Continua lo scontro tra il governo e la Regione Abruzzo, che da oggi di fatto si è autoproclamata zona arancione. Il presidente Marco Marsilio ha firmato domenica una nuova ordinanza che prevede il cambio di colore e la fine delle restrizioni più dure, nonostante il parere contrario del governo, secondo cui avrebbe dovuto aspettare mercoledì 9 dicembre per ufficializzare lo stop alla zona rossa. Oggi il governatore conferma la sua decisione: “L’Abruzzo è in zona arancione e l’ordinanza è già vigente“. Come annunciato ieri, il governo ha risposto con una lettera firmata dai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, in cui invitano Marsilio a sospendere l’ordinanza e ricordano “le gravi responsabilità che potrebbero derivare dalle misure da lei introdotte riguardo alla salute dei cittadini”. In mancanza di una retromarcia del governatore, scrivono i due ministri, “ci riserviamo, in mancanza, di intraprendere ogni iniziativa, anche giudiziaria, per garantire l’uniforme applicazione delle misure” e “salvaguardare, in particolare, il bene primario della salute delle persone”. Marsilio però non cede: “Non voglio drammatizzare il conflitto con il governo ma francamente considero eccessivo se non risibile il tono intimidatorio e la minaccia di responsabilità penale rispetto ai contagi che deriverebbero da questo evento”, è la sua replica alla lettera.
L’ordinanza del Molise – “Siamo ancora nel pieno della seconda ondata” e ci aspettano mesi “terribile”, ha ricordato oggi anche Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, spiegando che “non bisogna allentare troppo presto, altrimenti c’è il rischio di un ulteriore aggravamento dell’ondata epidemica”. E c’è anche chi va in controtendenza rispetto all’Abruzzo: nel vicino Molise infatti è pronta una nuova ordinanza con restrizioni su scuola, trasporti e rientri da fuori regione. Il governatore Donato Toma ha parlato di zona gialla ‘rafforzata‘ da domani. Il provvedimento prevede la sospensione dell’attività di didattica in presenza per tutte le scuole medie e superiori. Inoltre, viene introdotto il divieto di utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico per motivi diversi da esigenze di lavoro, salute o di comprovata necessità. Reiterato, anche in considerazione del probabile esodo nel periodo natalizio, l’obbligo di isolamento fiduciario per le persone che dovessero rientrare in Molise senza aver eseguito un tampone con esito negativo. Infine, viene delegato ai sindaci “il compito di individuare le piazze e le strade dei rispettivi territori nelle quali vi possa essere maggiore rischio di assembramento e di adottare, conseguentemente, provvedimenti di chiusura dei suddetti luoghi”.
Cosa cambia per l’Abruzzo? – Si applicano le regole previste per le zone arancioni e quindi i negozi possono riaprire. L’ordinanza firmata da Marsilio, la numero 106, impone l’applicazione “delle misure restrittive di cui all’art. 2 del Dpcm 3 dicembre 2020 su tutto il territorio della Regione Abruzzo con decorrenza immediata e sino a nuova Ordinanza del Ministro della Salute derivante dalle valutazioni della Cabina di Regia Nazionale”. Nel provvedimento si “precisa che gli effetti del provvedimento per la scuola secondaria di primo grado decorrono dal 9 dicembre“. Il completamento del percorso avverrà quindi mercoledì, con la riapertura delle scuole. Marsilio però ha voluto anticipare di due giorni la decisione per “riaprire il commercio prima dell’Immacolata“, come ha detto lui stesso. Due giorni di cautela in più avrebbero evitato però lo scontro con il governo.
La lettera dei due ministri – Le ragioni le spiegano i ministri Boccia e Speranza nella lettera inviata al governatore, in cui ripercorrono le decisioni prese dalla Cabina di regia e le disposizione previste dal Dpcm, motivi per cui la ‘declassificazione’ della regione a zona arancione da parte del governo non potrà avvenire prima di mercoledì 9 dicembre. L’ordinanza regionale firmata da Marsilio viola l’ordinanza del ministro della Salute del 5 dicembre 2020 che ha classificato l’Abruzzo in zona rossa. Nella lettera si ricorda che “l’applicazione delle misure relative ad uno scenario inferiore (zona arancione)” scatta quando viene accertato per 14 giorni “un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive (zona rossa), come verificato dalla Cabina di regia”. Nel caso dell’Abruzzo, la Cabina di regia nel monitoraggio del 20 novembre “denotava criticità compatibili con un possibile aumento della trasmissibilità nel breve termine che potrebbe a sua volta collocare la Regione in uno scenario più elevato“. Con un’ordinanza dello stesso giorno veniva quindi adottata la zona rossa per l’Abruzzo a partire dal successivo 22 novembre.
“Solo in data 27 novembre è stata, per la prima volta – ricordano Boccia e Speranza – accertata una riduzione dello scenario epidemico, poi confermata dal monitoraggio del 4 dicembre quale effetto diretto delle misure restrittive aggiuntive”. Quindi, ad oggi, non si è ancora verificata la “permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive”. “Si evidenzia peraltro – conclude la lettera – che, come riconosciuto nel verbale della Cabina di Regia del 4 dicembre 2020, l’anticipazione delle misure adottate dalla Regione Abruzzo con l’ordinanza 102 del 18 novembre 2020, avrebbe potuto consentire la consumazione dell’intero periodo previsto per la declassificazione di cui alla normativa richiamata, non prima di mercoledì 9 dicembre“.
Le raccomandazioni di Ricciardi – “Siamo ancora nel pieno della seconda ondata di coronavirus, dicembre e gennaio saranno terribili per due motivi: per i problemi nell’accesso ai servizi e per le tante differenze a livello ragionale”, ha spiegato intanto Walter Ricciardi nel suo intervento al quinto ‘Orphan Drug Day-L’impatto della pandemia sui malati rari: destinati a tornare nell’ombra?’ promosso online dall’Osservatorio malattie rare (Omar). “E’ molto importante continuare con il rispetto delle regole, sia a livello individuale che da parte degli organismi istituzionali, perché se si allentano le misure troppo presto non solo non si inverte il trend, ma il rischio è quello di trovarci di fronte a mesi difficilissimi, in cui Covid e influenza correranno insieme”, ha spiegato il consigliere del ministero della Salute. “Non bisogna allentare troppo presto, o dare l’impressione che la zona gialla sia ‘liberi tutti’. Altrimenti – ha sottolineato con forza Ricciardi – c’è il rischio di un ulteriore aggravamento dell’ondata epidemica”.