A Bruxelles c’è qualcosa che unisce e fa tremare insieme banche, imprese e cittadini. E’ il nuovo regolamento europeo sui crediti deteriorati, ossia quei prestiti erogati dalle banche che rischiano di non essere più restituiti, o di esserlo solo in parte, a causa delle difficoltà dei debitori. Le nuove norme prevedono la svalutazione automatica nei bilanci bancari dei crediti in default, definiti tali dopo 90 giorni di ritardo di pagamento per un ammontare pari a 100 euro per le persone fisiche e 500 euro per le imprese. Il nuovo testo, che entrerà in vigore a gennaio 2021, si applicherà a tutte le sofferenze in bilancio. L’impatto sui conti degli istituti di credito è tutto da verificare e porterà in dote una nuova stretta creditizia. Una vera spada di Damocle, definita in gergo tecnico calendar provisioning, che è al centro di un braccio di ferro fra Bruxelles e gli istituti di credito europei. Le nuove regole saranno in grado di “far attribuire la qualifica di cattivi pagatori a una platea molto più ampia di clienti, compromettendone l’accesso al credito e le prospettive di ripresa”, come ha spiegato il direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana, Giovanni Sabatini, nell’audizione sul disegno di legge di bilancio 2021. Un paradosso notevole considerato che nel frattempo la pubblica amministrazione continua a pagare le imprese in ritardo ei 12 miliardi stanziati con il decreto Rilancio per rimediare sono stati spesi solo in piccola parte.
Si allarga la platea dei cattivi pagatori – Finora le svalutazioni sono state infatti applicate automaticamente nei bilanci bancari solo per crediti in default fino ad aprile 2019. Ampliandone lo spettro, la platea dei cosiddetti cattivi pagatori è inevitabilmente destinata ad allargarsi. “Un bel problema per i privati e le Pmi” ha ammesso anche Maurizio Casasco, presidente di Confederazione delle Piccole e Medie Industrie Private Italiane (Confapi). Anche perché “il risultato potrebbe essere devastante nel rapporto tra banche e imprese”. A questo si aggiunge poi il fatto che l’impatto economico del Covid ha ancora contorni indefiniti. “In assenza di interventi pubblici si stima che, a fronte di un’ipotetica riduzione del prodotto interno lordo del 10%, il numero di fallimenti potrebbe crescere fino a 14mila nel 2020 (sono stati circa 11mila nel 2019)”, si legge nell’ultimo rapporto annuale di Bankitalia pubblicato il 29 maggio. “Inoltre il numero delle società di capitali in situazione di probabile insolvenza (stato di crisi) potrebbe superare quota 80mila (il 13 per cento del totale, con quasi 800.000 addetti), contro le 50mila del 2018 (ultimo anno per cui sono disponibili i dati di bilancio)”.
I rischi per il sistema bancario – Con le nuove regole in arrivo, lo scenario a tinte fosche per il mondo produttivo si trasformerà inevitabilmente in un boomerang per il sistema finanziario. “Gli effetti della diffusione dell’epidemia di Covid-19 sull’attività economica espongono il sistema bancario a nuovi rischi” riferisce Bankitalia, che registrava nei bilanci bancari dello scorso anno 147 miliardi di crediti deteriorati lordi, in calo rispetto ai 190 dell’anno precedente. Una cifra che, complice la crisi, è però destinata a risalire, trasformando le banche italiane più deboli in facili prede per potenziali acquirenti stranieri. “Si osserva che il livello di patrimonializzazione inferiore alla media europea e il peso dei crediti deteriorati ancora elevato costituiscono fattori di vulnerabilità, accentuati dai bassi margini di redditività” spiega infatti Bankitalia nello stesso documento.
La tensione sul tema è insomma assai elevata. “E’ necessario avviare un dialogo a livello Ue per rivedere la regolamentazione in materia di sofferenze bancarie. La crisi pandemica è un evento straordinario che richiede azioni politiche tempestive e responsabili” ha evidenziato in una nota Carla Ruocco, presidente della commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Non a caso, il governo sta valutando l’idea di una bad bank nazionale sul modello Sga. Fortunatamente la questione del calendar provisioning non è un tema solo italiano. Anche a Bruxelles si sta discutendo l’ipotesi di uno slittamento delle nuove regole che sono state concepite nel 2013, in un contesto ben diverso da quello attuale.
Condizioni per i prestiti più rigide – “E’ essenziale la modifica della disciplina cosiddetto calendar provisioning, relativa alle coperture obbligatorie dei crediti deteriorati, ovvero alla loro svalutazione automatica con il mero passare del tempo – ha ribadito Sabatini nell’audizione al disegno di legge di bilancio -. A questo proposito, oltre a tener conto dell’effetto materiale dell’emergenza sanitaria, che ha oggettivamente comportato un rallentamento delle procedure di recupero crediti, occorre ragionare non solo e non tanto in termini di costo diretto che le banche sopporteranno dall’applicazione di questa normativa a regime, quanto in termini di effetti restrittivi che tale prospettiva può implicare già oggi, sotto forma di irrigidimento delle condizioni per l’accesso al credito dei clienti e di incentivo alla rapida chiusura delle posizioni problematiche invece che alla ricerca di percorsi di ristrutturazione, che richiedono tempo”. Tempo necessario per evitare che il prezzo della crisi salga in maniera esponenziale per effetto della rigida applicazione dei nuovi principi contabili.
Economia
Banche, con le nuove regole Ue da gennaio sarà “inadempiente” chi è in arretrato di 90 giorni. Più difficile ottenere prestiti e finanziamenti
Le nuove regole per il trattamento e la classificazione dei crediti malati rischiano di pesare sui bilanci degli istituti rendendo più complicata l'erogazione di nuovi finanziamenti. Chiesta una revisione della normativa e un rinvio dell'entrata in vigore- Abi: "Molti più clienti diventeranno cattivi pagatori , compromettendone l’accesso al credito e le prospettive di ripresa"
A Bruxelles c’è qualcosa che unisce e fa tremare insieme banche, imprese e cittadini. E’ il nuovo regolamento europeo sui crediti deteriorati, ossia quei prestiti erogati dalle banche che rischiano di non essere più restituiti, o di esserlo solo in parte, a causa delle difficoltà dei debitori. Le nuove norme prevedono la svalutazione automatica nei bilanci bancari dei crediti in default, definiti tali dopo 90 giorni di ritardo di pagamento per un ammontare pari a 100 euro per le persone fisiche e 500 euro per le imprese. Il nuovo testo, che entrerà in vigore a gennaio 2021, si applicherà a tutte le sofferenze in bilancio. L’impatto sui conti degli istituti di credito è tutto da verificare e porterà in dote una nuova stretta creditizia. Una vera spada di Damocle, definita in gergo tecnico calendar provisioning, che è al centro di un braccio di ferro fra Bruxelles e gli istituti di credito europei. Le nuove regole saranno in grado di “far attribuire la qualifica di cattivi pagatori a una platea molto più ampia di clienti, compromettendone l’accesso al credito e le prospettive di ripresa”, come ha spiegato il direttore generale dell’Associazione Bancaria Italiana, Giovanni Sabatini, nell’audizione sul disegno di legge di bilancio 2021. Un paradosso notevole considerato che nel frattempo la pubblica amministrazione continua a pagare le imprese in ritardo ei 12 miliardi stanziati con il decreto Rilancio per rimediare sono stati spesi solo in piccola parte.
Si allarga la platea dei cattivi pagatori – Finora le svalutazioni sono state infatti applicate automaticamente nei bilanci bancari solo per crediti in default fino ad aprile 2019. Ampliandone lo spettro, la platea dei cosiddetti cattivi pagatori è inevitabilmente destinata ad allargarsi. “Un bel problema per i privati e le Pmi” ha ammesso anche Maurizio Casasco, presidente di Confederazione delle Piccole e Medie Industrie Private Italiane (Confapi). Anche perché “il risultato potrebbe essere devastante nel rapporto tra banche e imprese”. A questo si aggiunge poi il fatto che l’impatto economico del Covid ha ancora contorni indefiniti. “In assenza di interventi pubblici si stima che, a fronte di un’ipotetica riduzione del prodotto interno lordo del 10%, il numero di fallimenti potrebbe crescere fino a 14mila nel 2020 (sono stati circa 11mila nel 2019)”, si legge nell’ultimo rapporto annuale di Bankitalia pubblicato il 29 maggio. “Inoltre il numero delle società di capitali in situazione di probabile insolvenza (stato di crisi) potrebbe superare quota 80mila (il 13 per cento del totale, con quasi 800.000 addetti), contro le 50mila del 2018 (ultimo anno per cui sono disponibili i dati di bilancio)”.
I rischi per il sistema bancario – Con le nuove regole in arrivo, lo scenario a tinte fosche per il mondo produttivo si trasformerà inevitabilmente in un boomerang per il sistema finanziario. “Gli effetti della diffusione dell’epidemia di Covid-19 sull’attività economica espongono il sistema bancario a nuovi rischi” riferisce Bankitalia, che registrava nei bilanci bancari dello scorso anno 147 miliardi di crediti deteriorati lordi, in calo rispetto ai 190 dell’anno precedente. Una cifra che, complice la crisi, è però destinata a risalire, trasformando le banche italiane più deboli in facili prede per potenziali acquirenti stranieri. “Si osserva che il livello di patrimonializzazione inferiore alla media europea e il peso dei crediti deteriorati ancora elevato costituiscono fattori di vulnerabilità, accentuati dai bassi margini di redditività” spiega infatti Bankitalia nello stesso documento.
La tensione sul tema è insomma assai elevata. “E’ necessario avviare un dialogo a livello Ue per rivedere la regolamentazione in materia di sofferenze bancarie. La crisi pandemica è un evento straordinario che richiede azioni politiche tempestive e responsabili” ha evidenziato in una nota Carla Ruocco, presidente della commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Non a caso, il governo sta valutando l’idea di una bad bank nazionale sul modello Sga. Fortunatamente la questione del calendar provisioning non è un tema solo italiano. Anche a Bruxelles si sta discutendo l’ipotesi di uno slittamento delle nuove regole che sono state concepite nel 2013, in un contesto ben diverso da quello attuale.
Condizioni per i prestiti più rigide – “E’ essenziale la modifica della disciplina cosiddetto calendar provisioning, relativa alle coperture obbligatorie dei crediti deteriorati, ovvero alla loro svalutazione automatica con il mero passare del tempo – ha ribadito Sabatini nell’audizione al disegno di legge di bilancio -. A questo proposito, oltre a tener conto dell’effetto materiale dell’emergenza sanitaria, che ha oggettivamente comportato un rallentamento delle procedure di recupero crediti, occorre ragionare non solo e non tanto in termini di costo diretto che le banche sopporteranno dall’applicazione di questa normativa a regime, quanto in termini di effetti restrittivi che tale prospettiva può implicare già oggi, sotto forma di irrigidimento delle condizioni per l’accesso al credito dei clienti e di incentivo alla rapida chiusura delle posizioni problematiche invece che alla ricerca di percorsi di ristrutturazione, che richiedono tempo”. Tempo necessario per evitare che il prezzo della crisi salga in maniera esponenziale per effetto della rigida applicazione dei nuovi principi contabili.
MORTE DEI PASCHI
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Amsterdam, 3 feb. –(Adnkronos) - E' nell'ottica di una semplificazione "in linea con i cambiamenti comunicati" a dicembre al momento dell'uscita di Carlos Tavares, la riorganizzazione annunciata questa mattina da Stellantis. Un 'aggiornamento' che rafforza il ruolo delle singole regioni, accorpa ingegneria e software, rilancia su qualità e marketing e vede l'uscita di scena di alcuni top manager. Decisioni - si spiega in una nota - che "consentono il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione" e "rafforzano ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti" ponendo "le basi per una rinnovata crescita".
A livello di management, Linda Jackson lascia il gruppo e al vertice del brand Peugeot è sostituita da Alain Favey. Abbandona anche Yves Bonnefont, Chief Software Office, visto che "le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente". Nuovo responsabile anche per Jeep, con la nomina di Bob Broderdorf, dal momento che Antonio Filosa - che mantiene il suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America - assume la leadership globale dell’ente Quality, definito "fulcro della promessa dell’azienda ai clienti".
Nuovo capo anche per DS, dal momento che Olivier François - che mantiene la responsabilità di Fiat e Abarth - guiderà un nuovo Marketing Office, per seguire meglio le attività di promozione dei singoli brand e "supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz e Anne Abboud è stata nominata alla guida dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.
Come sottolinea il Chairman di Stellantis John Elkann "gli annunci di oggi semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Confermata la linea sul processo di nomina del nuovo Chief Executive Officer che "è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025".
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.