“Credo che sia ancora presto per dire se potremo o no riaprire completamente le scuole, anche le superiori” dopo le feste natalizie. Il monito arriva dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, alla conferenza stampa sull’analisi della situazione epidemiologica in Italia. Una situazione che, dopo i miglioramenti delle scorse settimane, dovuti all’efficacia delle misure introdotte dal governo, si trova ora in un momento critico perché, spiega lo stesso Rezza, “l’incidenza dei casi è ancora molto elevata e finché non abbassiamo l’incidenza è difficile parlare di riapertura delle attività“.
I dati del bollettino odierno dimostrano che il calo dei nuovi contagi sta procedendo più lentamente del previsto: i 14.844 positivi accertati oggi sono praticamente gli stessi di 7 giorni fa (14.832). “Oggi abbiamo dei dati contrastanti – analizza Rezza – più di 14mila positivi e rapporto di positività sotto il 10% con un meno 92 di ricoveri in terapia intensiva, tuttavia il dato dei morti a 846 è davvero molto elevato e ciò indica che in questi 2-3 mesi il numero delle persone infettatesi è grande, con una ripresa dell’epidemia imponente”. Inoltre, evidenzia sempre il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, “siamo ancora sopra la soglia critica per l’occupazione dei posti in terapia intensiva e di area medica“. Rezza non nasconde come ci siano rilevanti differenza a livello regionale: “Balza agli occhi il dato del Veneto che sta sopra i 3mila contagi con tasso di positività del 18%, mentre la Lombardia cala e c’è un netto miglioramento in Campania rispetto a un mese fa”.
“Ciò dimostra che le misure restrittive funzionano: le regioni che avevano incidenze più elevate e che sono state sottoposte a misure più restrittive ora stanno meglio delle altre”, sottolinea Rezza in conferenza stampa. Ecco perché, aggiunge, “con l’Italia in zona gialla il pericolo non sarà scampato“. “Ricevo mail un po’ minacciose e rinfacciano alla sanità di rallentare l’economia, ma a rallentare è il virus non le misure: anzi le misure parzialmente restrittive come ora hanno tenuto bassa la circolazione del virus e hanno permesso delle attività”, spiega Rezza. Quindi, “se non si prende alcun provvedimento alla fine saremo costretti a fare il lockdown generale, che è quello che si vuole evitare”.
Serve un ulteriore sforzo, spiega il direttore della Prevenzione, anche a Natale: “E’ chiaro che le feste sono fatte apposta per incontrarsi. Nessuno affetto da sadismo, ma se tante persone si incontrano in luoghi chiusi quelli diventano i contesti in cui il virus corre di più”. Una situazione da evitare, proprio nel momento in cui si apre un primo spiraglio con l’arrivo del vaccino: “Nella prima fase è previsto che si vaccinino gli operatori sanitari e credo che in questo caso l’adesione sarà più elevata e il problema sarà avere tanto vaccino a disposizione. Oltre a loro verrà vaccinato anche il personale delle Rsa e si inizierà a vaccinare anche la popolazione anziana nelle Rsa. Poi la campagna procederà vaccinando prima gli anziani”, ha spiegato Rezza.