Politica

In un periodo di crisi c’è solo una certezza: nessuno pensa a noi giovani

di Paolo Di Falco e Marta De Vivo

L’Italia non si trova certo in una situazione facile: i contagi fortunatamente stanno iniziando a scendere, ma non dimentichiamoci delle attuali condizioni della sanità italiana che cambia in base alla regione in cui abitiamo. Una sanità messa a dura prova durante la pandemia, una sanità che chiede aiuto e attenzione allo stato, una sanità su cui pesano tutti i tagli di questi ultimi anni. Dall’altro lato c’è la scuola: solo ultimamente si sta iniziando a investire qualcosa, ma i problemi di fondo restano e questa pandemia non ha fatto altro che renderli più evidenti.

In questo scenario di crisi in cui non è stato ancora definito un piano per accedere al Next Generation Ue (non Recovery fund, come si ostina qualcuno a chiamarlo) non si sanno né la quantità né i tempi di erogazione dei sussidi per chi è stato costretto a chiudere la sua attività. Nella legge di bilancio (attualmente in discussione in Parlamento) è prevista una spesa di oltre 6 miliardi di euro per acquisire nuovi sistemi d’armamento: cacciabombardieri, fregate e cacciatorpedinieri, carri armati e blindo, missili e sommergibili. Una cifra complessiva che è in forte aumento rispetto agli ultimi anni e che secondo noi sarebbe ben più appropriato destinare a qualcos’altro.

Allo stato attuale nessuno parla di giovani, di disoccupazione giovanile o di fuga di cervelli. Peccato che a pagare il conto più salato saremo proprio noi, sulle cui spalle grava un enorme debito pubblico. Noi giovani sottopagati in Italia che a malincuore decidiamo di andare all’estero già formati, per mettere a frutto tutte le nostre conoscenze. Perché non investire i sei miliardi nella scuola, nella sanità e nella ricerca?

Pensiamoci un po’: 6 miliardi investiti in armi anziché in posti letto aggiuntivi, 6 miliardi consegnati in mano alle lobby degli armamenti anziché utilizzati per ristrutturare i nostri edifici scolastici, 6 miliardi utilizzati per finanziare la nostra potenza bellica anziché finanziare la ricerca. Vi rendete conto del paradosso? L’Italia è in ginocchio a causa della pandemia e invece che investire in noi giovani, il futuro di questo Paese, preferiamo investire in armi.

Ci rendiamo ridicoli davanti al mondo per svariati motivi: viviamo in un paese dove la mediocrità dei politici è a livelli mai visti prima, manca poco per arrivare a toccare la punta dell’iceberg. Senza fare nomi ci limiteremo a dire che alcuni dei nostri politici passano dal parlare di questioni di grande importanza e spessore a pubblicizzare la loro visita ad un centro per l’addestramento di cani per ciechi. Tutto ciò naturalmente non poteva che avvenire durante una discussione sulla tv pubblica, discussione che tra l’altro doveva originariamente essere dedicata alla “ripresa dell’Italia”.

Notiamo con stupore il continuo battibecco tra gli altissimi signori che gestiscono i dossier di primaria importanza per il nostro Paese: ma cosa ci aspettavamo? Questa classe dirigente è già tanto se sia riuscita a portare a termine quel poco che è riuscita a fare: totalmente priva di visione, incapace di svolgere qualsiasi tipo di azione volta a migliorare le cose. Noi giovani non veniamo mai presi in considerazione; al di là della soap opera degna di premio di questi giorni, in linea generale è da moltissimi anni che la nostra generazione è in fondo alla lista delle priorità: siamo il paese che poltrisce sul divano e che poi si aspetta il colpo di magia.

Abbiamo già discusso su questo blog della totale mancanza di attenzione e del grandissimo menefreghismo che contraddistingue questi altissimi signori che non si degnano di fare qualcosa per le nuove generazioni, oggi aggiungiamo una nota: non solo non fanno nulla, ma fanno anche finta di fare qualcosa e poi sbandierano risultati che non esistono. Forse l’unica soluzione è un ricambio generazionale della classe dirigente e forse solo così il nostro Paese si rialzerà in piedi.

Riteniamo che non sia neanche più un discorso di “cosa fare” ma che ormai sia diventato un discorso sul “chi cambiare” dato che questi politici dormienti non hanno la benché minima idea delle riforme di cui questo paese necessita e tantomeno di come fare per creare lavoro, migliorare l’offerta formativa e invogliare i ragazzi a darsi da fare. Infatti riteniamo che i risultati raggiunti non esistano perché i signori in questione non hanno mai fatto niente per noi da quando sono al governo e pertanto auspichiamo una grande svolta e un cambio di marcia.

Al timone sogniamo giovani che tutti i giorni si svegliano con un sogno e con un obiettivo, a differenza di questi altissimi che, come unica priorità, hanno quella di mantenersi saldamente attaccati alla loro poltrona.