La Cyberspace Administration of China ha rimosso 105 app dai suoi app store, tra cui anche TripAdvisor. L'autorità cinese ha detto di aver rimosso app colpevoli di veicolare contenuti ritenuti "offensivi" dagli utenti, ma non ha chiarito come possa essere offensiva un'app di recensioni. Tra le ipotesi quella di un'errore, ma anche la ritorsione per TikTok non è da scartare.
La Cyberspace Administration of China ha rimosso 105 app dai suoi app store come parte di una campagna per sbarazzarsi di contenuti legati a pornografia, prostituzione, gioco d’azzardo e violenza. La maggior parte delle app vietate sono cinesi, ma nell’elenco è inclusa anche l’app di viaggio statunitense TripAdvisor. Secondo la Cyberspace Administration of China, tutte le app hanno violato uno dei tre pilastri legali cinesi, sebbene il documento ufficiale non abbia poi fornito dettagli.
Le autorità cinesi hanno comunque affermato che il divieto colpisca soprattutto contenuti che il pubblico “considera offensivi”. Interrogata sull’improvviso ban, TripAdvisor non ha voluto rilasciare commenti ufficiali. Il semplice errore dunque è possibile, ma potrebbe anche trattarsi di una ripicca “soft” nei confronti degli Stati Uniti e della recente minaccia di ban nei confronti di TikTok. Negli ultimi mesi infatti come ben sappiamo le tensioni tra Stati Uniti e Cina si sono moltiplicate nel cyber-spazio, che in Cina è fortemente regolamentato e vede tutt’ora l’esclusione dalle attività consentite sul territorio nazionale di colossi statunitensi come Google Facebook e Twitter.
Quando il divieto di TikTok è stato annunciato dal presidente Trump in estate, le autorità cinesi hanno accusato gli Stati Uniti di tattiche di bullismo e hanno affermato che avrebbero preso “misure necessarie” per salvaguardare gli interessi delle aziende cinesi.
Recentemente comunque per la seconda volta un giudice statunitense si è pronunciato contro il divieto su TikTok. Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Carl Nichols ha infatti affermato di recente che il presidente Trump ha esagerato con la sua autorità quando ha tentato di vietare l’app di condivisione video cinese per motivi di sicurezza.