Educare e non punire, per poi capire. La giunta di Verbania usa questa tattica per rispondere al comportamento di sedici ragazzi, tutti minorenni. La polizia municipale li ha sorpresi in assembramento e senza mascherina. Richiamati, quindi multati: 400 euro netti dalle tasche dei genitori. Invece di riscuoterli, il Comune ha offerto ai giovani la possibilità di seguire incontri esplicativi sull’importanza delle norme anti contagio. Il ciclo di conferenze è già iniziato, con adesione unanime. In tutto 10 ore di formazione e otto giornate a testa nelle quali i ragazzi svolgeranno alcune attività in presenza. “Si tratta di un percorso riparatorio composto da due moduli, uno teorico e uno pratico”, spiega a Ilfattoquotidiano.it la vicesindaca e assessora alle Politiche Sociali Marinella Franzetti.
Si comincia dal mondo sanitario e ospedaliero, centro nevralgico della pandemia: “Nel corso del primo incontro hanno ascoltato il direttore del reparto Malattie infettive della nostra Asl. In seguito ne hanno avuto un altro con la Prefettura, per fare un po’ di educazione civica: istituzioni, organi dello Stato, funzioni e competenze”, continua. “Il progetto è al momento in corso a Villa Giulia, struttura comunale con spazi ampi che ci consente di seguire le conferenze con il distanziamento necessario”. Si prosegue con alcuni esponenti della polizia municipale: “Ci piacerebbe che i ragazzi li vedessero non solo in ottica repressiva, come quelli che vanno in giro a dare multe e basta. Sono forze dell’ordine e il loro compito è semplicemente far rispettare le regole. In un momento come questo è sempre più necessario”, prosegue Franzetti.
“Dirò ai ragazzi che non dobbiamo abbassare la guardia – racconta il comandante della Polizia locale Andrea Cabassa che con i suoi uomini ha osservato una diminuzione dell’età media dei sanzionati rispetto al primo lockdown – In questa fase è fondamentale essere coscienti del pericolo che possiamo essere per gli altri se non rispettiamo le regole fondamentali del distanziamento e dell’uso della mascherina”. L’attenzione alle restrizioni torna anche per l’incontro con il servizio di avvocatura comunale. Si chiude con la biblioteca civica: “Per riavvicinarli alla lettura e indurli, se vorranno, a frequentarla”, continua la vicesindaca. Il tutto si svolge in orari extrascolastici.
Poi, ci sarà la pratica. Ma non prima di gennaio: bisogna capire come evolve la situazione contagi. “Abbiamo coinvolto diverse realtà della nostra città. Prima di tutto, l’Emporio dei Legami, gestito dal Comune e dal consorzio dei servizi sociali. Qui una volta a settimana viene distribuita la spesa gratis per chi si trova in stato di necessità. È un luogo dove si può imparare molto”, spiega Franzetti. “I ragazzi andranno due giorni a testa. Aiuteranno a smistare i materiali negli scaffali, a trasportare le borse. Ma soprattutto affiancheranno il personale della Protezione civile nella distribuzione dei buoni spesa, cioè le misure urgenti di solidarietà alimentare. Muniti di mascherine, andranno di casa in casa”.
I giovani parteciperanno anche ad alcune attività del servizio socio educativo per le persone disabili, incontreranno il personale di Associazione Contorno Viola (impegnato nella peer education) e assisteranno il personale bibliotecario: “Puntiamo a metterli a contatto con luoghi di Verbania che magari non conoscono e che per loro sono nuovi”, continua Franzetti. I ragazzi, dice, vogliono capire. “Si tratta di un progetto sperimentale, al quale avevamo già pensato in passato per minori implicati in casi più gravi”. Se dovesse avere successo, si potrà replicare. “Dipende da cosa ci diranno: l’importante è che a loro rimanga qualcosa, se no il percorso non ha senso”. Ma le multe? “Servono con gli adulti. Con i ragazzi, a nostro parere, no. Abbiamo avuto tutti 16 anni: a quell’età il gruppo di amici è importante quasi quanto la famiglia. Ci si trova, ci si rilassa, e ci si sente a casa. Proprio come se si stesse con parenti stretti conosciuti da una vita. Può capitare di abbassare la guardia – conclude la vicesindaca – Ma rimaniamo dell’idea che multare non porti a molto in questi casi. Mi auguro che un percorso del genere li inviti invece a essere più consapevoli”.