Andavamo dietro i pensieri, come fa il vento con le nuvole, è l’incipit dell’ultimo libro di Erri De Luca “L’ospite della Vigilia” Scarno ma essenziale. Profondo. Nell’atmosfera sospesa di un 24 dicembre senza tempo le parole, toccanti, emozionanti, incontrano gli acquarelli di Alessandro Sanna e trasformano una notte di nebbia in un dono raro. La solitudine diventa accoglienza e da quella notte, ogni Natale, fa la stessa mossa e apparecchia per due. Impossibile non vederci la metafora dei tempi bui che stiamo vivendo… Anche Natale è frutto di una guerra notte di pace, l’esercito romano che impone un censimento alla nazione conquistata. E così Natale è una notte di pace in mezzo alla guerra”, scrive Erri.
Chi è l’Ospite della Vigilia?
“L’ospite della vigilia abita un mio racconto di recente offerto a titolo gratuito a Terre Di Mezzo. A quella tavola non ci sono invitati ma si presenta un autista disperso nella nebbia. Credo nell’ospitalità in quel racconto e anche nella vita”, chiosa Erri.
Come passerai il tuo Natale?
“Il Natale è una festa della famiglia e io non ne ho fondata una”, risponde senza rimpianti.
Immagino che per te ci sia poca differenza con il clima di lockdown…
“Evito il termine inglese che ha un senso di serratura chiusa a chiave. Stiamo sperimentando restrizioni, non solo subìte, anche condivise. Nel mio caso di abitante in una casa di campagna ( ndr. sul lago di Bracciano) l’isolamento è stato ben più confortevole. E poi sì, sono abituato”.
Stavi lavorando a un tuo film prima della pandemia a che punto sei?
“Il cinema è assai più lento della scrittura di un libro. Nel frattempo ho contribuito a un sito gratuito di YouTube , “ The Decameron 2020 in cui alcuni scrittori offrono brevi storie ispirate all’epidemia e altrettanti interpreti del cinema e del teatro le leggono filmandoli da casa. La mia storia è stata letta da Julian Sands, interpreti italiani sono in ordine alfabetico Alessandro Gassman, Luigi Lo Cascio, Alessandro Preziosi”.
Ti farai vaccinare?
“Finora ho evitato i vaccini antinfluenzali, preferendo buscarmi la febbre e far reagire l’organismo. Questo vaccino contro l’epidemia lo considero un dovere sociale, un servizio alla comunità”.
E’ noto a tutti il tuo impegno nel sociale. Il lockdown, o se preferisci la semi clausura, ha rimandato e rimandato ancora l’assegnazione della tua Fondazione di cinque borse di studio…
“Non abbiamo potuto incontrare i cinque studenti stranieri, ma abbiamo comunque versato le borse di studio tramite bonifico. I criteri sono condivisi con la comunità di Sant’Egidio per individuare cinque studenti di varie parti del mondo venuti in Italia non solo per studiare ma per fondare una nuova vita. Li seguiamo già da qualche anno”.
Il tuo messaggio sulla religiosità del Natale lo affidi all’epilogo.
“Alla fede non arrivo, credo alla pace, alla buona volontà degli uomini, credo che esista il diritto a una sera come questa in ogni stanza del mondo”.
Anche senza abbracci e cenoni.
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