“Un abuso senza precedente. Oggi libero da sempre innocente”. Uno striscione enorme, esposto in un balcone del quartiere San Cristoforo di Catania, per rimarcare quello che secondo gli ultras del Calcio Catania è da sempre considerato un clamoroso errore giudiziario. Così i supporter etnei hanno accolto il ritorno in città di Antonio Speziale, uscito oggi dal carcere di Messina dopo avere scontato una condanna a otto anni e otto mesi per l’omicidio dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, morto durante gli scontri del derby Catania-Palermo del febbraio 2007. Speziale, all’epoca 17enne, secondo le sentenze ha colpito, con la complicità di Daniele Micale, il poliziotto con un sotto lavello, procurandogli una lesione mortale. Il 31enne, che in questi anni è diventato un vero e proprio simbolo del tifo organizzato a livello mondiale, è arrivato a Catania già in mattinata. Prima l’abbraccio con i genitori e i nipoti e a partire da metà pomeriggio quello con i tifosi. Per alcuni minuti il quartiere San Cristoforo si è trasformato nelle curve dello stadio Cibali. Striscioni, fumogeni e cori hanno bloccato il traffico e l’uscita dal portone di Speziale. Il tifoso ha ringraziato alzando le mani, qualche abbraccio e una birra in un chiosco centro scommesse sotto casa. “La mia condanna è stata un’ingiustizia e chi ha sbagliato pagherà con la giustizia”, ha detto oggi. Il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Lipera, aveva chiesto di anticipare il ritorno in libertà con la concessione degli arresti domiciliari. L’istanza però è stata sempre respinta.
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