Ylenia Bonavera è arrivata ancora viva nella notte all’ospedale Garibaldi, accompagnata da un uomo, adesso sotto interrogatorio della Mobile di Catania. Aveva una ferita da coltello alla spalla dalla quale aveva perso molto sangue ma non è chiaro se sia stata questa la causa della morte. La ragazza è infatti risultata positiva ad alcol e droga
È morta stanotte Ylenia Bonavera, la 26enne di Messina che nel 2017 il suo ex fidanzato aveva cercato di dare alle fiamme. È arrivata ancora viva nella notte all’ospedale Garibaldi di Catania, accompagnata da un uomo, adesso sotto interrogatorio della Mobile di Catania. Aveva una ferita da coltello alla spalla dalla quale aveva perso molto sangue ma non è chiaro se sia stata questa la causa della morte. La ragazza è infatti risultata positiva ad alcol e droga: quest’ultimo mix potrebbe essere stato fatale.
A dirlo sarà l’autopsia richiesta dalle autorità catanesi. Ylenia si era trasferita a Catania dopo il tentativo di omicidio da parte di Alessio Mantineo, l’ex fidanzato che nel gennaio del 2017 aveva cosparso di benzina l’ingresso di casa di Ylenia, incendiandola. La ragazza, che all’epoca aveva 22 anni, era rimasta ustionata in più parti, con ferite to erano al fianco, alla caviglia, alla mano destra e alla coscia sinistra. Ciò nonostante aveva strenuamente difeso Mantineo, poi incastrato dal video di una telecamera del distributore di benzina vicino l’abitazione di lei. Il video raccolto dalla Mobile di Messina mostrava il ragazzo arrivare al distributore, riempire una tanica di benzina e ripartire proprio poco prima che la casa di Ylenia fosse incendiata. Subito arrestato, l’uomo sta attualmente scontando una pena definitiva di dieci anni per tentato omicidio. La ragazza aveva continuato a difenderlo senza sosta, sostenendo che fosse innocente anche nei salotti televisivi.
Ma pure in tribunale, durante il processo a carico dell’ex fidanzato per tentato omicidio. Per questo Bonavera era sotto processo a Messina per falsa testimonianza e favoreggiamento: “Ma dal contesto sociale in cui era inserita è stata lo stesso additata come spia, come traditrice. Questo l’ha poi spinta ad andare via da Messina”, racconta la sua avvocata, Rosaria Chillè. Si era trasferita a Catania, dove lavorava saltuariamente come cameriera. Fino alla scorsa notte, quando sotto effetto di droghe ed alcol e con una coltellata alla spalla è stata portata in ospedale. Poco dopo è morta, a soli 26 anni. Sarà adesso l’esame dei medici legali a chiarire la causa della morte. Mentre la Mobile sta raccogliendo la testimonianza dell’uomo che l’ha accompagnata.