Un peschereccio travolto da una nave mercantile nel Golfo di Napoli, un altro a Livorno. La Torre Piloti del porto di Genova abbattuta da un gigante del mare. Un cargo in balia delle onde in Sudafrica. Cosa unisce fatti così distanti? Il giornalista Sandro Di Domenico ha rimesso in ordine in tre decenni di tragedie in mare: sembra un thriller, purtroppo è una storia vera e dimenticata
Un peschereccio travolto da una nave mercantile nel Golfo di Napoli, un altro a Livorno. La Torre Piloti del porto di Genova abbattuta da un gigante del mare. Un cargo in balia delle onde che minaccia le coste sudafricane. Ancora: un gigante del mare alla deriva in Calabria, sospetti su veleni e inquinamento. E via così, di caso in caso, Sandro Di Domenico ricostruisce la catena di incidenti delle navi Jolly della compagnia Messina nel libro-inchiesta Pescirossi e pescicani (minimum fax, 139 pagine, 15 euro).
La storia avrebbe dovuto essere un’inchiesta giornalistica, ma negli anni si è trasformata in un volume. Un po’ per necessità e un po’ per volontà del giornalista freelance napoletano, abile nel mettere in fila i fatti di cronaca che negli ultimi tre decenni hanno riguardato la serie di mercantili dell’armatore ligure. Sembra un thriller, a tratti, invece è realtà. Lo racconta la viva voce di testimoni, vittime, sopravvissuti e atti giudiziari, restituendo un quadro (sconsolante) di quella che è stata (ed è ancora?) la sicurezza nel trasporto delle merci, di porto in porto, dall’Europa all’Asia.
La curiosità dell’autore parte da un fatto di cronaca scomparso in fretta dalle pagine nazionali e arriva fino in Africa, inseguendo le ombre e i sospetti su un gioco molto più grande dei container trasportati da questi dinosauri del mare. Un atto di accusa a un sistema e, intrinsecamente, pure a una categoria – quella giornalistica – perché spegne presto i riflettori e per fretta, ignavia e interessi si interroga poco sulle vere cause di questi incidenti. Urti e affondamenti, sotto-sotto, sono un granello di sabbia in un ingranaggio che macina guadagni a molteplici zeri e cresce di anno in anno.
Un mondo dove l’incasso e il risparmio sulla sicurezza appaiono la preda preferita di questi pescicani, come li ribattezza Di Domenico. A spese delle vittime per caso, i pesci rossi, che sbattono contro la chiglia dei cargo e, quando va bene, dormono il resto dei loro giorni con gli occhi aperti nello stile dei Carassius auratus. Increduli e impauriti. Uno stato nel quale si ritroverà pagina dopo pagina anche chi sfoglierà il libro. Si tratta di sicurezza e giustizia, quindi riguarda tutti noi. Ed è tutto vero, purtroppo.