La procura della Repubblica di Bolzano ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale nei confronti di Alex Schwazer, l’ex campione olimpico di marcia ai Giochi di Pechino nel 2006, indagato per frode sportiva. Schwazer è sotto inchiesta per la presunta positività al doping emersa da un controllo effettuato il 1 gennaio 2016, per il quale è stato squalificato fino al 2024 e ha saltato le Olimpiadi di Rio.
Schwazer si è sempre dichiarato innocente e ha parlato di una sorta di piano ordito contro di lui con tanto di analisi manipolate. Il riferimento al “complotto” poggia sui valori anomali valori del Dna contenuto nella provetta. Dimostrare con certezza che la provetta sia stata manomessa è piuttosto complicato, tuttavia durante gli accertamenti sono emerse lacune nella catena di custodia e atteggiamenti “contraddittori” da parte di Wada e Iaaf. Dopo la richiesta della procura di Bolzano ora toccherà al giudice per le indagini preliminare Walter Pelino valutare se andare in giudizio o meno.
A 36 anni Schwazer è tornato ad allenarsi con la speranza di poter disputare le Olimpiadi di Tokyo, rinviante nel 2021. Attualmente l’atleta altoatesino sta scontando la squalifica inflitta dal Tas di Losanna, ma non esclude di poter presentare ricorso all’Alta Corte Federale del Tribunale Svizzero, l’unica sede dinnanzi alla quale può essere impugnato un arbitrato contro il Tas. Di pari passo andrà avanti l’iter giudiziario ordinario, che oggi ha visto lo staff legale di Schwazer ottenere un punto a suo favore con la richiesta di archiviazione da parte della stessa procura.
Dopo aver ammesso la prima positività in occasione dei Giochi di Londra del 2012, Schwazer non ha mai accettato la seconda positività riscontrata nel gennaio del 2016. “Non voglio chiudere la carriera da squalificato. Se ci penso, mi fa male. E quindi c’è la voglia di correre ancora, magari una sola gara. Poi posso pure smettere”, aveva dichiarato il marciatore azzurro in una intervista alla Gazzetta dello Sport.