di Monica Valendino
Il 2020 per molti, ma non per tutti, sarà ricordato come l’annus horribilis. Colpa del Sars-Cov-2, ma anche di una crisi economica atavica che l’Italia si porta dietro da tempo. Per questo non ci sono stati solo i famigerati Dpcm del premier Giuseppe Conte a regolare economia e vita pubblica. Il tanto depredato Parlamento ha avuto il tempo e la forza di partorire idee e proposte che potrebbero in futuro cambiare la nostra quotidianità più di mascherine e impedimenti nell’incontrare i congiunti.
A mettere in fila alcune di queste proposte è il sito Pagellapolitica.it. La Lega non perde giorno a rivendicare l’importanza delle autonomie, alla faccia dei disastri sanitari prodotti dalle Regioni. Così il leghista Manuel Vescovi ha deciso di presentare in Senato lo scorso 4 luglio (data non casuale), la proposta di legge che prevede di trasformare l’Italia in un vero e proprio Stato federale, chiamato “Stati Uniti d’Italia”.
Una rivoluzione costituzionale più che una modifica, ma il nuovo articolo uno è già pronto: “L’Italia è una Repubblica federale democratica, denominata Stati Uniti d’Italia, fondata sul lavoro e sull’imprenditorialità”. Se poi gli imprenditori sono come quelli visti in alcune aziende che hanno dislocato l’attività, evaso, eluso e magari anche preso fondi europei senza attivarli, allora siamo a posto.
Ma c’è chi vuole di più: il senatore Antonio De Poli dell’Unione di centro chiede di inserire il Veneto tra le regioni a statuto speciale. Ne sarà felice il Doge Luca Zaia, ma l’onda autonomista non si ferma qui e la Romagna alza la voce. Non per dividersi dall’Emilia, ma secondo il leghista Jacopo Morrone (eletto alla Camera in Emilia-Romagna), per far sì che la Repubblica italiana riconosca la canzone Romagna mia “quale espressione popolare dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica”, e se si può farla anche insegnare nelle scuole di ogni ordine e grado. Poi c’è chi dice che la ministra Azzolina pensa solo ai banchi a rotelle.
Invidiosi del successo planetario che sta ottenendo Bella ciao, divenuta inno di liberazione dall’Iraq fino al Sudamerica (con tanto di citazione nella serie spagnola La casa di Carta), i leghisti nostrani hanno detto la loro anche su questo tema: ecco dunque la proposta di due senatori per il riconoscimento della canzone anticomunista Avanti Ragazzi di Buda “quale espressione dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica in quanto inno della rivolta contro gli invasori per la riconquista della libertà”.
Ma il centrodestra finalmente unito ha proposto anche un’altra legge alla Camera dove si chiede di reintrodurre la festività nazionale del 4 novembre, data dell’armistizio di Villa Giusti nel 1918, che decreta la fine della prima guerra mondiale. Festività abolita nel 1977, che discorda lievemente con il liberismo commerciale che molti esponenti della destra nostrana vorrebbero. Lavorare meno con un bel ponte di inizio novembre, non male!
Ma se non bastasse, ligi alla devozione religiosa, nella destra si vuole andare anche oltre come proposto alla Camera, ripristinando le “ricorrenze religiose” di San Giuseppe (19 marzo), dell’Ascensione (13 maggio), del Corpus Domini (6 giugno), dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (29 giugno) e il giorno di lunedì dopo la Pentecoste (23 maggio). A detta di Fratelli d’Italia e Forza Italia pare servirebbe a stimolare il turismo.
Infine secondo una proposta a prima firma del senatore leghista Simone Pillon serve aggiungere la ‘festa dei figli’ (non si specifica la data, ma perché non aggiungerla ai primi di novembre?). Ora per i critici dei famigerati Dpcm targati Conte ecco servito il Parlamento ai tempi della crisi. Aspettando che qualcuno, a questo punto, proponga l’annessione all’Austria. Proposta che vista la situazione potrebbe anche ricevere un’inaspettata ovazione popolare.