I militari, appartenenti al 70esimo Stormo dell'Aeronautica di Latina, dovranno affrontare un processo per il caso di nonnismo denunciato dall'ex collega di corso, immortalata in un video durante il 'rito d'iniziazione' al quale sarebbe stata sottoposta dai compagni dell'accademia per diventare pilota di jet. Le accuse sono lesioni personali e ingiuria. La 21enne di Mira, dopo la denuncia pubblica, venne esclusa dall'accademia
Otto sergenti del 70esimo Stormo dell’Aeronautica di Latina dovranno affrontare un processo davanti al Tribunale militare di Roma per il caso di “nonnismo” denunciato dall’ex collega di corso Giulia Jasmine Schiff, la 21enne di Mira immortalata in un video durante il ‘rito d’iniziazione’ al quale sarebbe stata sottoposta dai compagni dell’accademia per diventare pilota di jet. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale militare della Capitale. L’accusa è di concorso in lesione personale e ingiuria. Secondo la Procura militare, gli otto hanno offeso “prestigio, onore e dignità” della Schiff, usandole “violenza” e “cagionandole plurime escoriazioni”. La prima udienza è stata fissata per il 9 marzo 2021. Contestualmente la Corte di Cassazione verrà investita della questione di giurisdizione essendo pendente un procedimento – la procura di Latina ha chiesto il rinvio a giudizio degli 8 – sullo stesso fatto davanti al Tribunale ordinario.
La prima segnalazione è partita nell’ottobre 2018 dal padre di Giulia (ex allievo dell’accademia), che aveva inviato messaggi, foto e un video al generale Vincenzo Nuzzo, comandante dell’Istituto di scienze militari aeronautiche di Firenze. Dopo la decisione di rendere pubblico il fatto, nel novembre 2018, Giulia è stata espulsa. Secondo i vertici militari aveva manifestato “insofferenza alla disciplina, all’obbedienza, alla subordinazione, al rigore, alla puntualità e allo spirito di sacrificio necessari per intraprendere una carriera militare”. E le gerarchie militari, in via amministrativa, hanno già assolto i sergenti, classificando l’episodio tra le goliardate tipiche della tradizione militare.
La storia inizia a gennaio 2018, quando Schiff vince il concorso per l’ammissione di dieci allievi ufficiali di complemento dell’Aeronautica che consente di ottenere il brevetto di pilota militare. Su oltre 2000 candidati all’Acccademia di Pozzuoli, lei arriva quarta. Nonostante la passione per lo sport (è un’atleta dei 3000 metri siepi), il suo sogno è “volare”, complice anche il padre, pilota civile. Così dal Veneto, Giulia si trasferisce in Campania, poi in Lazio, alla Scuola di volo a Latina, tappa obbligata del percorso formativo. Il sogno comincia a trasformarsi in incubo il 7 aprile, giorno dell’iniziazione: la prova come singolo e il conseguente “battesimo del volo”.
“Io ero contraria, loro irremovibili: ti spaccheremo i denti sull’ala dell’aereo”, racconta lei stessa. Nei video che immortalano il rito, si vedeva Schiff colpita a sberle, la sua testa spinta contro l’ala di un aereo. Poi era stata gettata in piscina, quindi colpita ancora in testa dai commilitoni. Adesso sarà il Tribunale militare di Roma a definire i contorni della vicenda, se fossero proprio una ‘tradizione’ o null’altro che una violenza.