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Abruzzo cambia colore due volte in due giorni: Tar lo riporta in zona rossa, ma Speranza in arancione. “Capolavoro di burocrazia”

Il passo in avanti del governatore Marsilio, il 6 dicembre, che aveva disposto il passaggio in zona arancione senza l'autorizzazione del governo è stato oggi fermato da una sentenza del Tar dell'Aquila, dopo la richiesta di sospensiva arrivata da Roma. Ma la nuova ordinanza del ministro, in vigore dal 13 dicembre, riporterà la Regione alla stessa situazione nel giro di un giorno. "A un atteggiamento pragmatico e aderente alla realtà dei fatti, il governo preferisce una rigida e tetragona applicazione burocratica delle norme", ha commentato il presidente di Regione

“Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini”. È questo il commento del governatore abruzzese, Marco Marsilio, dopo aver ricevuto la comunicazione che la sua regione vedrà cambiare la propria fascia di rischio per due volte in appena due giorni. Con la firma del ministro della salute, Roberto Speranza, sulla nuova ordinanza che riporta Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte in fascia gialla e, appunto, l’Abruzzo in fascia arancione dal 13 dicembre, si è venuto a creare un cortocircuito tra le disposizioni del Governo e quelle della Regione che, il 6 dicembre, aveva deciso in autonomia di tornare alle restrizioni previste dalla fascia di rischio arancione, in contrasto con l’esecutivo nazionale. “Non si tratta di burocrazia, è Marsilio che non ha rispettato le regole“, replicano fonti di governo sottolineando che “il Tar ha messo ordine a questa vicenda che si chiude con un messaggio chiaro: nessuno arbitrariamente può modificare le diverse fasce”.

Tutto era cominciato, appunto, cinque giorni fa, quando il presidente della Regione allora ancora in zona rossa aveva firmato un’ordinanza per far tornare la regione in zona arancione e allentare così le restrizioni per contenere il contagio da Covid-19. Lo staff del governatore aveva scritto in una nota che “il ministro Speranza è stato informato prima dell’adozione del provvedimento”, ma fonti di governo lo avevano smentito: “La cabina di regia che monitora i dati di tutte le Regioni ha riconosciuto questa anticipazione che avrebbe potuto portare alla zona arancione nella giornata di mercoledì. La scadenza dei 21 giorni è però prevista per mercoledì, non per lunedì. Quindi non c’è avallo su questa ulteriore anticipazione”.

Marsilio, però, era andato dritto per la sua strada, tanto che il governo aveva presentato al Tar dell’Aquila una richiesta di sospensiva dell’ordinanza. Richiesta che proprio oggi il tribunale amministrativo abruzzese ha accolto, disponendo il ritorno dell’Abruzzo in zona rossa, come voluto dal Governo di Roma. Ma la nuova ordinanza di Speranza ha di nuovo cambiato le carte in tavola. “Pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza del Tar, ho ricevuto la telefonata del ministro Speranza che mi trasmette il testo dell’ordinanza, alla sua firma questa sera, che riconosce l’Abruzzo in zona arancione. A partire da domenica. Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini”, ha così commentato Marsilio.

“La pervicace azione del governo produce come risultato l’insensato e schizofrenico ritorno in zona rossa, per un giorno, di una regione che da due settimane mostra valori stabilmente arancioni – ha continuato il governatore – Dopo che il Tar ha negato per due giorni l’esistenza di un ‘pericolo’ così grave da giustificare un provvedimento d’urgenza, era chiaro che oggi il Governo avrebbe potuto provocare solo il risultato di vedere una regione cambiare colore tre volte in tre giorni. Incuranti delle conseguenze pratiche nella vita delle persone, pur di poter esibire lo scalpo del reprobo Abruzzo“.

Il governatore vuole ricordare che l’Abruzzo “da due settimane mostra valori stabilmente arancioni, ormai persino tendenti al giallo” e dice di sentirsi “con la coscienza a posto. Ho tutelato la salute dei cittadini adottando senza indugio le misure restrittive necessarie e ho agito di conseguenza quando i dati mostrano un numero di guariti doppio o triplo dei nuovi contagiati da una settimana, tenendo conto della tenuta economica del territorio. A un atteggiamento pragmatico e aderente alla realtà dei fatti, il governo preferisce una rigida e tetragona applicazione burocratica delle norme“.

Il ministro per gli Affari Regionali , Francesco Boccia, precisa però che alla sentenza del Tar si è arrivati a causa della decisione unilaterale dello stesso Marsilio di collocare la propria regione in una fascia di rischio inferiore a quella stabilità dal governo senza confrontarsi con l’esecutivo stesso. “Con la sentenza del Tar Abruzzo, che ha sospeso l’ordinanza del presidente Marsilio che aveva autonomamente portato la Regione da zona rossa ad arancione, è stato ripristinato il principio della tutela prioritaria della salute – ha scritto il ministro in un comunicato stampa – È necessario sempre lavorare insieme, soprattutto quando si devono prendere decisioni che impattano sulla tutela della salute dei cittadini. È necessario sempre rispettare le regole comuni che insieme ci siamo dati, praticando il principio costituzionale di leale collaborazione tra livelli istituzionali. Il governo è sempre stato, e continuerà ad essere, al fianco dei cittadini abruzzesi per rafforzare le reti sanitarie e ristorare tutti i comparti economici costretti a fare duri, ma necessari sacrifici per proteggere la vita difendendo la salute di tutti. Non è tempo di polemiche ma di riprendere con il presidente Marsilio un lavoro comune”, conclude.