Cesare Paladino era stato accusato di non aver versato due milioni di euro di tassa di soggiorno al Comune capitolino tra il 2014 e il 2018 e per questo motivo condannato a un anno e due mesi. Come scrive il Corriere della Sera il gup Bruno Azzolini ha accolto l'istanza d'incidente di esecuzione del suo avvocato perché "il fatto non è previsto dalla legge come reato". A depenalizzarlo è stato il decreto Rilancio
Il padre della compagna di Giuseppe Conte ha ottenuto la revoca della sentenza di patteggiamento per peculato. Cesare Paladino, gestore dell’Hotel Plaza – struttura a 4 stelle nella centralissima via del Corso a Roma – e genitore di Olivia, era stato accusato di non aver versato due milioni di euro di tassa di soggiorno al Comune capitolino tra il 2014 e il 2018 e per questo motivo condannato a un anno e due mesi. Come scrive il Corriere della Sera il gup Bruno Azzolini ha accolto l’istanza d’incidente di esecuzione dell’avvocato Stefano Bortone revocando quella sentenza perché “il fatto non è previsto dalla legge come reato”. A stabilire che per questo tipo di reato si applica solo la sanzione amministrativa è il decreto Rilancio, approvato la scorsa primavera dall’esecutivo guidato dal Conte. Fattispecie che aveva provocato numerose polemiche.
Secondo i magistrati coordinati dall’aggiunto Paolo Ielo, però, la depenalizzazione non era retroattiva: non si applica ai fatti commessi prima del 19 maggio (cioè prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale). Per questo motivo si erano opposti alla richiesta di revoca della condanna, avanzata dai legali di Paladino che invece consideravano la norma retroattiva. Secondo i pm, invece, la nuova norma cambia la posizione dell’albergatore – che non è più esattore – ma obbligato in solido con il cliente. “Non vi è abolitio criminis perché la norma sopravvenuta non espunge nella macro-categoria degli incaricati di pubblico servizio la sotto-categoria degli incaricati dalla riscossione delle imposte per conto di un ente pubblico”. Il gup alla fine ha dato raggione al padre della compagna di Conte. Nel 2019 Paladino aveva restituito la somma dovuta al Comune, insieme a un risarcimento danni. Il pm Alberto Pioletti e l’aggiunto Ielo, che gli avevano contestato il reato, avevano stimato le cifre trattenute illecitamente in circa 300mila euro nel 2014, oltre 500mila nel 2015, 2016 e 2017 e infine 88mila euro nel 2018.