A fine ottobre aveva dichiarato che Macron aveva “problemi mentali”, denunciando l’islamofobia dell‘Occidente e invitando a boicottare i prodotti francesi. E a più di un mese di distanza, Recep Tayyip Erdogan torna ad attaccare frontalmente il presidente francese, diventato suo obiettivo privilegiato. “Macron è un problema per la Francia – ha detto all’uscita della preghiera islamica del venerdì da Santa Sofia a Istanbul, che dopo 86 anni con lui è tornata ad essere una moschea -. Con lui, la Francia sta attraversando un periodo molto, molto rischioso. Spero che se ne liberi il più presto possibile“. Parole durissime che arrivano a una settimana dal Consiglio europeo che dovrà decidere su eventuali sanzioni alla Turchia, e alle quali il capo dell’Eliseo replica a stretto giro: “Non rispondo ad hominem. Credo nel rispetto. Penso che le nostre società siano sempre più violente anche perché i leader usano forme di violenza. L’invettiva non è un buon metodo”.

Dopo le accuse delle settimane scorse, deflagrate con le frasi pronunciate da Macron durante la solenne cerimonia in onore di Samuel Paty, Erdogan riaccende la miccia dello scontro proprio mentre sembrava voler aprire un varco alla diplomazia. Al vertice Ue la Turchia arriva infatti dopo aver richiamato in porto la nave da ricerca sismica Oruc Reis dalla zona più contesa del Mediterraneo orientale con la Grecia, al largo dell’isola di Kastellorizo. Ma quello che la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva definito un “buon segnale” rischia di restare sepolto sotto i nuovi attacchi al leader dell’Eliseo. Finché ci sarà lui, ha detto Erdogan, “non riusciranno a liberarsi dei gilet gialli“, che potrebbero anche “trasformarsi in gilet rossi”.

Le nuove tensioni tra Ankara e Parigi si concentrano sulla crisi del Nagorno-Karabakh. “La Francia ha perso la possibilità di mediare. Il presidente azero Ilham Aliev ha dato un consiglio: se ama tanto gli armeni, dia loro Marsiglia. Io dico lo stesso”, ha affermato Erdogan, che in contemporanea con il summit Ue sarà a Baku per la parata della vittoria dell’Azerbaigian.

Da Bruxelles arrivano intanto nuovi avvertimenti. “Penso che il gioco del gatto col topo debba finire. Sono naturalmente a favore del dialogo” ma “siamo pronti a usare ogni mezzo a nostra disposizione”, ha spiegato il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. Una altolà arriva anche dalla Germania, secondo cui Erdogan ha “bisogno di capire che c’è una linea che non possiamo lasciar superare”. E per la Turchia non c’è solo il rischio di misure europee. La nuova legge sul budget alla difesa del Congresso Usa prevede sanzioni anche contro Ankara per l’acquisto dei missili russi S-400. Una stretta che Erdogan potrebbe aggirare ancora una volta grazie al veto già minacciato da Donald Trump, ma che dopo il passaggio di consegne a Joe Biden rischia di diventare inevitabile.

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