La prima diagnosi, la speranza di farcela, poi l’epilogo improvviso: “Era la partita della nostra vita, il nostro fatidico Mondiale. Ma stavolta non l’abbiamo vinto”. Federica Cappelletti, 48 anni, giornalista e scrittrice, moglie di Paolo Rossi, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera l’ultimo anno dell’attaccante campione del Mondo nel 1982, morto oggi a 64 anni. Poco prima che il marito morisse in ospedale di Siena è riuscita dirgli una frase: “Sappi che io crescerò le nostre bambine e sarò vicina al tuo primo figlio Alessandro“. “Ci siamo amati ogni giorno, siamo stati sempre vicini”, racconta.

Tutto “era iniziato un anno fa, improvvisamente, durante un viaggio alle Maldive“, spiega Federica Cappelletti. Una vacanza organizzata per “sposarci per la seconda volta, dopo la cerimonia nuziale del 2010 in Campidoglio a Roma. Sono stati giorni straordinari. Tornati in Italia, la diagnosi. Ma sembrava una cosa assolutamente risolvibile“. Invece sono arrivati “altri problemi”: la rottura del femore, l’operazione alla schiena, l’ultimo ricovero. “Aveva il tutore, liquido nei polmoni, ma niente avrebbe potuto farci pensare a un epilogo così improvviso, nessuno in famiglia se lo aspettava”. Quindi la difficoltà di dare la notizia alle figlie: “Stamani ho acceso la tv. C’erano le foto e i video del loro papà. Ho detto loro che Paolo è ovunque e che il suo ricordo meraviglioso sarà sempre nel loro cuore. Maria Vittoria ha 11 anni, Sofia Elena 8. Hanno pianto, ma sono bambine forti come il loro padre”.

Federica Cappelletti e Paolo Rossi si sono conosciuti nel 2003 a Perugia, alla “presentazione del libro ‘Razza Juve’ che avevo scritto insieme ad altri colleghi giornalisti. Mi aveva chiuso il telefono in faccia, ma poi era venuto, ci siamo conosciuti. Mi sono innamorata subito del suo sorriso, della sua generosità, della intelligenza con cui riusciva a vedere le cose. Con Paolo ogni momento è stato bello, e non è retorica”. La moglie racconta anche l’ultimo messaggio che le ha scritto il campione: “Purtroppo non riesco a dormire e sono agitato, guardo le foto che mi invii e penso al nostro grande amore. Vorrei solo dirti grazie per quello che stai facendo, per me e per le nostre meravigliose bambine. Sei davvero unica per le energie che profondi e per l’amore che riesci a dare in ogni cosa. Spero che il Signore ti possa riconoscere tutto questo. Darti tutto quello che meriti”.

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