Ore di lavoro “convertite” in ore di formazione e pagate dallo Stato. A un mese dall’avvio sono 46mila i lavoratori che beneficeranno del Fondo nuove competenze creato presso l’Anpal dal decreto Rilancio e rifinanziato fino a 730 milioni di euro con il decreto Agosto. E lunedì due big delle tlc, Tim e Vodafone, hanno annunciato di aver aderito. La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo su facebook ricorda che fino alla fine dell’anno le aziende possono ancora fare richiesta di adesione sul sito Anpal. “Basta siglare un accordo sindacale di rimodulazione dell’orario di lavoro e presentare dei progetti formativi per i propri dipendenti, fino a un massimo di 250 ore per lavoratore. Una volta approvata la richiesta, la quota parte dell’orario di lavoro destinata ai corsi di formazione sarà coperta dallo Stato”, ricorda. Vale a dire che i lavoratori non subiranno decurtazioni dello stipendio.
La misura è nata “per aiutare le imprese e i lavoratori ad affrontare la crisi causata dal Covid-19″ mettendo le imprese “in condizioni di ripartire rapidamente dopo l’emergenza”. Con questo strumento, continua Catalfo, “permettiamo sia alle imprese sia ai lavoratori di ottenere un duplice, importante beneficio: le aziende, infatti, possono innovarsi e rendersi più competitive abbattendo, al contempo, il costo del lavoro; i lavoratori possono aumentare il proprio bagaglio di competenze adeguandolo alle nuove richieste del mercato (penso ad esempio al settore del digitale o a quello delle nuove tecnologie). Allo stesso tempo, mantengono invariato il proprio stipendio, con un evidente vantaggio rispetto ai tradizionali ammortizzatori sociali”.
Vodafone è stata la prima grande impresa in Italia ad accedere al Fondo avviando “già da metà dicembre un piano straordinario di 300.000 ore di formazione aperto a tutti i suoi 6.000 dipendenti che riguarderà sia le competenze digitali di base sia percorsi di vera e propria riqualificazione professionale, con un’attenzione anche al lavoro agile”. Il progetto di Tim partirà invece il 10 dicembre.