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Regione Puglia, la Commissione Sanità sarà guidata dal consigliere accusato di peculato sulle prenotazioni per le visite mediche dell’Asl

Il nuovo presidente è Mauro Vizzino, eletto con la maggioranza, è sotto processo da anni con l'accusa di aver sottratto, da dipendente, il denaro attraverso storni considerati “sospetti” al Centro unico prenotazioni di Mesagne, in provincia di Brindisi

A guidare la Commissione Sanità del consiglio regionale pugliese nelle vesti di presidente sarà un consigliere imputato da anni per peculato con l’accusa di aver sottratto, da dipendente, il denaro delle prenotazioni di visite mediche attraverso storni considerati “sospetti” al Centro unico prenotazioni di Mesagne, in provincia di Brindisi. Una cifra irrisoria, tra l’altro: poco più di 1.000 euro. Mauro Vizzino, al suo secondo mandato da consigliere regionale di maggioranza a sostegno del presidente della Regione, Michele Emiliano, ha commentato con orgoglio la sua nomina: “Ringrazio i colleghi per il prestigioso e gravoso incarico affidatomi che intendo ricoprire con dedizione e profitto, come già fatto in precedenza, nell’esclusivo interesse dei cittadini pugliesi in questa fase così difficile per la vita di tutti noi”. Il nuovo presidente della Commissione Sanità è un esponente dei Popolari con Emiliano, ha 38 anni ed è risultato il secondo candidato più suffragato della provincia di Brindisi con 7.422 voti.

Su Vizzino è ancora aperto un procedimento avviato nel 2012 con l’indagine svolta dai carabinieri del Nas di Taranto. Rinviato a giudizio nel 2016, un anno dopo la sua prima volta in assemblea, quando esordì nelle file di Emiliano sindaco di Puglia. Il processo è iniziato il 6 luglio dello stesso anno ed è ancora in corso. L’ultima udienza si è tenuta a fine settembre, appena dopo le elezioni regionali. La prossima è fissata nel 2021, quando l’accusa potrebbe essersi già prescritta. Il rischio è elevato, considerato tra l’altro che il collegio giudicante dovrà mutare – per il trasferimento del presidente – e che si procederà probabilmente alla rinnovazione degli atti.

Vizzino, difeso dall’avvocato Francesco Paolo Sisto e imputato un suo collega Alessandro Coccioli, è accusato di peculato in continuazione commesso da incaricato di pubblico servizio. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate allora dal pm Milto Stefano De Nozza, Vizzino, dipendente della ditta Svimservice, che gestiva all’epoca dei fatti il servizio di prenotazioni, facendo risultare non eseguite alcune prestazioni che lo erano invece state, tramite uno storno inserito nel sistema informatico, avrebbe attivato procedure di ‘falsa’ restituzione ai pazienti di diversi importi che variano dai 4 ai 70 euro, appropriandosi così di una somma complessiva pari a 1.192 euro. Stesso meccanismo per l’altro assistente amministrativo, come Vizzino addetto alla prenotazioni delle prestazioni sanitarie disposte dai medici, che risulta imputato nel procedimento per l’appropriazione di 863 euro. I fatti contestati si riferiscono a un periodo compreso tra il 2009 al 2012.

Per Vizzino sono stati almeno una ventina i rimborsi, secondo l’accusa. Dai 19 euro per una visita odontosomatologica, ai 36 per una estrazione dente permanente. Anche 4 euro per la prescrizione di un anticoagulante, fino ai 72 euro per una tornografia a coerenza ottica o 50 euro per il rilascio di un certificato di idoneità alla pratica sportiva. Il meccanismo, a quanto emerso, era il seguente: la visita veniva eseguita ma sui terminali informatici veniva inserito dagli operatori uno storno dovuto alla mancata effettuazione della stessa. Una rinuncia, un contrattempo. In automatico, quindi, il computer erogava i rimborsi. Da verifiche dettagliate sui destinatari è emerso che nessuno di essi li aveva effettivamente percepiti. Parte civile si è costuita anche la Asl di Brindisi, assistita al fianco dell’avvocato Carmela Roma.

Il processo va avanti da moltissimo tempo. Ci sono stati numerosi rinvii. Sono stati ascoltati gli investigatori, ma anche alcuni fra quanti avevano prenotato le prestazioni. Hanno per lo più confermato di essersi sottoposti alle visite e di non aver ricevuto alcun rimborso. Altri hanno disconosciuto le firme apposte in calce alle distinte di pagamento. Vizzino, appena apprese di essere indagato, espresse tutta la sua fiducia nella giustizia. Disse di avere “la coscienza tranquilla di chi sa di non avere alcun timore né preoccupazione per aver tenuto sempre comportamenti corretti, lineari e trasparenti”. Oggi la nomina alla presidenza della commissione Sanità, accompagnata da un monito: “È necessario – ha riportato nella sua nota – ripensare l’intero sistema sanitario messo a dura prova dalla pandemia per poter assicurare le cure a tutte le patologie”.