Non erano cittadini che avevano realmente bisogno di soldi o persone alle quali mancavano 100 euro per fare la spesa o acquistare beni di prima necessità. Piuttosto familiari di elementi di spicco della ‘ndrangheta che conducevano uno stile di vita tutt’altro che indigente. Come il personaggio della mitologia greca il cui supplizio è consistito nell’avere per sempre una fame e una sete impossibili da placare, Tantalo è il nome scelto dai carabinieri per l’operazione nell’ambito della quale 135 persone sono state denunciate alla Procura di Locri per aver percepito illegittimamente i “buoni spesa covid-19”. Tutti, adesso, sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche che, invece, dovevano essere destinati alle famiglie in difficoltà.
Circa un terzo dei denunciati, inoltre, “risulta avere legami di parentela con soggetti appartenenti a ‘ndrine o a famiglie di interesse operativo”. A San Luca ci sono i familiari dei Pelle “Vanchelli”, i Vottari “Frunzu” e gli Strangio “Jancu”. Ad Africo, invece, i parenti dei boss della cosca Morabito-Bruzzaniti-Palamara. Sono loro che, stando agli accertamenti eseguiti dai carabinieri, si sarebbero procurati, senza averne titolo, un ingiusto profitto derivante dalla indebita percezione dei cosiddetti “buoni spesa covid-19”. Si tratta del contributo erogato, durante il primo lockdown, direttamente dai Comuni e che doveva servire per acquistare alimenti, farmaci e altri beni di prima necessità.
Per poter accedere ai buoni, nelle domande presentate alle amministrazioni comunali, gli indagati hanno dichiarato informazioni non corrispondenti al vero. Alcuni hanno attestato falsamente la propria residenza o l’indicazione dei componenti del nucleo familiare. Altri hanno nascosto di ricevere, nello stesso periodo, sussidi sociali come il reddito di cittadinanza, l’indennità di disoccupazione, periodi retribuiti di malattia dei ‘braccianti agricoli’, pensioni di invalidità e l’indennità di maternità. Tutto per non superare la soglia di reddito che avrebbe impedito ai 135 denunciati di ottenere il “buono spesa covid-19” che, nei Comuni della Locri, è stato chiesto da quasi 900 persone.
Incrociano i dati dell’Inps, di alcuni istituti bancari e le informazioni in possesso delle forze di polizia, i carabinieri hanno scoperto che la metà dei 135 indagati risiede a San Luca. Tra chi ha incassato il buono spesa c’è pure un sorvegliato speciale di pubblica sicurezza che già era percettore del reddito di cittadinanza. Ma anche la sorella di un latitante, che mentre percepiva il contributo statale per le famiglie indigenti, ha sottoscritto buoni fruttiferi per il valore di 7mila euro. Complessivamente, secondo i carabinieri, le somme indebitamente percepite hanno comportato un danno erariale pari a oltre 21mila euro.
È molto più alto, invece, il danno erariale (357mila euro) scoperto con l’operazione “Jobless Money 2” nella Piana di Gioia Tauro dove i militari dell’Arma hanno denunciato 50 soggetti ritenuti percettori irregolari del reddito di cittadinanza. Molti di questi sono familiari di elementi di spicco della cosca Bellocco-Pesce di Rosarno, ‘ndranghetisti già condannati per associazione mafiosa e figure apicali del clan. Tra i denunciati ci sono donne che, intenzionalmente, avevano omesso di segnalare agli enti competenti all’erogazione del reddito di cittadinanza ma anche la presenza, all’interno del proprio nucleo familiare, di soggetti detenuti e boss, gravati da misure cautelari personali e condannati per ‘ndrangheta. Il sistema è sempre quello delle false attestazioni riguardo la residenza e l’effettivo reddito familiare. Basta pensare che i carabinieri hanno scoperto casi di familiari conviventi che percepivano distintamente il reddito di cittadinanza. Se non fossero intervenuti gli accertamenti e la richiesta del nulla osta all’interruzione del sussidio formulata alla Procura di Palmi, al danno erariale di 357mila euro si sarebbero dovuti aggiungere altri 127mila euro.
Cronaca
Così parenti e familiari di ‘ndranghetisti ottenevano reddito di cittadinanza e buoni per la spesa Covid
Due operazioni dei carabinieri hanno portato alla denuncia in totale di 185 persone. Tutti, adesso, sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche che, invece, dovevano essere destinati alle famiglie in difficoltà
Non erano cittadini che avevano realmente bisogno di soldi o persone alle quali mancavano 100 euro per fare la spesa o acquistare beni di prima necessità. Piuttosto familiari di elementi di spicco della ‘ndrangheta che conducevano uno stile di vita tutt’altro che indigente. Come il personaggio della mitologia greca il cui supplizio è consistito nell’avere per sempre una fame e una sete impossibili da placare, Tantalo è il nome scelto dai carabinieri per l’operazione nell’ambito della quale 135 persone sono state denunciate alla Procura di Locri per aver percepito illegittimamente i “buoni spesa covid-19”. Tutti, adesso, sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche che, invece, dovevano essere destinati alle famiglie in difficoltà.
Circa un terzo dei denunciati, inoltre, “risulta avere legami di parentela con soggetti appartenenti a ‘ndrine o a famiglie di interesse operativo”. A San Luca ci sono i familiari dei Pelle “Vanchelli”, i Vottari “Frunzu” e gli Strangio “Jancu”. Ad Africo, invece, i parenti dei boss della cosca Morabito-Bruzzaniti-Palamara. Sono loro che, stando agli accertamenti eseguiti dai carabinieri, si sarebbero procurati, senza averne titolo, un ingiusto profitto derivante dalla indebita percezione dei cosiddetti “buoni spesa covid-19”. Si tratta del contributo erogato, durante il primo lockdown, direttamente dai Comuni e che doveva servire per acquistare alimenti, farmaci e altri beni di prima necessità.
Per poter accedere ai buoni, nelle domande presentate alle amministrazioni comunali, gli indagati hanno dichiarato informazioni non corrispondenti al vero. Alcuni hanno attestato falsamente la propria residenza o l’indicazione dei componenti del nucleo familiare. Altri hanno nascosto di ricevere, nello stesso periodo, sussidi sociali come il reddito di cittadinanza, l’indennità di disoccupazione, periodi retribuiti di malattia dei ‘braccianti agricoli’, pensioni di invalidità e l’indennità di maternità. Tutto per non superare la soglia di reddito che avrebbe impedito ai 135 denunciati di ottenere il “buono spesa covid-19” che, nei Comuni della Locri, è stato chiesto da quasi 900 persone.
Incrociano i dati dell’Inps, di alcuni istituti bancari e le informazioni in possesso delle forze di polizia, i carabinieri hanno scoperto che la metà dei 135 indagati risiede a San Luca. Tra chi ha incassato il buono spesa c’è pure un sorvegliato speciale di pubblica sicurezza che già era percettore del reddito di cittadinanza. Ma anche la sorella di un latitante, che mentre percepiva il contributo statale per le famiglie indigenti, ha sottoscritto buoni fruttiferi per il valore di 7mila euro. Complessivamente, secondo i carabinieri, le somme indebitamente percepite hanno comportato un danno erariale pari a oltre 21mila euro.
È molto più alto, invece, il danno erariale (357mila euro) scoperto con l’operazione “Jobless Money 2” nella Piana di Gioia Tauro dove i militari dell’Arma hanno denunciato 50 soggetti ritenuti percettori irregolari del reddito di cittadinanza. Molti di questi sono familiari di elementi di spicco della cosca Bellocco-Pesce di Rosarno, ‘ndranghetisti già condannati per associazione mafiosa e figure apicali del clan. Tra i denunciati ci sono donne che, intenzionalmente, avevano omesso di segnalare agli enti competenti all’erogazione del reddito di cittadinanza ma anche la presenza, all’interno del proprio nucleo familiare, di soggetti detenuti e boss, gravati da misure cautelari personali e condannati per ‘ndrangheta. Il sistema è sempre quello delle false attestazioni riguardo la residenza e l’effettivo reddito familiare. Basta pensare che i carabinieri hanno scoperto casi di familiari conviventi che percepivano distintamente il reddito di cittadinanza. Se non fossero intervenuti gli accertamenti e la richiesta del nulla osta all’interruzione del sussidio formulata alla Procura di Palmi, al danno erariale di 357mila euro si sarebbero dovuti aggiungere altri 127mila euro.
Articolo Precedente
“Vaccino Covid prima ai giovani per raggiungere più velocemente l’immunità di gregge”: a Tv8 parla l’immunologo Clerici
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Lancet: “A Gaza morti sottostimate, sono più di 70mila”. Camera Usa sanziona la Corte de L’Aia per il mandato d’arresto contro Netanyahu
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Ucraina, da Biden gli ultimi 500 milioni in aiuti. Munizioni e missili: segnali d’allarme sulle scorte di Kiev. Fact checking: impantanata? No, Mosca avanza
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Cecilia Sala, l’ipotesi di un tradimento: la giornalista seguita e “venduta” da uomini del regime. I pm valutano anche il reato di tortura
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. Era presente all'incontro il viceministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Edmondo Cirielli. Ne dà notizia il comunicato ufficiale del Quirinale.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - Alla luce dei nuovi emendamenti del Governo sul riassetto della Corte dei Conti, i capigruppo delle opposizioni (Pd, M5S, Avs, Azione, Iv e Più Europa) delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno chiesto ai presidenti Nazario Pagano e Ciro Maschio di approfondire l’esame del provvedimento in commissione e di avviare un ciclo di audizioni per valutarne gli effetti. Gli emendamenti presentati l’8 gennaio –scrivono i capigruppo– “introducono modifiche profonde dell'attuale assetto normativo e organizzativo della Corte dei Conti. L’emendamento 2.06 del Governo, in particolare, incide profondamente sulla sua struttura organizzativa sia a livello centrale che locale, operando delle vere e proprie fusioni degli attuali uffici, che se da un lato potrebbero sembrare condivisibili sotto un profilo astrattamente logico, dall’altro lato andrebbero esaminate in un confronto con esperti e addetti ai lavori per verificare che siano davvero funzionali ad una maggior efficienza dell’attività svolta da questi uffici”.
“È evidente –proseguono gli esponenti delle opposizioni- come modifiche di tale portata non possano essere approvate attraverso un mero emendamento del Governo e sottoposte all’esame del Parlamento al di fuori di una qualunque attività istruttoria così come puntualmente previsto dall’articolo 79 del Regolamento Camera. Occorre infatti ricordare l’importante funzione informativa svolta ad esempio dalle audizioni che consentono di restituire ai parlamentari che esaminano un testo di legge una fotografia efficace di tutti gli interessi in gioco su una specifica tematica in discussione in Parlamento, mettendoli così in grado di compiere scelte più informate e bilanciate".
"Conformemente a quanto previsto anche dall’articolo 79 del Regolamento Camera, appare dunque indispensabile -ribadiscono i capigruppo in commissione- lo svolgimento di un’adeguata attività istruttoria con riferimento agli emendamenti 2.06 e 4.08 del Governo, alla luce del loro impatto sulla struttura organizzativa e quindi conseguentemente sull’efficienza dell’attività svolta dalla Corte dei Conti. Alla luce di quanto premesso, i Gruppi di opposizione chiedono l’assegnazione di un termine per la presentazione dei sub-emendamenti atto a garantire il previo svolgimento di un’adeguata attività conoscitiva e istruttoria, mediante audizioni, sui due nuovi emendamenti presentati dal Governo”.
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - "Sono lietissimo di accoglierla nuovamente al Palazzo del Quirinale: lei ieri ha visto la presidente del Consiglio e anch'io le confermo la determinazione dell'Italia a mantenere pieno, inalterato e costante sostegno all'Ucraina contro l'aggressione della Federazione Russa". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo il Presidente d'Ucraina, Volodymyr Zelenskyy.
"Lo facciamo per l'amicizia che lega Ucraina a Italia -ha aggiunto il Capo dello Stato- per il rispetto delle regole della convivenza internazionale, contro la pretesa di imporre con le armi la volontà ad un altro Paese, ad un altro Stato. Lo facciamo per la sicurezza dell'intera Europa. Quindi lei signor Presidente è il benvenuto in Italia e a Roma".
Tel Aviv, 10 gen. (Adnkronos) - Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha reso noto di aver ordinato alle Idf di presentargli un piano “per la completa sconfitta di Hamas a Gaza”, se non verrà raggiunto un accordo sugli ostaggi prima dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. "Se l'accordo sugli ostaggi non si concretizzerà entro l'insediamento del presidente Trump, ci sarà una sconfitta completa di Hamas a Gaza", ha detto Katz in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio.
"Non dobbiamo lasciarci trascinare in una guerra di logoramento che ci costerà caro e non porterà alla vittoria e alla completa sconfitta strategica di Hamas e alla fine della guerra a Gaza", ha aggiunto il ministro, sottolineando che "la questione del rilascio degli ostaggi è stata la massima priorità dell'apparato di difesa sin dal suo insediamento e che si deve fare tutto il possibile per riportarli a casa".
"Il ministro della Difesa ha sottolineato che non dobbiamo lasciarci trascinare in una guerra di logoramento contro Hamas a Gaza, mentre gli ostaggi rimangono nei tunnel con le loro vite in pericolo e mentre soffrono gravemente", si legge nella dichiarazione.
Mosca, 10 gen. (Adnkronos) - L'esercito ucraino ha colpito un supermercato nel distretto Kievsky di Donetsk, probabilmente utilizzando un lanciarazzi multiplo Himars. Lo ha riferito una fonte dei servizi di sicurezza alla Tass, precisando che "Si ritiene che un sistema Himars sia stato utilizzato per colpire il supermercato Moloko nel distretto di Kievsky. Quattro persone sono rimaste ferite".
Oltre al supermercato, sono state danneggiate le finestre di diversi edifici residenziali, di un grattacielo per uffici, di un istituto nelle vicinanze e almeno dieci auto.
Damasco, 10 gen. (Adnkronos) - Antonio Tajani è arrivato a Damasco nella notte. Lo comunica la Farnesina. Nella capitale siriana, il ministro degli Esteri incontrerà il nuovo leader (Abu Mohammed al-Jawlani), il ministro degli Esteri, società civile, cristiani.
"Il nostro obiettivo è avere una Siria stabile, l'unità territoriale e che tutti siano riconosciuti come cittadini con uguali diritti e doveri - ha dichiarato ieri a Villa Madama il vice premier, a margine della riunione dei ministri degli Esteri del Quintetto sulla Siria - Siamo favorevoli al rientro dei rifugiati dai paesi vicini perché la situazione sia stabile in tutto il Medio Oriente".
Palermo, 10 gen. (Adnkronos) - E' morto nella notte il ragazzo ferito gravemente ieri pomeriggio a Catania a colpi di pistola. Giuseppe Francesco Castiglione, 21 anni, è deceduto per le gravi ferite riportate. Il suo aggressore, 20 anni, si è costituito ieri sera stesso ai carabinieri di Misterbianco. Sarebbe passionale, secondo alcune ipotesi, il movente dell'agguato che ha portato alla morte di Giuseppe Francesco Castiglione che ieri sera ha subito un delicato intervento chirurgico all'ospedale Garibaldi Centro di Catania. Il giovane, incensurato, sarebbe stato raggiunto da cinque colpi di pistola esplosi dal coetaneo poi fuggito a bordo di una moto. Il presunto assassino è stato sentito per tutta la notte negli uffici della Questura.