Un'intervista che racconta l'attrice e la donna: "Vivo l’oggi e sono felice: sto solo con le persone che ho scelto di frequentare, amo e mi sento amata. Sono una donna fortuna, lo scriva pure", ha detto Florinda a FQMagazine. Tra aneddoti (nessuna storia con l'Avvocato, la Callas e il suo amore per Onassis...) e presente, un ritratto inedito
Florinda, lei è stata considerata a lungo una trasgressiva. È una definizione che le piace?
No, per nulla. Perché la trasgressione non è una cosa che mi attrae e non è una parola che mi rappresenta.
C’è una parola che la rappresenta?
(ci pensa qualche secondo) Libertà. Sono nata libera e voglio continuare a esserlo. A un certo punto della mia vita mi sono sentita ingabbiata e ho mollato tutto per cercare di riprendere i miei spazi e i miei tempi. Alla fine l’equilibrio l’ho trovato qui, in mezzo alla campagna: è qui che mi sento felice, è qui che sono libera di essere libera.
Da anni Florinda Bolkan vive alla Voltarina, una proprietà nella campagna di Bracciano, vicino a Roma, terra dal verde lussureggiante dove da tre anni ha fondato un agriturismo e un maneggio. Poco distante le celebrità di mezzo mondo mettono in scena matrimoni blindati ad alto tasso di notorietà, lei invece rifugge da ogni tipo di mondanità. Oggi l’attrice brasiliana ha 79 anni e guarda al passato con sereno distacco. Ha lavorato con i più grandi registi italiani – da De Sica a Elio Petri – che l’hanno trasformata in una delle star del cinema, ma non vive nel culto di se stessa. Piuttosto si gode il presente con Anna Chigi, la principessa con cui ha creato da zero un business in cui si mescolano la passione per i cavalli, l’organizzazione di nozze a prezzi pop, la produzione di olio e marmellate. “Si dice sempre che si torna dove si è stati bene e non è un caso che io abbia messo le radici qui”, racconta a FQMagazine per Ilfattoquotidiano.it in una delle sue rare interviste, sfogliando senza malinconia l’album dei ricordi.
Considera il posto in cui vive il suo buen retiro?
Il mio rifugio, piuttosto. Vent’anni fa passai di qui durante una delle mie lunghe passeggiate a cavallo e percepii un’energia bellissima. Acquistai il terreno e un po’ di tempo dopo ci ho costruito una casa.
Un rifugio piuttosto affollato, però.
Abbiamo alcuni dipendenti a rotazione, quattro camere molto comode per gli ospiti, ci sono asini, galline, cani, gatti e ovviamente i cavalli. Oggi ci sono tutte le restrizioni per il Covid ma a pieno regime, per i brunch del fine settimana abbiamo molte prenotazioni. Tutto merito di Anna, va detto.
La riconoscono?
Certo. Le persone vengono a salutarmi, parlano con me, mi chiedono qualche ricordo della mia carriera.
La domanda che le fanno più spesso?
Perché mi sono ritirata dalle scene.
Lei cosa risponde?
Che non mi sono mai ritirata: semplicemente ho fatto un passo di lato perché sono cambiate le mie priorità. Quando per trent’anni fai l’attrice, vivi sul set e sei costantemente in mezzo alla gente, perdi di vista la vita vera. Pensi al colore del vestito, alla casa, alle ricchezze accumulate e magari ti dimentichi di chiedere a tua sorella come sta.
Qual è stato un momento in cui ha deciso di staccarsi da quella vita?
Non c’è un momento preciso. Ho fatto lo switch quando ho capito che stare a cavallo o prendere la macchina per andare a farmi una passeggiata in spiaggia era più importante che aspettare il prossimo copione. Ho vissuto sempre senza il freno a mano tirato, godendomi tutte le sfumature della vita, ma dopo aver viaggiato e conosciuto tante persone, ho sentito l’esigenza di fermarmi e di respirare.
La Voltarina ricorda la parola «volta», che in portoghese significa ritorno.
In fondo questo è il mio ritorno: all’infanzia, al contatto con la natura.
Che infanzia ha vissuto?
Bellissima, in particolare grazie a mio padre, José Pedro, uomo libero di testa e di spirito. Era un politico e un intellettuale, un poeta che amava parlare di letteratura e di arte. Mi portava ovunque con sé, voleva che scoprissi il mondo. Quando è morto, avevo otto anni e ho sofferto tantissimo.
Mi dice un suo ricordo, in un solo scatto?
Io seduta sulle sue gambe, nel suo studio pieno di libri, mentre mi recita le sue poesie.
Cosa le ha insegnato?
A essere libera, ad amare senza limiti.
Ha più amato o è più stata amata?
Non saprei risponderle. “Le rispondo io allora: è più stata amata. Tutti la volevano e la desideravano, ma lei era inafferrabile”, interviene Anna Chigi, instancabile e dinamica, da anni sempre al suo fianco.
In un’epoca in cui le star del cinema si nascondevano dietro storie di facciata, lei faceva quello che nessuno osava fare e cioè non sposarsi e avere figli.
Ho sempre fatto ciò che mi rendeva felice. Mi sono divertita e non ho mai avuto un problema: produttori e uffici stampa non mi hanno mai imposto nulla perché sapevano che non avrei accettato. Ho sempre deciso io come scrivere la mia vita.
Enrico Lucherini realizzò una delle sue epiche «lucherinate»: per lanciare un film con lei e Richard Burton, s’inventò che Liz Taylor era finita in clinica dopo aver visto una foto in cui ballavate assieme.
All’epoca si usavano molto questi stratagemmi. La cosa che mi fa più ridere è che dopo quarant’anni ancora se ne parli con scalpore. Ma posso dire di aver conosciuto bene sia Burton che la Taylor.
Nel senso che il flirt con Burton lo ebbe davvero? Qui si riscrive la storia del gossip.
(ride) Preferirei sorvolare. Ma sa quanti flirt sono riuscita a tenere nascosti? Come la storia che ebbi con Ryan O’Neal, lo storico compagno di Farah Fawcett. È la prima volta che lo dico.
Lucherini lo frequenta ancora?
No, non lo vedo da anni. È sparito e non so perché. Ma non rimpiango il passato: non ho molti anni da vivere e voglio concentrarmi sul presente.
Ha chiuso da tempo con la sua storica produttrice Marina Cicogna. Perché di lei non parla mai nelle interviste?Proprio perché sono passati tanti anni. E perché sono diventata diplomatica: se una cosa mi crea imbarazzo, mi defilo.
Sfogliamo l’album della sua carriera. Lei è stata diretta anche da Vittorio De Sica: di lui cosa ricorda?
Erano i primi anni ’70, tutti mi cercavano. A lui dissi sì a occhi chiusi: lo vedevo come un dio, lo adoravo. Morì poco dopo l’uscita del film.
Un legame speciale lo ebbe con Giuseppe Patroni Griffi.
È stato il mio maestro, quello che mi ha cambiato la vita scegliendomi come protagonista di Metti una sera a cena. Ci pensa alla fortuna immensa che ho avuto? Ho lavorato non solo con Peppino ma con Montaldo, Elio Petri, con Enrico Maria Salerno grazie al quale vinsi il David per Anonimo Veneziano. Tutti mi hanno spinto ad alzare l’asticella, a conoscere e a coltivare il bello.
Pensa di essere stata più talentuosa o fortunata?
Questo lavoro si fa bilanciando fortuna e talento. Ma se non sei determinata, non vai da nessuna parte.
Se dico Luchino Visconti?
Dice orgoglio. L’orgoglio di aver incrociato il mio cammino con il suo. S’immagini una brasiliana di Fortaleza che si ritrova all’improvviso nel salotto intellettuale italiano. Mi diresse ne La caduta degli dei, poi mi prese sotto la sua ala. Passai in pochi mesi dalle notti folli nei locali trasgressivi della Roma dei primi anni ’70 – dove tutti mi corteggiavano e mi volevano – a cenare con Elsa Morante, Toscanini, Maria Callas. Luchino mi voleva bene come un padre ed io gli volevo bene come una figlia. Mi ha aperto lo sguardo sul mondo.
Com’era stare al fianco di un mito vivente come la Callas?
Ricordo che ne ero intimorita e al tempo stesso affascinata. All’epoca stava con Onassis e alternava momenti di felicità e sconforto assoluto: non era facile parlare con lei, perché era molto chiusa.
Alberto Sordi l’ha diretta in Il comune senso del pudore.
Quanto ho riso con lui. Ma anticipo la sua prossima domanda: non ci ha mai provato con me. Sarà che sono sempre stata percepita come una che incute soggezione, anche negli uomini, e forse questo mi ha risparmiato i tentativi di molestia.
Mai successo?
Una sola volta, quando ero agli esordi. Sono stata brava a scappare subito quando ho visto che un regista cercava di abbassarsi i pantaloni.
Dopo tanti film, a metà anni ’80 fu tra i protagonisti de La piovra, una serie tv che divenne un fenomeno.
Ancora oggi molti si ricordano di me per La piovra, come se prima non avessi fatto altro. L’Italia si fermava per quello sceneggiato, fu un fenomeno clamoroso ma quando accettai, non immaginavo che avrebbe avuto quel successo. Ho sempre scelto per curiosità o perché sentivo che un personaggio mi avrebbe portato a esplorare un universo emotivo nuovo.
Ha detto molti no?
No, anzi, ho detto troppi sì. Ero avida di lavoro, non volevo mai staccare.
Quanto le piaceva la notorietà?
Adoravo essere famosa e cercavo sempre progetti che pensavo potessero piacere al mio pubblico.
Il suo ultimo lavoro è stato un cameo nel film Magari, di Ginevra Elkann. Come l‘ha convinta?
È amica di famiglia e quando è venuta qui a spiegarmi la sua idea, ho detto subito di sì. Nel film sono sua nonna, la mamma di Alain Elkann. Ginevra qualche ricordo di me lo aveva perché ero molto legata a Gianni Agnelli: quando stavano a Roma, ero una di casa.
L’Avvocato aveva fama di seduttore seriale: ci ha provato con lei?
No, si figuri. Io conoscevo tutto di lui, lui conosceva tutto di me.
Le arrivano ancora molte proposte lavorative?
Tante, sia per film che per serie tv, molte anche dal Brasile. Dico di no a tutte, un po’ perché non ho più la memoria di un tempo e un po’ perché dovrei tornare in un mondo che non mi appartiene. Certo, se arrivasse la telefonata di Paolo Sorrentino ci penserei.
Un sogno professionale ce l’ha?
Ho una storia pronta come regista ma non credo che riuscirò a realizzarla. Del resto nel 2000 girai Eu Nãu Conhecia Tururu, una storia tutta al femminile: è stato in molti festival nel mondo ma non è mai stato distribuito in Italia perché ebbi un litigio con la mia ex socia. È stata dura terminare il film.
Alla Voltarina cosa fa?
Sono pigra. Guardo molti film, leggo, faccio passeggiate, do qualche suggerimento in cucina. Viviamo in una zona in cui si organizzano nozze di lusso sfrenato e da quando Anna si è inventata i matrimoni a 35 euro a persona, siamo invasi di richieste.
Le manca non aver avuto figli?
Non ho mai sentito l’esigenza di diventare mamma.
Ha mai ceduto ai ritocchi estetici?
Sono l’unica brasiliana cui non è mai interessata la chirurgia. Porto con indifferenza le imperfezioni del tempo.
Che rapporto ha con il tempo che passa?
Nessuno, perché non ci penso. Vivo l’oggi e sono felice: sto solo con le persone che ho scelto di frequentare, amo e mi sento amata. Sono una donna fortuna, lo scriva pure.