Il segretario dem su Facebook: "La collegialità non è una perdita di tempo e davvero tutti ci devono investire. Ascoltare le osservazioni di merito non è una perdita di tempo. Ricomporre le differenze per continuare degnamente a guidare il Paese non è una perdita di tempo. Evitare che prevalgano interessi di partito e che ognuno vada per conto proprio non è una perdita di tempo"
“E’ da irresponsabili dare spazio a rigidità e incomprensioni”. Il giorno dopo il ricatto di Matteo Renzi al governo, esplicitato nell’Aula del Senato chiedendo di ridiscutere da capo Recovery fund e task force, e dopo la mediazione del premier che ha parlato di “colossale fraintendimento”, il segretario Pd Nicola Zingaretti è intervenuto su Facebook chiedendo di “ricomporre le differenze“. Se già ieri aveva spinto per chiedere un maggiore confronto, tanto da far intuire qualche malumore anche sul fronte Pd, oggi il leader dem ha cercato di presentarsi come mediatore e, rivolgendosi di fatto sia al leader di Italia viva che al presidente del Consiglio, ha chiesto a tutti di fare “un passo in avanti”.
Nel suo post su Facebook il segretario ha esordito rivendicando la “responsabilità dimostrata dal Partito democratico”: “In questi mesi così difficili il Pd è stato la forza della responsabilità, della stabilità, delle riforme necessarie agli Italiani. Questa funzione ha permesso di ottenere importanti risultati. La rivendico con orgoglio. Se abbiamo posto temi, lo abbiamo fatto sempre nel merito delle questioni in discussione e con lo spirito volto a trovare nella maggioranza soluzioni e sintesi più avanzate, per rendere più efficace l’azione di governo”.
Quindi il segretario dem ha ribadito che il Pd non intende “partecipare a una competizione tra le forze dentro il governo”, nonostante per alcuni questo significhi il voler restare in una posizione di subalternità: “Le nostre parole non sono state mai strumentali o indirizzate a oscure manovre politiche e di potere, ed è stato anche questo il senso dell’impegno faticoso della nostra delegazione al governo. Anzi, c’è chi ha visto in questo atteggiamento subalternità, debolezza, passività. Tutto il contrario: è stato una dimostrazione di forza, di consapevolezza, di tenuta. È stato il modo di servire il Paese nell’emergenza che lo ha investito e scosso nelle sue fondamenta”. E, ha aggiunto, “ora continuiamo a mettere questo ruolo rafforzato e da protagonista del Pd al servizio del bene comune. Per questo esigiamo rispetto e non partecipiamo ad alcuna presunta competizione all’interno della maggioranza, che ci dovrebbe vedere schierati da una parte o dall’altra”.
Ma, ha riconosciuto Zingaretti, i problemi ci sono: “Vanno valutati e risolti nel quadro di un limpido confronto tra l’insieme del governo e le forze politiche che lo sostengono. Siamo tutti sulla stessa barca. La ricomposizione si può determinare se ognuno cerca di comprendere le ragioni dell’altro. Questo significa porre i temi in modo costruttivo e non distruttivo e, d’altra parte, non avvertire le critiche come un atto di lesa maestà”.
Nel merito del Recovery fund, ha detto: “Avremo di fronte tra qualche giorno una proposta sul Recovery Fund. È una proposta, non un pacchetto conchiuso in se stesso. È figlia del lavoro positivo di questi mesi ma è doverosamente aperta al confronto in Parlamento, anche con le opposizioni, e nel Paese. Così come sulla base delle priorità che anche noi abbiamo contribuito a definire nella maggioranza, si dovrà decidere l’allocazione definitiva delle risorse: in direzione della coesione sociale, della protezione delle fasce più deboli, di un rilancio della politica industriale, della transizione ecologica, dell’equilibrio di genere, delle regole e degli strumenti per promuovere la società digitale e garantire la sua natura democratica”.
E ha chiuso: “Abbiamo in mano la possibilità di cambiare l’Italia. È da irresponsabili dare spazio a rigidità e incomprensioni. La collegialità non è una perdita di tempo e davvero tutti ci devono investire. Ascoltare le osservazioni di merito non è una perdita di tempo. Ricomporre le differenze per continuare degnamente a guidare il Paese non è una perdita di tempo. Evitare che prevalgano interessi di partito e che ognuno vada per conto proprio non è una perdita di tempo. Piuttosto costruire le condizioni perché questa alleanza politica possa affrontare la ricostruzione italiana, con un afflato più unitario e un senso di appartenenza circa l’impresa che ci aspetta più alto e consapevole, è la sola strada per cogliere le opportunità che, nonostante le difficoltà, la Repubblica ha davanti a sé”.