Un’impresa al Camp Nou e un ritorno agli ottavi dopo vent’anni: è una serata di Champions da incorniciare quella di ieri per le italiane. Eh sì, perché la Juventus, mai convincente prima di ieri sera nella sua versione con Pirlo al timone, ha schiantato il Barcellona fuori casa per tre a zero, mentre la Lazio, seppur tra troppi affanni, pareggia 2 a 2 col Bruges e arriva dove solo Eriksson e mai nessuno prima e dopo di lui era arrivato. Per la prima volta convincenti i bianconeri, che fin dalle prime battute della partita del Camp Nou mettono alle corde il Barcellona: lo fanno, finalmente, con intensità e perdendo quel ritmo compassato e a volte stucchevole che li aveva resi bruttini finora. Pressing asfissiante e tanta velocità uguale Barcellona, seppur il peggior Barça degli ultimi anni, annichilito e annientato. Ronaldo si conquista e trasforma il rigore del vantaggio, e al ventesimo del primo tempo una splendida combinazione tra Cuadrado e McKennie porta i bianconeri a raddoppiare. Poca roba per il Barcellona fuor di Messi che si danna l’anima e impegna, unico e solo, Buffon mentre i compagni attorno sembrano sfidarsi alla carezza più soave al pallone, che peraltro pare non gradire. La Juve ringrazia e si conquista un altro rigore per tocco di mano di Lenglet in area: Ronaldo fa 752 e regala un insperato e importantissimo primo posto ai bianconeri, in una serata che deve essere il punto di partenza della nuova era a guida Pirlo.

Se quella della Juve è un’impresa a tutti gli effetti, è un risultato storico quello raggiunto poche ore prima dalla Lazio: l’ultima volta che i biancocelesti avevano passato il girone Champions c’erano El Piojo Lopez, Crespo, Veron, Nedved e Sven Goran Eriksson in panchina. Da allora sono passati vent’anni. Contro il Bruges apre le danze Correa per il vantaggio dei laziali, poi Reina fa un grave errore e pochi minuti dopo concede il pareggio ai belgi con una respinta corta e goffa su cui Vormer si avventa e fa centro. Immobile riporta i biancocelesti in vantaggio su rigore. Ma nel secondo tempo i biancocelesti forse patiscono terribilmente l’ansia da risultato e concedono il pareggio al Bruges che era pure rimasto in dieci già nel primo tempo. È Vanaken che colpisce di testa praticamente solo in area a firmare il 2 a 2. Il finale è una vera e propria agonia per gli uomini di Simone Inzaghi che rischiano di capitolare nel recupero quando solo la traversa li salva da un’esclusione beffa.

Tuttavia, al netto dell’ingenuità di una squadra giovane e inesperta è un cammino da incorniciare per la Lazio: imbattuta e agli ottavi della massima competizione europea. Inzaghi probabilmente non ha a disposizione una rosa adatta a primeggiare in campionato come lo scorso anno e fare una Champions ad altissimi livelli, e quindi qualche battuta d’arresto di troppo in A è da considerare quasi fisiologica e ciò lo dimostra anche il fatto che quando escono i big – Lucas Leiva, Immobile e Luis Alberto – i sostituti non sono apparsi all’altezza. Ma il dato ad oggi con la squadra al settimo posto in Italia e ai gironi di Champions, Simone Inzaghi ha raggiunto un altro traguardo importantissimo e insperato, dei tanti raggiunti sulla panchina della Lazio dove, vale la pena ricordarlo ancora una volta, è arrivato come soluzione d’emergenza dopo il rifiuto del Loco Bielsa. Per entrambe le italiane ora occhi puntati sul sorteggio: la Juve può sperare in un’urna benevola essendo quasi tutte le big scongiurate, la Lazio nella fortuna e nella sua capacità, già dimostrata, di sovvertire i pronostici.

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