Un contributo del 2% per i patrimoni dai 50 milioni in su e uno del 3% da chi ha più di un miliardo. Beppe Grillo dal suo blog rilancia la proposta avanzata dieci giorni fa da ilfattoquotidiano.it: chiedere ai poco meno di 3mila italiani che rientrano nella categoria dei super ricchi un contributo una tantum per il 2021 (da replicare se necessario nel 2022) con cui finanziare nuovi interventi di aiuto per l’ampia platea dei non garantiti, dai lavoratori precari agli autonomi, che hanno pagato il prezzo più alto alla pandemia. No quindi, ribadisce Grillo, al Mes “inadatto e inutile” o alla patrimoniale “ombra nefasta”, sì invece a un contributo che arrivi dai super ricchi in un momento di così grande difficoltà per l’Italia. Per le casse dello Stato, scrive il comico, “significherebbe un’entrata garantita di almeno 10 miliardi di euro per il primo anno, e di ulteriori 10 se la misura venisse confermata anche per il 2022″, come ha calcolato ilfattoquotidiano.it ipotizzando anche come potrebbero essere spesi quei soldi per dare una mano alle categorie più danneggiate dalla crisi Covid. “In un momento devastante e di grande difficoltà come questo nessuno può tirarsi indietro e, proprio come una famiglia in difficoltà, l’Italia ha bisogno di dire ai suoi concittadini più abbienti che il Paese ha bisogno di loro“. Nei giorni scorsi il Movimento 5 stelle, e in particolare Luigi Di Maio, ha ribadito più volte che “mai sosterrà una patrimoniale”, ma la proposta di Grillo è diversa e da molti viene letta come un “richiamo ai suoi per parlare dei temi”. Il primo a intervenire è stato il senatore Nicola Morra: “Grillo torna in campo, il M5s faccia il M5s”, ha detto. A lui si sono associati i senatori Gianluca Ferrara, Gabriele Lanzi e Alberto Airola. E il deputato Francesco Silevstri.

Grillo: “Mes strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile”
Nel suo post, il cofondatore del Movimento 5 Stelle parte dal dibattito sul Mes, definito “uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato” come ha spiegato “il nostro presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che “disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere””. Ma va bocciata, per Grillo, anche la proposta di patrimoniale sulle ricchezze nette superiori a 500mila euro presentata da Leu e Pd, che definisce “ombra nefasta” rallegrandosi per la bocciatura in commissione Bilancio della Camera (poi però l’emendamento alla manovra è stato riammesso e ora risulta tra quelli segnalati dai gruppi parlamentari).

Grillo rilancia due proposte: Imu e Ici alla Chiesa e contributo ai super ricchi
Archiviate quelle proposte, Grillo si inserisce nel dibattito su “come reperire altri fondi per dar ossigeno alla sanità e alle imprese italiane” e ne mette sul piatto altre due che ritiene “assolutamente praticabili, sacrosante e soprattutto non vincolanti (che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l’Italia) che porterebbero un sacco di miliardi nelle casse dello Stato in poco tempo, semmai ce ne fosse bisogno”. Innanzitutto “far pagare l’Imu e l’Ici non versata sui beni immobili alla Chiesa“. Poi, appunto, chiedere un contributo ai 2.774 cittadini che secondo l’ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse hanno un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro. “Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori”.

“Secondo la prestigiosa rivista Forbes, che tutti gli anni si preoccupa di stilare le sue consuete classifiche dei paperoni in giro per il mondo, in Italia ci sono altre 40 persone miliardarie o multimiliardarie”, ricorda Grillo. “Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario?”. Si tratterebbe “di ragionare come ragiona una qualsiasi famiglia in difficoltà economica che, prima di rivolgersi alle banche o (peggio) agli strozzini, decide di andare a bussare alla porta di un parente alla lontana che se la passa decisamente meglio”, argomenta Grillo. “Quello che per una famiglia è tanto (una somma di denaro per uscire dalle difficoltà) per il ricco parente è niente o molto poco“.

L’altro fronte riguarda Imu e Ici non versate dalla Chiesa. “Nel novembre del 2018, una sentenza della Corte di giustizia europea ha stabilito che lo Stato italiano deve riscuotere l’Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 in virtù di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare”, ricorda il fondatore del M5S. Grillo ricorda che il Vaticano è proprietario di “strutture” che “portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all’anno dall’Imu non pagata”. “La questione può essere così riassunta – si legge nel post – è giusto che i beni immobili della Chiesa, presenti sul territorio nazionale, siano sottoposti alla stessa tassazione a cui sono sottoposti anche tutti gli altri immobili di proprietà di privati cittadini? Aldilà di come uno la possa pensare, anche alla luce della recente sentenza Ue, la riposta è chiara. Sì. Al momento della sentenza della Corte di giustizia però, era in carica il governo Conte I che, si dice, non fece nulla perché la Lega (con la sua ostentazione di crocefissi e rosari) non intendeva mettersi ”contro” la Chiesa. Come se chiedere il pagamento di tasse dovute fosse un atto vessatorio“, ricorda.

“Il perché quella proposta sia rimasta sepolta nei cassetti di Palazzo Madama resta incerto, forse, come qualcuno sostiene, i tentennamenti del Pd che su questo tema (come per l’eutanasia) sembra dominato in modo inquietante dalla componente cattolica hanno svolto un ruolo decisivo”, argomenta il fondatore del M5S.
Sta di fatto che ad un anno di distanza e col mondo totalmente stravolto dal Covid, quei soldi tornerebbero utili per un sacco di altri interventi più urgenti e non più prorogabili. Per quanto ancora il Ministero dell’economia può continuare ad infischiarsene della sentenza dell’Unione Europea?”, conclude Grillo.

Morra: “E’ sceso in campo Grillo. No Mes, meglio la patrimoniale per i super ricchi”
La proposta di Grillo è destinata a far discutere. E pure dentro il Movimento 5 stelle che dall’inizio si è schierato contro la proposta di patrimoniale di Leu. Il primo a esporsi in sostegno del garante M5s è stato il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra. Che è partito dall’attacco al Mes ed è arrivato al sostegno del contributo per i super ricchi. “Imu sul patrimonio ‘commerciale’ della Chiesa e “patrimoniale per i super ricchi, che in Italia sono 2.774. Io credo che già queste due proposte facciano capire come si possa recuperare qualche risorsa senza far riferimento a uno strumento”, il Mes, “che comunque produrrebbe debito pubblico, quel debito che dovrebbero pagare tutti, sia quelli che hanno un patrimonio da 50 milioni di euro a salire sia quelli che hanno un patrimonio di 50 euro, talvolta nemmeno quelli. Io personalmente preferisco che a pagare un pochino in più siano quelli che hanno di più”. Morra ha avanzato anche un’altra proposta, che ieri gli è stata avanzata da Gino Strada. “Allontanando la sanità privata dalla sanità pubblica, ovvero rinegoziando il rapporto, si può risparmiare l’equivalente del Mes”, dunque 36-37 miliardi. Ma anche se fossero la metà, potremmo averne enormi vantaggi in ordine di risparmio”. Morra ha quindi parlato di cosa può fare il Movimento 5 stelle in Parlamento nei prossimi giorni: “Io sono convinto che in Aula il 9 dicembre il Movimento saprà fare il Movimento, anche grazie a questo intervento di Beppe” Grillo. “Sapete tutti che in questi giorni, venendo anche dileggiati da tanti opinionisti e giornalisti, alcuni eletti del M5s hanno preso pubblicamente posizione affinché Il Movimento facesse e faccia il M5s, soprattutto in Aula al Senato il 9 dicembre. Se il Movimento vuol essere Movimento deve riproporre sempre l’adesione ai suo valori formativi, e noi siamo nati anche per cambiare quelle regole che hanno reso l’Europa una camicia di forza per il popolo ancor prima che una comunità”. Quindi ha chiuso: “Oggi è sceso in campo un ragioniere che io stimo molto, il ragionier Grillo. L’Elevato interviene di rado, ma quando interviene la tocca pianissimo…”.

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