di Riccardo Mastrorillo
La politica italiana ha sempre sofferto di una subalternità alla demagogia e alla irresponsabilità. La semplificazione mediatica dell’era dei “social” ha peggiorato la situazione, ma è sconfortante notare la stupidità di alcune proposte. Risulta altrettanto preoccupante che una parte considerevole dei cittadini non solo si beve le scempiaggini proposte dal cialtrone di turno, ma dimostra l’assenza assoluta di spirito critico, di logica e di semplice buon senso.
La gestione dell’emergenza Covid ha messo in risalto, se ancora avevamo qualche dubbio, la diffusione della cialtroneria di alcuni politici di destra e di sinistra. La medaglia d’oro per la proposta più inutile va senz’altro alla destra, che, con la proposta di sospendere il pagamento delle tasse per un anno, ha battuto senza ombra di dubbio, in demagogia, qualsiasi altra proposta. Possibile che nessuno si ponga il problema di come pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici? In primis dei medici, degli infermieri e delle forze dell’ordine, senza alcuna entrata finanziaria? Se ciò fosse possibile, perché allora non abolirle per sempre le tasse?
Sono mesi che assistiamo a teatrini indigeribili: il governo annuncia aiuti per le famiglie in difficoltà per 600 euro al mese e la solerte Giorgia Meloni rilancia con un “servono 2000 euro al mese”: ovviamente nessuno di questi prestigiatori dell’idiozia si sofferma mai a spiegare da dove pensa di tirare fuori i soldi necessari.
L’unico impegno di politici e non è quello di affannarsi a pensare una proposta ad effetto, una cialtronata, purché consenta loro di stare sui giornali e in televisione, dove solerti somari, iscritti ad un inutile albo, ben si guardano dal contestare la mancanza di ragionevolezza delle proposte, ma anzi le rilanciano con entusiasmo, per aumentare il numero di lettori o di spettatori, in un circolo vizioso che ormai ha ridotto l’informazione ad una sottospecie di “idioziario” e la politica ad una gara a chi rutta più forte.
Appartengono alla schiera delle cialtronate svariate proposte, di svariate parti politiche. Della sospensione delle tasse abbiamo già detto, mentre analizziamo la proposta per risolvere il sovraffollamento delle carceri. In tempi di Covid il carcere può essere un formidabile acceleratore di contagi, e allora, come soluzione, i radicali propongono una bella amnistia.
Siamo i primi a batterci perché la detenzione sia rieducativa e perché i detenuti vivano in condizioni dignitose, ma per questo paese la cosa che serve di meno è l’ennesima dimostrazione che il diritto è stato sospeso, e che tutti possono fare quello che vogliono, tanto siamo tutti irresponsabili. Perché questo sarebbe il messaggio che arriverebbe forte e chiaro agli italiani.
E veniamo alla proposta della patrimoniale, non priva di suggestioni e richiami ad una finalmente riscoperta “lotta di classe”. Finalmente speravamo in un sussulto di ribellione in nome delle classi meno abbienti, stufe del costante aumento della forbice tra i redditi dei dirigenti apicali, rispetto agli operai… e invece scopriamo che l’incipit dell’emendamento presentato da Matteo Orfini e Nicola Fratoianni recita: “A decorrere dal 1° gennaio 2021 le persone fisiche sono esentate dall’applicazione dell’imposta municipale unica e dell’imposta di bollo sui conti correnti bancari e sui conti di deposito titoli”: cioè praticamente una proposta per non pagare i bolli sui conti correnti e sul deposito titoli e l’Imu sulle seconde case!
Non è la prima volta che in Italia si parla di patrimoniale, né la prima volta che viene introdotta: dopo la prima guerra mondiale e dopo la seconda vi furono due imposte patrimoniali straordinarie, e avrebbe un senso, oggi, pensare ad una imposta straordinaria che potesse colpire coloro che hanno beneficiato del Covid, ma questa imposta patrimoniale non è ne straordinaria né intelligente.
Luigi Einaudi nel 1945 spiegò bene che tassare i patrimoni piuttosto che i redditi è uguale, purché l’imposta sia sostenibile. Ma l’unica imposta patrimoniale essenziale, soprattutto in un paese socialmente ingessato come il nostro, sarebbe la tassa di successione, stupidamente riformata dal governo Prodi e genialmente abolita da Berlusconi.
In una logica ordinaria sarebbe urgente ripristinare al più presto l’imposta di successione, in una logica straordinaria le aliquote previste dall’emendamento Orfini-Fratoianni sono ridicole, veramente sembra più una norma a tutela dei piccoli proprietari che per un ipotetico riequilibrio sociale. Ma certo questo non ha impedito, finalmente, di essere a lungo citati nei telegiornali o sulla carta stampata, grazie ad una informazione che platealmente si è ridotta a cassa di risonanza del sensazionalismo più sciatto.
Potremmo continuare a lungo, potremmo spendere due parole pure sulle scempiaggini intrise di pseudoideologia, legate al fantomatico Mes, potremmo… ma abbiamo lo stomaco in subbuglio.
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