I leader di maggioranza e opposizione hanno detto di essere pronti a fare il vaccino anti Covid, quando sarà disponibile in Italia. Dopo che gli ex presidenti Usa Clinton, Obama e Bush si sono offerti di farsi vaccinare in televisione, oggi a rispondere pubblicamente sul tema sono stati i principali esponenti dei partiti politici in Italia. Durante il dibattito per “Live in Courmayeur” su SkyTg24 tutti hanno risposto affermativamente alla domanda: da Vito Crimi (M5s) ad Antonio Tajani (Fi), Matteo Renzi (Iv) e Giorgia Meloni (FdI). Poi il segretario Pd Nicola Zingaretti, che ha avuto il Covid-19 e dunque ha ancora l’immunizzazione (ma invita a vaccinarsi). E naturalmente Matteo Salvini (Lega), che non si dice contrario a prescindere ma prima vuole garanzie sull’efficacia.
“Sarebbe bello che tutti i leader politici italiani dimostrassero che è finito il tempo dei no Vax“, ha detto Renzi. Mentre secondo Zingaretti è necessario fare una “grande campagna di sensibilizzazione” per il vaccino. Il leader del Carroccio ha detto che farà il vaccino “se è assolutamente sicuro sì. A nome di 60 milioni di italiani pretendo la totale sicurezza, perché di chiacchiere ne abbiamo sentite abbastanza. Preferisco avere certezze che sia la via d’uscita da questo disastro. L’importante è avere la libertà”. Infine Meloni ha dichiarato: “Io li ho sempre fatti, quindi quando sarà disponibile il vaccino farò quello che dirà il mio medico di base. Lo farò quando me lo dirà il mio medico, rispettando le priorità. Non sono il politico che dice, fatemi il vaccino…”.
Sempre intervistato da SkyTg24, il ministro della Salute Roberto Speranza ha quindi ribadito che “sui vaccini ci saranno tutte le garanzie“. “Dobbiamo avere la certezza di un processo che si completa in tutte le sue fasi. Quando l’Agenzia europea del farmaco arriverà a dire che il vaccino è sicuro potremo essere certi che il vaccino è sicuro”, ha detto ancora. “Precipitare i tempi e tagliare le tappe sarebbe stato un errore, invece i tempi sono stati veloci e tutti i processi si svolgono nella piena linearità e in integrale sicurezza”. Intanto proprio oggi è stato annunciato che la maxi-campagna di somministrazione dei vaccini partirà dalla base aeronautica di Pratica di Mare, alle porte di Roma: milioni di dosi del vaccino anti-Covid depositate negli hangar e da qui camion della Difesa ed elicotteri pronti le trasportaranno in tutto il Paese. Per la maxi-campagna di somministrazione è stato scelto un luogo che – nelle parole dello stesso Commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri – deve avere “un livello di sicurezza massima e ad alta sorveglianza”.
Secondo un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum\Youtrend per SkyTg24, in caso venisse sviluppato un vaccino con tutte le garanzie, sceglierebbe di farlo, ‘con certezza’, il 63,2% degli italiani, mentre il 19,2% ‘ci dovrebbe’ pensare e un 15,9% è certo della volontà di non vaccinarsi (non sa o non risponde l’1,8%). Sono favorevoli al vaccino il 67,2% degli uomini del campione e il 59,6% delle donne. Per quanto riguarda le fasce di età si vaccinerebbe il 74,9% delle persone tra i 18 e i 34 anni, il 53,5% di quelli nella fascia 35-54 anni e il 63,3% degli ultra 55enni. Sono contrari a sottoporsi al vaccino il 12% degli uomini e il 19,3% delle donne. Per quanto riguarda le fasce di età sono contrari il 6,8% degli intervistati tra i 18 e i 34 anni, il 23,7% delle persone nel range 35-54 anni e il 15,4% delle persone con più di 55 anni.
Il sondaggio ha poi misurato la fiducia degli intervistati in vaccini prodotti e sviluppati in diversi Paesi. In una scala di fiducia che va da uno a dieci, un vaccino europeo raggiunge il punteggio 7.3, uno prodotto in Usa 6.6. Arriva a 5.5 invece per un vaccino russo e 5.2 per un vaccino cinese. Il vaccino però non è visto come la soluzione a tutti i problemi legati alla pandemia: risolverebbe completamente l’emergenza solo per il 16.2% del campione, mentre per il 75.9% risolverebbe molti problemi ma non porrebbe fine all’emergenza. Per il 4.3% il vaccino non avrebbe alcun effetto sull’emergenza. Non sa o non risponde il 3.6% del campione.