L'autore del libro, che sarà disponibile nei prossimi giorni: “È un lavoro che parte dalla mia età anagrafica. Sono nato nel 1953. Ho visto un’Italia combattiva, che non c’è più. Ho vissuto l’epoca dei valori, gli anni ’70 e ’80. Ora non è rimasto niente, siamo in balia degli influencer”
Sono sedici e incarnano valori, aspirazioni, ambizioni. Fra loro tutti diversi, hanno in comune un unico aspetto: ciò che rappresentano per chi li persegue. Il nuovo libro di Fabio Balocco – che sarà disponibile nei prossimi giorni – si intitola Belle persone e racconta di ideali. Attraverso dialoghi con amici storici e recenti che hanno dedicato la loro vita a un sentiero specifico, senza mai smettere di percorrerlo. I poveri, la musica e la scrittura, la terra, il verde, l’ambientalismo, le acque libere, il cinema, gli animali, la bicicletta, i perdenti, l’impegno sociale, la canoa, i libri, la montagna, il cibo, l’estinzione.
Temi specifici e spinta propulsiva per le vite di chi, fra domande e risposte, nel libro si racconta. C’è il rispetto per la natura, declinato in diversi risvolti: l’attenzione per le piante e il giardinaggio, la campagna e il terreno, l’alpinismo, l’associazionismo ambientalista. C’è la cultura, con le librerie indipendenti, i racconti scritti, i film. C’è poi l’impegno: sociale, solidale, animalista. Tutto quello che, dice Balocco, manca al giorno d’oggi.
“È un lavoro che parte dalla mia età anagrafica. Sono nato nel 1953. Ho visto un’Italia combattiva, che non c’è più. Ho vissuto l’epoca dei valori, gli anni ’70 e ’80. Ora non è rimasto niente, siamo in balia degli influencer”, spiega Balocco. “Proprio per questo mi è sembrato utile raccogliere le testimonianze di chi, fra i miei conoscenti, ha continuato a perseguire ideali anche in un momento come questo in cui attorno a noi c’è il deserto”.
Il titolo – Belle persone, storie di passioni e di ideali – parte proprio da questo punto: “Per me una bella persona è chi riesce a vivere la propria vita nel segno di un progetto senza farsi influenzare dal denaro”, continua. “Gli intervistati del mio libro sono così. Pensiamo a Paolo Barsi, titolare della libreria Comunardi. È dedito ai libri al punto che quando torna a casa il suo cane non lo riconosce, perché non c’è mai. O all’impegno sociale di Nicoletta Dosio. O ancora, l’empatia verso i bisognosi di Elisabetta Grande, che quando parla di povertà si commuove. Ma in generale, tutti: ognuno mi ha restituito un’emozione, quella che provano ogni giorno seguendo gli ideali in cui credono. Mi ha colpito soprattutto la loro carica umana”.
Fra le pagine, gli intervistati raccontano episodi della propria vita personale alternati a vicende professionali, e mettono in luce come spesso queste due dimensioni si intreccino per trovare un’identità. La forma dialogata, spiega Balocco, è stata scelta per dare voce ai protagonisti senza interferire, guidandoli solo con alcune domande.
Già autore di Poveri. Voci dell’indigenza, l’esempio di Torino (Neos), Il mare privato (Altreconomia), Lontano da Farinetti (Il Babi), Per gioco. Voci e numeri del gioco d’azzardo (Neos) e coautore di altri testi, Balocco ha lavorato a quest’ultimo libro per circa un anno, portando avanti in parallelo altri scritti. L’idea, racconta, non è stata meditata, ma quasi improvvisa: “A un certo punto mi sono detto ‘facciamolo’. Per le nuove generazioni, per il futuro. Cerchiamo di lasciare l’esempio di voci positive. Non è un libro di speranza. Perché io, per primo, non sono ottimista sul tempo che stiamo vivendo. Ma ho voluto lo stesso recuperare queste testimonianze, per diffonderle. Magari, potranno servire”.