Quasi tutti hanno potuto osservare la pianura padana attorno a Milano dall’alto, di notte, prima dell’atterraggio o subito dopo il decollo: milioni di luci disseminate, strisce luminose, che seguono e coprono alla vista centinaia di milioni di metri cubi di asfalto e di cemento. E’ la grande metropoli, la città infinita e continua che si estende ormai incontrollata ben oltre la cerchia delle tangenziali, spandendosi come una macchia bituminosa, incurante dell’antica separazione tra città e campagna, tra urbano e rurale.
Una macchia grigia che in pochissimi anni si è mangiata biodiversità, agricoltura e bellezza, inquinando quasi completamente il paesaggio della vasta città metropolitana, che fino a pochi decenni fa era composto di borghi distinti uno dall’altro, di cascine e di canali. Oggi quei borghi, quei paesi, quelle cittadine di provincia, spesso si sono saldati uno all’altro, piano regolatore dopo piano regolatore, strada dopo strada, capannone dopo capannone. E quei canali, quelle rogge, quei navigli che hanno reso, nel corso di un millennio, questa terra lombarda una delle più fertili e produttive d’Europa, sono stati vissuti come un intralcio da rimuovere, da tombinare, da coprire, da bypassare per permettere allo sviluppo di fare il suo corso.
Oggi celebriamo la giornata del suolo, ma per farlo davvero, dovremmo fermare subito e ovunque ogni consumo e spreco di questa risorsa, che non è infinità e che impiega secoli per diventare fertile. Terra che vale molto di più di quella macchia bituminosa che ha trasformato una cosa viva e bella, in un monotono susseguirsi di capannoni, centri commerciali, svincoli e raccordi, sostituendo le lucciole di campagna e i campanili in lontananza nella nebbia, con le luci intermittenti di palmette artificiali, con le insegne sgargianti di outlet e cittadelle del consumo.
Fermare il consumo di suolo è possibile. Con una legge!
Lo diciamo da anni. Lo abbiamo detto lanciando campagne nazionali. Nel 2009 e nel 2011, a Cassinetta di Lugagnano, nella mezza luna fertile che abbraccia la città di Milano, alla fondazione del movimento Stop al Consumo di Territorio e del Forum Salviamo il Paesaggio, oltre ai comitati, ai sindaci dei Comuni Virtuosi, alle associazioni ambientaliste, c’erano anche molti politici dei partiti che oggi si ritrovano al governo del Paese.
Ma della legge che salva il suolo nessuna traccia. Audizioni in parlamento ne abbiamo fatte tante. Ma di fatti ne abbiamo visti pochi. Anzi, nessuno.