una capacità decisionale e una rapidità d’azione che le democrazie non potranno mai avere. Nelle democrazie, inoltre, dopo un lungo travaglio, necessario a prendere ogni decisione, emergono inevitabilmente voci di dissenso, in una direzione o in un’altra. Ad esempio, rispetto al vaccino, nelle democrazie si fronteggiano già coloro che lo vorrebbero obbligatorio e manderebbero l’esercito a prelevare i riottosi e coloro che lo aborrono, ritenendo che sia uno strumento per distruggere o asservire i popoli.
Ritengo che l’indipendenza e l’autonomia siano costose, in termini di angosce emotive, qualunque sia la scelta. Può darsi che la libertà individuale debba, come nel caso della pandemia, essere ristretta. Occorre però che queste regole siano limitate e restino in vigore solo il tempo strettamente necessario ad evitare rischi per le persone più fragili. Soprattutto non si può decidere, anche a maggioranza, di limitare la libertà degli altri a tempo indefinito e su elementi fondamentali come la salute.