"Ci contestano di avere troppa forze e di essere troppo influenti. Sono in tanti, anche la politica. Il conflitto tra politici e scienziati è comprensibile: la politica fa la politica e gli scienziati dettano le regole della scienza" dice il medico
“Ci contestano di avere troppa forze e di essere troppo influenti. Sono in tanti, anche la politica. Il conflitto tra politici e scienziati è comprensibile: la politica fa la politica e gli scienziati dettano le regole della scienza. Alla politica fa comodo che un metro sia 70 centimetri. Le indicazioni sui trasporti hanno dato grossi problemi alle grandi compagnie, ad esempio, perché abbiamo fornito regole sul distanziamento”. Il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, a Mezz’ora in Più, spiega come quelle decisioni siano state molto difficili anche per le conseguenze economiche. Il riferimento è anche alle discussioni dell’estate scorsa e delle trattative con le Regioni sulla capienza dei mezzi pubblici. Proprio autobus e metropolitane, alla ripresa delle scuole e del graduale rientro negli uffici, sono stati considerati i luoghi più a rischio di trasmissione del contagio.
Miozzo ragiona anche su quelli che sono stati i primi mesi dell’emergenza e le decisioni che sono state prese in momenti diversi: “Gli epidemiologici, per fortuna, non dettano le regole. Danno indicazioni. Per loro saremmo dovuti restare dentro una campana di vetro fino al vaccino. Il lockdown a marzo era inevitabile, visto che ci siamo trovati di fronte ad una situazione nuova. Sono stati mesi durissimi, di sacrifici imposti. Siamo stati travolti da uno tsunami. Un altro lockdown sarebbe stato impossibile ora, abbiamo capito le caratteristiche con le quali si può convivere. Dovevamo conciliare le indicazioni della scienza con l’economia e la vita del paese”.
Il medico, che è stato a un passo da diventare commissario alla sanità per la Calabria, ha confermato di aver chiesto uno staff di 25 persone e poteri in deroga per portare avanti un lavoro complicato. Sul comitato tecnico scientifico dice non si può migliorare. Miozzo si dice “fiducioso” che il piano vaccinale – 15 mesi fino al marzo del 2022 – sarà realizzato. Su una possibile introduzione dell’obbligo vaccinale ricorda che prevede una norma di legge primaria. “È un percorso che va fatto attraverso il Parlamento. Se dovesse esserci l’obbligo potrebbe esserci per categorie ad alto rischio come i sanitari. Per gli altri, come un semplice pensionato, vale più il convincimento che l’obbligo. Personalmente per le vaccinazioni sono per un’idea un po’ più rigida”. Sulle misure restrittive previste per il Natale: “Ci apprestiamo ad entrare in una fase in cui “avremo il raddoppio della criticità, nei Pronto Soccorso arriveranno coloro che avranno l’influenza stagionale e coloro che avranno il Covid vero e proprio. Avremmo potuto imporre un lockdown assoluto, ma non possiamo permettercelo. Immaginiamo misure restrittive ma compatibili con la vita del Paese”.
Alla domanda se il Cts percepisce come una sfiducia il medico ha risposto: “Se sento una sfiducia da parte della popolazione per le misure imposte per il Natale? Sì e mi dispiace, più in generale troviamo difficoltà a comunicare con l’opinione pubblica. Difficoltà gravi, enormi. In questo momento storico tante cose vengono strumentalizzate, la comunicazione la fanno ed è in mano agli influencer, ai social media“. Miozzo ha aggiunto che proprio gli influencer sono però in grado di raggiungere milioni di giovani e le persone che possono più facilmente trasmettere il virus con comportamenti non corretti.