Da nord a sud, da est a ovest, l’Italia si tinge di rosso, questa volta per i colpi del maltempo e gli allerta meteo. Quella tra sabato e domenica è stata una notte particolarmente difficile per la Penisola. Da oltre 48 ore i vigili del fuoco sono impegnati nel Centro-Nord in interventi di soccorso dovuti al maltempo che sta colpendo Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Toscana. Oltre a Campania e Sicilia. E anche lunedì è prevista allerta rossa su parti del Veneto, Friuli, Emilia Romagna e provincia di Bolzano, con spostamento della perturbazione verso il meridione.
ALLERTA ROSSA IN VENETO, 280 INTERVENTI A BELLUNO – “A causa del rischio di frane e valanghe provocato dal maltempo di queste ore invito tutti i cittadini ad evitare di dirigersi verso il bellunese”, è l’eloquente appello lanciato dal presidente del Veneto, Luca Zaia. Gli interventi dei vigili del fuoco in Veneto sono stati oltre 600 da venerdì scorso, a fronte di oltre 1000 chiamate ai centralini del 115. Particolarmente colpita, appunto, la provincia di Belluno dove sono stati 280 gli interventi portati a termine dal Corpo Nazionale principalmente per prosciugamenti e rimozione di ostacoli e piante. A Comelico Superiore, Cortina d’Ampezzo e Santo Stefano di Cadore sono state rimosse numerose piante e ostacoli che ostruivano strade di collegamento.
A Cherz di Arabba per il danno ad un cavo di un elettrodotto squadre dei Vigili del fuoco hanno operato insieme al personale di Terna per la messa in sicurezza dell’area. Bloccata per una frana la Strada Provinciale 251 che porta a Zoldo nel tratto tra Mezzo Canale e Pontesei. Nella notte è stata evacuata al Alpago una residenza per anziani minacciata da un allagamento. In supporto al dispositivo di soccorso regionale sono state inviate attrezzature per il pompaggio dell’acqua dal Piemonte e dalla Lombardia. Le operazioni di soccorso sono ancora in atto.
Nel Bellunese il Meschio è esondato a Cordignano creando numerosi allagamenti. Il rischio valanghe resta alto. In località Rent a Gosaldo, sabato sera un ponte è crollato e il camion dei vigili del fuoco è precipitato nel torrente. I tre volontari a bordo sono riusciti a mettersi in salvo accorgendosi poco prima che il terreno stava cominciando a cedere.
“La notte è stata particolarmente complessa, tra dissesti e frane che si sono verificati in provincia di Belluno, nell’Agordino, in Alpago nel Feltrino – ha spiega l’Assessore regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin – Ci sono stati vari allagamenti, il Meschio è esondato a Cordignano allagando vari quartieri. La situazione più delicata è nel comune di Alpago, dove stiamo procedendo all’ evacuazione con autoambulanze di 76 ospiti non autosufficienti di una casa di riposo: vengono dirottati sull’altra casa di riposo di Ponte nelle Alpi e, in misura inferiore, in quella di Pieve di Cadore”.
“VENTI GIORNI PER RIPRISTINARE LA VIABILITÀ”- La situazione della viabilità nell’area è estremamente pesante, anche per le nevicate sopra i 1500 metri (1,2 metri di neve caduti in poche ore). Al lavoro per ripristinare la situazione ci sono 95 operatori di Veneto Strade coinvolti direttamente, oltre ai dipendenti di 15 ditte esterne per un totale di 200 persone che da venerdì sera sono sulle strade. “Purtroppo per ripristinare completamente la circolazione ci vorranno una ventina di giorni – spiega il direttore generale di Veneto Strade Stefano Vernizzi – fermo restando le condizioni meteo che non sono buone per il momento. Bisognerà mettere in sicurezza il versante di frana. Per i residenti ci sono comunque strade alternative”.
IL MOSE E IL BACINO DI LAMINAZIONE DI VICENZA IN AZIONE – Ancora acqua alta a Venezia, nella notte poco prima dell’una sono stati registrati 130 centimetri e lo stesso livello è previsto per domenica pomeriggio intorno alle 15, con forti venti di scirocco, ma grazie al Mose il centro storico è rimasto all’asciutto: le 78 paratoie alle tre bocche di porto della laguna rimarranno sollevate fino a domenica pomeriggio, con il sistema che per la prima volta è in funzione da quasi 40 ore ininterrotte.
A Caldogno l’apertura, per la prima volta dalla sua realizzazione, del bacino di laminazione ha scongiurato un nuovo rischio alluvione per la città di Vicenza, com’era avvenuto invece nel 2010. Si tratta di una delle più grandi opere idrauliche realizzate in Italia, completata nel 2016 e sinora non era stata utilizzata. Sabato sera il Bacchiglione, che attraversa il centro della città del Palladio, aveva superato il livello di guardia. Nella nella notte i tecnici hanno proceduto con l’apertura del bacino che ha poi favorito un graduale abbassamento del livello del Bacchiglione.
Il Presidente del Veneto ha avviato l’iter per la dichiarazione dello stato di emergenza. In attesa della firma, il decreto resterà “aperto” al fine di consentire agli enti locali di effettuare il censimento dei danni a opere pubbliche, infrastrutture, privati, aziende e siti produttivi e comunicarne gli esiti ai competenti uffici regionali. Lo stato di crisi, al momento, riguarda comuni delle zone dell’Alto Vicentino, della Pedemontana trevigiana e il territorio della Provincia di Belluno.
INTERROTTA LA LINEA BRENNERO E CHIUSA AUTOSTRADA DA VIPITENO AL PASSO – Poco più a ovest, è critica la situazione nella provincia di Bolzano, con rischio valanghe forte e molto forte sulle Dolomiti di Sesto, mentre sulle sulle Prealpi Lombarde, le le Venete e le Giulie, il rischio è tra moderato e alto. Numerose località in Alto Adige attualmente risultano isolate a causa della chiusura di strade. Non sono raggiungibili il Brennero, la val Ridanna e Racines, Luson e Funes. Sono bloccate la val Sarentino a Ponticino, Maso Corto in val Senales, la val Martello da Ganda, come anche Solda, Trafoi, Riva di Tures, Acereto, Casere e Predoi.
Da sabato sera si registrano inoltre interruzioni sulla linea ferroviaria Brennero-Bolzano. In particolare, il traffico ferroviario è sospeso nelle tratte Bronzolo-Brennero e Bolzano-Ponte Adige per frane in prossimità della sede ferroviaria. L’offerta ferroviaria sulla linea Bolzano-Merano è garantita nella sola tratta Merano-Ponte Adige. Chiusa, poi, l’Autostrada del Brennero in direzione nord tra Vipiteno e il confine di Stato su indicazione della Commissione Valanghe.
In tutto l’Alto Adige, circa 10mila utenze sono prive di corrente a causa dell’emergenza. Secondo i bollettini, nel corso delle ore notturne le precipitazioni tenderanno ad attenuarsi e per la giornata di lunedì 7 dicembre sono previste condizioni di tempo perturbato, ma senza le criticità delle ultime ore.
VALSUGANA (TN) TRA FANGO, DETRITI E STRADE CHIUSE – In Trentino invece si registrano smottamenti e diverse strade bloccate. Fiumi e torrenti sono sorvegliati speciali. A Levico, in via precauzionale, sono stati chiusi i ponti, mentre lungo la strada provinciale 133 del Menador, che collega Caldonazzo e Levico con Monte Rovere, si è verificato uno smottamento che ha bloccato la circolazione: oltre ad essersi riversata sull’asfalto un’ampia colata di fango e detriti, è finita in strada anche una pianta.
Una frana è stata registrata anche lungo la provinciale 65, tra Telve e Torcegno, in Valsugana, dove l’innalzamento del livello del Brenta sta destando preoccupazioni: come testimonia anche dal sindaco di Borgo Valsugana, nella notte si sono concluse le operazioni di chiusura “del ponte all’altezza bar Cusso e predisposte le barriere presso il ponte tra via Roma e viale città di Prato”, spiega il primo cittadino. “A Olle, invece, è stato chiuso un tratto di Via Volpi. Pertanto domani la viabilità ordinaria risulterà in parte modificata. Prego prestare la massima attenzione e evitare di avvicinarsi a luoghi pericolosi. Grazie ai Vigili del Fuoco, bacini montani e protezione civile”.
A MODENA ESONDA IL PANARO, SOCCORSI DALLA TOSCANA- Più a sud, da domenica mattina squadre in assetto alluvionale sono rimaste impegnate a Modena, tra le zone di Gaggio e Nonantola, per l’evacuazione di persone rimaste bloccate dall’acqua nelle proprie abitazioni dopo la rottura degli argini del fiume Panaro. Una sessantina le famiglie portate in salvo. Sul posto, in rinforzo al locale personale, è stato disposto dal Centro Operativo Nazionale l’invio di sezioni operative dal Piemonte e dalla Toscana. Sono le 28 unità inviate dai comandi di Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Pisa, Massa Carrara e Livorno. Oltre al personale dei sommozzatori e dei soccorritori acquatici, presente anche personale TAS (Topografia Applicata al Soccorso) e N.B.C.R. (Nucleare Biologico Chimico Radiologico).
Notte di lavoro, poi, per i Vigili del fuoco anche nel Bolognese, in particolare sull’Appennino dove tra sabato e domenica pioggia e vento forti hanno provocato diversi allagamenti e la caduta di alberi anche sulle strade. Diverse le chiamate di soccorso arrivate alla centrale operativa del 115. A Lizzano in Belvedere, in via del Molinetto, una frana ha ostruito un fosso e l’acqua è tracimata. Allagamenti anche a San Benedetto Val di Sambro: i Vigili del fuoco sono intervenuti in via Cedrecchia con motopompe per aspirare l’acqua. Alberi caduti a Granaglione e a Castiglione dei Pepoli. Al momento non risulterebbero persone ferite.
La protezione civile dell’Emilia-Romagna ha emanato un’allerta rossa valida per 36 ore per la piena dei fiumi Secchia e Panaro, in lento transito sul territorio dopo aver registrato i livelli massimi mai raggiunti negli ultimi anni. Rimane chiusa anche per la notte tra domenica 6 e lunedì 7 dicembre la via Emilia, tra la località Fossalta (via Caduti sul lavoro) e il ponte di Sant’Ambrogio. Allerta arancione, poi, nella zona di pianura più a valle, nel Ferrarese, verso il mare, per il transito della piena del Panaro (che è un affluente del Po) e del Reno.
ARNO SOTTO I LVELLI DI GUARDIA; SORVEGLIATO SPECIALE – In Toscana i fiumi in piena sono restati nell’alveo e stanno sfogando la loro portata verso il mare senza particolari problemi dopo la giornata di allerta arancione di sabato. L’Arno nella notte è tornato a Firenze sotto il primo livello di guardia, che è fissato a 3 metri alla stazione degli Uffizi, limite che aveva superato nel pomeriggio. Nella provincia di Pisa si tiene d’occhio l’Arno che, pur gonfiato dalle abbondanti piogge delle ultime ore, non ha ancora raggiunto livelli di particolare preoccupazione. Tra gli affluenti, anche la Sieve, che raccoglie le acque dell’Appennino nel Mugello, è sotto il primo livello di guardia.
In Lazio la Protezione Civile di Roma Capitale ha disposto la chiusura degli accessi alle banchine del Tevere, sulla base dell’informativa del Centro Funzionale Regionale, emessa alle 4:05 del 6 dicembre in base alla quale “si prevede che dal pomeriggio/sera di domenica 6 dicembre 2020 i livelli idrici del Tevere potranno interessare parzialmente le banchine del tratto urbano nelle zone più depresse. La quota iniziale di allagamento delle banchine del tratto urbano presso la stazione idrometrica di Ripetta è stata individuata a m. 7,00″.
Allerta anche a Fiumicino. “Le piogge di questi giorni hanno alimentato oltremisura il Tevere e l’Arrone che, a Maccarese, ha superato la soglia idrometrica”, ha dichiarato il sindaco Esterino Montino, raccomandando “di rimanere lontani da entrambi i fiumi, in particolar modo dalle banchine del Tevere e dall’argine dell’Arrone e di prestare la massima attenzione fino a che la situazione non sarà rientrata”.
ALLERTA ARANCIONE IN CAMPANIA – Più giù nel golfo di Napoli i collegamenti marittimi vanno a singhiozzo, mentre sull’intera Campania è in vigore l’allerta meteo di livello arancione. Il forte vento e il mare agitato stanno causando la cancellazione di diverse corse tra i porti della terraferma di Napoli, Pozzuoli e Sorrento e le isole Capri, Ischia e Procida. Cancellate per avverse condizioni meteomarine le corse veloci degli aliscafi, così come quelle di alcuni traghetti. L’allerta meteo arancione emanata dalla Protezione civile della Regione Campania è in vigore per tutta la giornata di domenica sull’intero territorio regionale, ad esclusione della zona 4 corrispondente all’Alta Irpinia e al Sannio. Sono previsti temporali anche di forte intensità, venti forti meridionali con raffiche e mare agitato.
A Salerno, Pellezzano, Scala e Sapri, è stata disposta la chiusura del cimitero, mentre a Sarno il sindaco Giuseppe Canfora ha invitato la cittadinanza ad evitare l’uso dei sottopassi che risultano allagati. Il sindaco di Pellezzano, Francesco Morra, invece, sul suo profilo Facebook, ha avvisato che la strada statale 88 nei pressi del confine con il Comune di Pellezzano, all’altezza delle Fonderie Pisano è bloccata a causa della caduta di un albero, che impedisce di proseguire lungo questo percorso. Allagamenti e disagi a Mercato San Severino, Scafati e a Pagani.
MESSINA SOTTO ACQUA E VENTO, FRANE NEL PALERMITANO – Non va meglio in Sicilia. Allagamenti nel Messinese dove piove intensamente e spira vento di ponente con raffiche intorno ai 25 nodi. Frane, acqua e smottamenti hanno costretto all’evacuazione alcuni abitanti, in particolare a Terme Vigliatore, dove un fiume di acqua fango e detriti ha inondato strade, garage e abitazioni. All’opera i mezzi dei vigili del fuoco e della protezione civile. Un’altra squadra di pompieri sta arrivando da Palermo, diretta a Terme Vigliatore ma anche a Furnari. Duecentocinquanta millimetri di pioggia sono caduti a Novara di Sicilia, 170 millimetri a Tripi. Nella frazione San Basilio, a Novara di Sicilia, alcune famiglie sono state evacuate, altre sono isolate.
Due frane si sono poi verificate nel Palermitano, sulle statali Palermo-Sciacca e Termini Imerese-Caccamo. La prima ha interessato il tratto nei pressi di Ponte Balletto, tra San Cipirello e Camporeale. Numerosi gli allagamenti a Palermo: a Mondello (nella zona di piazza Valdesi, viale Regina Elena e principe di Scalea), a Partanna Mondello, in via Messina Marine (nei pressi dell’ospedale Buccheri La Ferla).
Nella città dello Stretto l’amministrazione comunale ha disposto la chiusura dei cimiteri e delle ville comunali, dato che anche per domenica c’è un grado di allerta arancione. Rinviata la campagna di screening Covid-19 per gli studenti, prevista per domenica e rimandata a lunedì. Sempre per il maltempo, a Messina, di nuovo chiuso il porto di Tremestieri. Le navi sono dirottate al porto storico e alla rada San Francesco, di conseguenza i tir attraversano il centro città.