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Stefano D’Orazio, la toccante lettera della “sua” Silvia: “Ciao papà”

Cantante e attrice, Silvia Di Stefano è la figlia di Lena Biolcati, ex compagna di D’Orazio negli anni Ottanta: all’epoca lei era solo una bambina ma nel corso del tempo ha instaurato con lui un fortissimo legame, tanto che D'Orazione non esitava a parlare di lei come di una figlia

di F. Q.

“Ciao Ste’, m’hai sempre fatto dei bei regali per il compleanno, ma a ‘sto giro non l’ho proprio apprezzato. Non voglio discutere, perché a te le discussioni non sono mai piaciute, però te lo volevo dire. Mi sono detta, ‘mo’ torna a casa sicuro domenica, magari viene direttamente a casa mia e mi fa una sorpresa’”. Inizia così la toccante lettera d’addio che Silvia Di Stefano ha scritto sui social per la scomparsa di Stefano D’Orazio, lo storico batterista dei Pooh morto lo scorso 6 novembre a causa del Covid. Cantante e attrice, Silvia è la figlia di Lena Biolcati, ex compagna di D’Orazio negli anni Ottanta: all’epoca lei era solo una bambina ma nel corso del tempo ha instaurato con lui un fortissimo legame, tanto che D’Orazione non esitava a parlare di lei come di una figlia.

Me n’hai fatte tante di sorprese – continua Silvia Di Stefano nella lettera, rivolgendosi al batterista dei Pooh -. 35 anni di sorprese e solo 3 litigi. È una buona media. Uno nel ’98 e ancora oggi non abbiamo capito i perché. Il secondo litigio rimane tra me e te ed è meglio così. Il terzo quando mi presero per “Pinocchio”: “Lassa perde ‘sto monno de artisti, io so’ stato fortunato, ma n’è così pe’ tutti”. Eppure me l’hai insegnato tu, a inseguire i sogni fino all’ultimo, con tutta la passione possibile. Ci sono voluti 5 anni, 5 anni e tanti spettacoli prima di sentirti dire… ‘Hai fatto bene a nun damme retta’. Ora ti chiederai perché sto raccontando i momenti brutti – prosegue -. Quanto ci vuole per raccontare tutto quello che abbiamo vissuto? 35 anni di risate, salti sul materasso, come si apparecchia la tavola, il cavallo di Pantelleria, i video delle vacanze montati in analogico, le correzioni dei copioni, i testi delle canzoni quando non capivi se la melodia di Facchinetti faceva ta-ta o ta-ta-ta… Non ce l’ho ora tutto questo tempo e forse, me lo voglio tenere solo per me”.

Parole toccanti, da cui si evince il profondo legame che li univa: “M’hanno scritto in tanti Ste’, e pian piano rispondo a tutti giuro – scrive ancora -. Rispondo anche a quelli che non conosco. Tutta quella gente che ha cantato e sognato insieme a te. Anche se questo lato della tua vita spesso era un po’ difficile da accettare. Ogni volta che riuscivo a stare con te, c’era sempre anche qualcun altro. Al ristorante, in vacanza, per strada. Una foto, un autografo, un’intervista, un concerto o un passaggio televisivo quando invece dovevamo stare insieme. Sono sempre stata un po’ egoista lo so. Ma tu eri anche questo, non si può scindere l’uomo dall’Artista, sarebbe come rinnegare quello per cui hai vissuto. E tu appartenevi anche a tutti gli altri. È grazie all’Artista che ci siamo incontrati 35 anni fa, ma sono stata più felice di aver vissuto l’uomo. C’ho avuto ‘sto grande privilegio, sì”.

“Di solito, in questi momenti, c’eri sempre tu a dirmi due parole, a spiegarmi le cose con il sorriso: la vita, l’umiltà, la generosità, l’altruismo, ma anche il dolore, la sofferenza e la morte, e me le spiegavi sempre con tanta ironia, ‘n sia mai mancasse l’ironia pe’ carità! Adesso chi me le spiega ‘ste cose Ste’? Chi me le fa fare du’ risate nei momenti difficili?. Ste’… sono 35 anni che ti chiamo Ste’ – prosegue -. Hai sempre detto che il padre non lo sapevi fare, che cercavi di improvvisare come meglio ti riusciva, anno dopo anno. Prima con una bambina vivace, poi con un’adolescente problematica, poi con una ragazza imbizzarrita. E infine eccola ‘sta donna di 40 anni, ormai 41, sempre col suo inconfondibile caratteraccio, ma a cui hai insegnato così tanto. E spero di essere riuscita ad assomigliarti un po’, almeno nelle cose più importanti, perché è questo che dovrebbe succedere tra padri e figli no? Si cresce insieme, e improvvisando, finisce che ci si assomiglia. Hai visto Ste’? – conclude Silvia, rivolgendosi a D’Orazio -. Hai fatto tanto per programmare tutto, nei minimi dettagli, come solo una Vergine ascendente Capricorno sa fare, non ti è mai sfuggito niente… eppure, senza manco accorgertene, ti sei ritrovato una figlia… quella a cui un giorno hai detto ‘Sai Piccy… Vorrei averla scritta io ‘Figli’, per potertela dedicare’… quella figlia che adesso vorrebbe stare accanto a te per dirti quella parola mai pronunciata… Ciao… Papà. Per tutti i miei domani, sarai…con me”.

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