Fratture, profonde ferite al volto, un edema polmonare, segni di soffocamento. I segni dei colpi trovati sul corpo di Gianmarco Pozzi, 28enne romano ex campione di kick-boxing, trovato morto a Ponza lo scorso 20 agosto, fanno pensare che il corpo del giovane sia stato buttato nell’intercapedine tra i palazzi solo dopo la sua morte. Ne è sicuro Fabrizio Gallo, l’avvocato della famiglia, che al Corriere spiega che la morte di Gianmarco non è stata un incidente: è quello che dice dopo aver letto i risultati della super perizia sul corpo del giovane ordinata dalla sostituta procuratrice di Cassino, Beatrice Siravo, che nelle scorse settimane ha aperto un fascicolo per omicidio.

Inizialmente l’ipotesi più accreditata era quella dell’incidente: alcuni avevano riferito che Pozzi stava passando dai terrazzamenti perché era la via più breve verso il mare; altri dicevano che stava praticando il parkour, lo sport acrobatico in cui si salta da un ostacolo all’altro; i suoi coinquilini hanno riferito che aveva le allucinazioni dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Tutte ricostruzioni che non avevano convinto la famiglia, soprattutto la sorella, Martina Pozzi.

Ai tempi, il medico legale aveva effettuato solo l’esame esterno sul cadavere, senza autopsia. Era stato riconsegnato ai familiari e cremato. Nella super perizia sono state analizzate più di 200 foto del corpo, dei luoghi, oltre alla relazione del medico: secondo la famiglia, Gianmarco è stato assassinato. “Non possiamo escludere che l’omicidio sia avvenuto per profondi screzi in ambito lavorativo – ha detto l’avvocato Gallo al Corriere – Il cerchio è abbastanza stretto, qualcosa si sta muovendo”.

Incongruenze sono state portate all’attenzione della pm anche per quanto riguarda l’ora del decesso e i soccorsi. Al cadavere non è stata presa la temperatura – spiega l’avvocato – quindi non si può sapere con certezza l’ora della morte. Ma i soccorritori del 118 hanno sempre detto che il cadavere era “scuro”, come se il decesso risalisse già a qualche ora prima. Gianmarco Pozzi indossava solo i boxer, era a piedi scalzi: secondo la famiglia, stava fuggendo da qualcuno, che lo ha raggiunto e lo ha massacrato, forse con un’ancora da vite, usata nei vigneti.

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