Luca Procaccini e Saverio Macrì in una nota hanno comunicato la decisione di lasciare, legata a un servizio andato in onda nella serata del 4 dicembre su rete4 in cui si menziona un "pranzo misterioso". Il nuovo avvocato Luigi Liguori ha precisato: "Di quel pranzo non ho alcun riscontro. La ragazza si è presentata da me spontaneamente"
Gli avvocati che finora hanno assistito la ragazza 18enne nel caso contro l’imprenditore Alberto Genovese, accusato di averla stordita con la droga e stuprata, lasciano il loro incarico. Lo comunicano i legali Luca Procaccini e Saverio Macrì in una nota in cui spiegano che la decisione è legata a un servizio andato in onda nella serata del 4 dicembre a Quarto Grado. Anche il pool di psicologi, legato allo stesso studio legale, che aveva iniziato con la ragazza un percorso riabilitativo ha deciso di interrompere le sedute.
“Le notizie riportate ieri sera nell’ambito della trasmissione televisiva Quarto Grado – scrive l’avvocato Procaccini – che riportano di contatti intervenuti sabato scorso tra l’assistita e persone dell’entourage di Genovese, vere o false che siano, e che vanno lette unitamente a una serie di circostanze, hanno fatto assumere a me e al collega Macrì la determinazione di non volere più far parte della difesa della giovane e ai medici che hanno finora seguito la ragazza di non voler più occuparsi del caso”.
Nel servizio si menzionava un “pranzo misterioso”, che risale al sabato 28 novembre, in un ristorante milanese tra la giovane e un suo amico fidato e tre persone dell’entourage di Genovese, violando le norme anti Covid. Al termine del pranzo, dopo un colloquio in un altro luogo, la ragazza si è recata nello studio dell’avvocato Luigi Liguori per farsi assistere da lui. Liguori che è cresciuto professionalmente al fianco di Giannino Guiso, lo storico difensore di Bettino Craxi.
La ragazza “si è rivolta a me spontaneamente lunedì scorso, chiedendomi di assisterla nella vicenda in cui è vittima”, ha poi precisato il nuovo legale della 18enne. Liguori ha tenuto a sottolineare che “non c’è alcun collegamento tra il mandato che ho ricevuto dalla giovane con un pranzo ‘misterioso’ che, come è stato mandato in onda in tv, sarebbe avvenuto a Milano una settimana fa e al quale la mia assistita avrebbe partecipato al fine di incontrarsi, secondo la ricostruzione giornalistica, con persone dell’entourage di Genovese”. “Di quel pranzo, per altro proibito per via delle regole anti Covid – ha concluso il legale – non ho alcun riscontro. Ribadisco che la ragazza si è presentata da me spontaneamente, libera da qualsiasi condizionamento”.