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Gianfranco Vissani e il figlio Luca furibondi: “Cosa facciamo tra il 24 e 6 gennaio? Compriamo la merce?”. E lanciano un appello

Lo chef è molto arrabbiato, per usare un eufemismo. E con l'Ansa sfoga tutto il suo malcontento: "Vogliono richiudere i ristoranti per le feste di Natale? Nessun problema, ma prima di deciderlo il Governo ci invii i soldi per salvare le nostre aziende, pagare i dipendenti e i fornitori"

“Dal governo abbiamo ottenuto 1.200 euro da marzo a oggi, il ristori richiesto a novembre ancora non si è visto”. Gianfranco Vissani è molto arrabbiato, per usare un eufemismo. E con l’Ansa sfoga tutto il suo malcontento: “Vogliono richiudere i ristoranti per le feste di Natale? Nessun problema, ma prima di deciderlo il Governo ci invii i soldi per salvare le nostre aziende, pagare i dipendenti e i fornitori”, dice il proprietario dello stellato Casa Vissani, che si trova vicino a Orvieto e che oggi è passato in gestione al figlio Luca. Uno dei ristoranti che ha riaperto? Sì. “Abbiamo deciso di riaprire da quando l’Umbria è tornata in fascia gialla nella lotta al Covid, ma l’abbiamo fatto solo per necessità, nella speranza di racimolare qualcosa per pagare i nostri dipendenti”. Insomma, una situazione critica, comune a molti ristoratori. Nel caso di Vissani è stato “necessario ricorrere alla cassa integrazione” ma per il futuro lo chef chiede una “maggiore coesione” nell’ambiente e anzi, Luca Vissani lancia un appello: “Questo sarebbe il momento di dare vita a una grande manifestazione di protesta. Per Natale e Capodanno tutti i ristoranti d’Italia dovrebbero decidere di restare aperti”. Anche perché il problema posto è, di nuovo, quello di tanti che gestiscono attività legate alla ristorazione: “Cosa potremo fare tra il 24 dicembre e il 6 gennaio, dobbiamo ordinare la merce, organizzare il lavoro con i collaboratori. Quando pensano di dirci cosa possiamo o non possiamo fare?“.