L’Agenzia europea per il farmaco in questo momento si sta occupando della procedura di autorizzazione del vaccino. La nota dell'ente: "Ulteriori informazioni saranno rese disponibili a tempo debito"
L’Agenzia europea per il farmaco ha denunciato di essere stata vittima questo pomeriggio di un cyberattacco. L’Ema è l’ente regolatorio dell’Unione europea che in questo momento si sta occupando della procedura di autorizzazione per il vaccino contro il Covid. Gli hackers hanno avuto accesso anche alle documentazioni sul vaccino che l’azienda tedesca BioNtech sta sviluppando insieme a Pfizer. Lo comunica la stessa BioNtech che specifica come non siano stati invece violati i sistemi informatici suoi e di Pfizer. Non sarebbero stati violati dati personali relativi agli individui che hanno partecipato alle sperimentazioni. Per ora Ema non ha risposto ad ulteriori domande avanzate dalle due case farmaceutiche.
La stessa agenzia in una nota precisa di avere avviato “rapidamente un’indagine completa, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine e altre entità pertinenti”. “L’Ema – si legge ancora nel comunicato – non può fornire ulteriori dettagli mentre l’indagine è in corso. Ulteriori informazioni saranno rese disponibili a tempo debito”.
Gli avvertimenti – Nel suo rapporto sulla pandemia e la criminalità organizzata, l’associazione antimafia Libera ha denunciato come durante la pandemia siano aumentati i crimini online, oltre a sottolineare l’interesse della criminalità organizzata per il business dei farmaci. Un pericolo evidenziato anche dall’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, che ha avvertito sul rischio di contraffazione e furti. A parlare direttamente di una campagna globale di “cyber intrusioni” sui vaccini era stata invece Claire Zaboeva, analista strategico Ibm. Dopo il suo allarme, la Commissione Ue aveva detto di essere comunque a conoscenza della campagna di attacchi e di aver preso “misure necessarie” per mitigarne gli effetti. Incursioni informatiche di varia origine sono in atto da mesi, aveva spiegato a ilfattoquotidiano.it Alberto Pelliccione, amministratore delegato della compagnia di sicurezza informatica ReaQta. “Si sospetta, ma l’attribuzione certa è sempre molto difficile, che dietro questi attacchi ci fossero Russia, Cina e Corea del Nord”, aveva aggiunto Pelliccione.