Beppe Sala ha scelto il giorno di Sant’Ambrogio, patrono della città di Milano, per annunciare la sua ricandidatura a sindaco. Una scelta per niente scontata e a lungo rimandata, che il primo cittadino ha deciso di rivelare con un video pubblicato sui social network poco dopo la tradizionale consegna dell’Ambrogino d’Oro alle personalità che si sono distinte in città nell’ultimo anno. “Alla fine di questa lunga riflessione”, ha detto il primo cittadino, “ho deciso di ricandidarmi alla carica di sindaco di Milano. In più riprese ho sottolineato che volevo essere totalmente sicuro e di avere le energie fisiche e mentali indispensabili per impegnarmi per un altro quinquennio. Ora sento che posso farlo, anzi sento che voglio farlo”. Proprio quest’estate si era a lungo parlato delle effettive intenzioni del primo cittadino di ricandidarsi: come raccontato da Il Fatto quotidiano, Giuseppe Sala non aveva escluso il passo indietro. In un clima di incertezza e nessuna richiesta ufficiale a sinistra, aveva fatto molto discutere la gita a Marina di Bibbona del sindaco per “trascorrere una giornata” con Beppe Grillo: un incontro che gli interessati si erano affrettati a definire “strettamente privato”, ma che aveva dato il via a numerosi retroscena sul futuro del primo cittadino. Oggi il sindaco, a meno di sei mesi dalle amministrative, ha deciso di annunciare la sua corsa.
Tra i primi a congratularsi, il segretario dem Nicola Zingaretti: “E’ una bellissima notizia per Milano. Un grande Sindaco che si rimette al servizio della sua città”, ha scritto su Twitter. Appoggio anche da parte di Italia Viva: “La competenza e l’intelligenza dimostrate in questi cinque anni garantiranno stabilità, qualità e continuità amministrativa per i prossimi”, scrivono in una nota i parlamentari renziani Mor, Noja, Scalfarotto e Comincini. Non fa mancare il supporto nemmeno Leu tramite il senatore Laforgia: “Milano ha bisogno di ripensare sé stessa dopo la pandemia. Penso sia questo innanzitutto il compito di chi, come Sala, si candida a guidare Milano, insieme al meglio delle forze politiche, sociali e culturali della città“. Carlo Calenda, invece, subordina il suo appoggio al perimetro di alleanze che Sala tenterà di mettere in campo: “La ricandidatura di Sala è un’ottima notizia. Azione lo sosterrà convintamente se lascerà fuori dalla coalizione i populisti“.
A pesare sulla scelta dell’inquilino di Palazzo Marino ci sono stati sicuramente gli ultimi mesi di pandemia, molto complessi e dolorosi per la città, e soprattutto la prospettiva di una campagna elettorale che avrà come unico tema proprio la gestione dell’era Covid. Il sindaco nel video dell’annuncio ha detto si essere “fiero di avere potuto guidare Milano in un periodo così particolare, estremamente glorioso per i primi quattro anni e difficilissimo per l’ultimo. E dando per scontato che non tutti saranno d’accordo, sono fiero di quello che ho fatto, ci sono le opinioni e ci sono i fatti: un fatto è che Milano ha vissuto una fase di straordinaria crescita e si è imposta all’attenzione del mondo per la sua attrattività. Un fatto è che questo sviluppo è stato coniugato con un poderoso intervento sul welfare e per noi la crescita è sempre stata associata alla solidarietà”. Proprio lo sviluppo della città, in linea con quanto avvenuto durante l’Expo, e ora che bisogna fare i conti con il post Covid, rimane uno dei principali obiettivi del primo cittadino: “Un fatto è che la città si sta trasformando dal punto di vista urbanistico, ambientale, della mobilità, nella direzione del cambiamento intrapreso dalle grandi città del mondo. Ponendo attenzione ai singoli quartieri, e in particolare a quelli periferici, senza promesse mirabolanti ma con un impegno al miglioramento che non è mai venuto a mancare. Un fatto è che per la prima volta nella sua storia Milano ospiterà le Olimpiadi, e così via. Sempre nel solco di apertura e internazionalità”.
Poi è arrivato il Covid, ha continuata Sala nel video, “che ha messo in discussione molto, non tutto ma molto. Non tutto perché i valori fondanti di questa meravigliosa città dalla cultura universitaria, alla creatività, dall’imprenditoria all’impegno civico della cittadinanza non spariranno anzi costituiranno la miscela per ripartire”. Per il primo cittadino un periodo non semplice, durante il quale è stato a lungo schiacciato dallo scontro tra la Regione Lombardia e il governo centrale. Senza dimenticare l’infelice fase iniziale di quando, con lo slogan “Milano non si ferma”, si fece portavoce di chi non voleva la chiusura della città per i contagi.
Anche per questo probabilmente, Sala ora chiede un cambio di passo e una svolta: “Mi candido a ottenere la vostra fiducia per poter guidare una nuova trasformazione di Milano. Come potete capire dalle mie parole non mi candido quindi per completare il lavoro ma per avviare una nuova fase”. Una nuova fase “che sarà difficile, faticosa, ma anche, e ne sono convinto, riporterà Milano ad essere una città di ispirazione per il nostro Paese per l’Europa e per il mondo. Sono pronto, a voi decidere. Essendo convinto io che, se non sceglierete me, certamente avrete la possibilità di scegliere altri candidati capaci, perché così è sempre stato a Milano. Nel frattempo mi impegnerò al massimo fino all’ultimo giorno del mio mandato. Tanti dicono di amare questa città, io l’ho dimostrato, dedicando una parte significativa della mia vita al bene dei milanesi. Sono più di 10 anni che antepongo tutto ciò alla mia vita privata, e anche questo è un fatto”.