La multinazionale belga Bekaert, dopo la delocalizzazione in Romania e i tentativi di reindustrializzazione del sito ex Pirelli di Figline Valdarno, rimette sul piatto la procedura di licenziamento collettivo per 176 operai. Come lo scorso ottobre si tratta di un annuncio preventivo che arriva entro i 75 giorni dalla scadenza della cig, come era previsto dall’accordo firmato nell’ottobre 2018 al ministero dello Sviluppo economico. Gli esuberi scatterebbero a marzo, quando peraltro (fino al 21) sarà ancora in vigore il blocco. Da tutte le parti politiche e dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani la decisione è stata definita gravissima e sono arrivati appelli a intervenire con la proroga degli ammortizzatori per evitare che i lavoratori siano lasciati a casa.
La nota del gruppo che produce steelcord, la cordellina di acciaio utilizzata per la realizzazione degli pneumatici, dice che “non essendo allo stato disponibili ulteriori ammortizzatori sociali ed essendo prevedibile che il sito di Figline si troverà ancora in una situazione di eccedenza occupazionale al 9 marzo 2021, Bekaert ha avviato oggi, come già previsto nei precedenti accordi e cioè in tempo utile rispetto alla scadenza del trattamento di integrazione salariale, la nuova procedura di licenziamento collettivo per il personale che sarà ancora in forze a tale data”.
In ogni caso, “anche durante il periodo di durata della procedura, la Società continuerà a porre in essere tutte le azioni e gli interventi precedentemente concordati con i Sindacati e le Istituzioni, finalizzati alla reindustrializzazione del sito ed al ricollocamento dei lavoratori. Nella prossima riunione di aggiornamento presso il Mise verrà condiviso lo stato di avanzamento delle azioni intraprese e delle opportunità emerse, con l’auspicio che si possa arrivare in tempi stretti ad una chiara dichiarazione di impegno da parte dei potenziali investitori”. Finora quella che viene definita “intensa attività di promozione e ricerca di possibili investitori” non ha “ancora portato alla sottoscrizione di alcun accordo vincolante in grado di assicurare l’occupazione dei 176 lavoratori rimanenti”.