Bollino verde per i nuovi collegi elettorali: le Commissioni Affari costituzionali di Senato e Camera hanno dato il via libera al decreto legislativo del governo che ridisegna i collegi elettorali in base al taglio dei parlamentari e alle regole imposte dall’attuale legge elettorale (il Rosatellum ter). La nuova mappa, elaborata da una Commissione tecnica per garantire la massima neutralità, era stata approvata dal Consiglio dei ministri senza modifiche il 25 novembre. “Ci siamo riconosciuti nella proposta fatta dal governo che ha recepito le indicazioni della Commissione tecnica”, ha detto Dario Parrini, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato e relatore, a palazzo Madama. “Grande soddisfazione” da parte del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. “Questo passaggio si era reso necessario per rendere pienamente operativa la legge sulla riduzione del numero dei parlamentari, entrata in vigore dopo il referendum”, ha aggiunto il ministro.
Le Commissioni hanno chiesto la modifica solo per tre collegi uninominali del Lazio, con un diverso accorpamento ai collegi plurinominali, e la Commissione del Senato ha espresso una raccomandazione riguardante la minoranza linguistica slovena del Friuli Venezia Giulia, chiedendo di “valutare se soluzioni alternative rispetto a quella individuata siano suscettibili di permettere un migliore accesso alla rappresentanza dei cittadini espressione della minoranza linguistica slovena”. I successivi passaggi per renderli operativi sono l’approvazione da parte del governo del decreto legislativo con i collegi, e la sua pubblicazione in Gazzetta, che rende possibile l’eventuale scioglimento delle Camere e il ritorno alle urne.
La nuova mappa dei collegi si basa sulla legge elettorale attualmente in vigore, cioè il Rosatellum Ter. Prevede che il 36% dei seggi venga assegnato con un sistema maggioritario (collegi uninominali in cui viene eletto solo il candidato più votato), mentre il 64% viene ripartito proporzionalmente nell’ambito di collegi plurinominali (i partiti presentano un listino bloccato di candidati in ogni collegio e i seggi vengono distribuiti a ciascuna forza in base ai voti ricevuti). Con la riduzione dei parlamentari da 945 a 600 (400+200) votata dai cittadini lo scorso settembre, i collegi devono essere ridotti allo stesso modo.