Piccolo stupidario del fine settimana calcistico, con il titolo che vuole essere un tributo (a modo nostro) alla fortunata trasmissione Mediaset - In questa puntata le panchine bollenti (e le conseguenti dichiarazioni) di Fiorentina e Bologna. E la poltrona sempre più scomoda di Tiki Taka
“Hey fusto, la vuoi sentire una nuova?”, “Sì, perché no?”, “Toc, toc”. “Chi è?”. È il panettone di Kitikaka. Uvetta dolceamara alla Prandelli. Canditi volatili per diabetici alla Mihajlovic. E sopra un morbido strato di nocciole piemontesi alla Chiambretti. Il timore, l’incertezza, l’incubo assillante non ci fa dormire la notte. Il santino di Zamparini appoggiato sul comodino trema. Ma ce la faranno i nostri eroi a mangiare il panettone a Natale? Sciur padrun da li beli braghi bianchi non faccia il perfido Scrooge. Per Cesare, Sinisa e Pierino almeno una fetta di panettone in freezer qualcuno la lasci. Abituati alla variante pere (tante) e cioccolata (qualche granella) il rischio per i tre è passare vigilia, antivigilia, Natale e Santo Stefano senza il lasciapassare firmato Lamorgese.
Il tecnico serbo, dopo le cinque pere senza glassa sorbite durante il match Bologna-Roma, ha scaricato come al solito barile. “Abbiamo perso?” – si è chiesto nel post partita a reti unificate, dopo l’ulteriore elogio con lacrime di commemorazione del compagno Arkan – “Colpa degli assembramenti in centro”. Squadra in ritiro. Anche se non si sa bene dove: Casalecchio di Reno? Molinella? San Lazzaro di Savena? Probabilità di mangiare il panettone: 50% con lievitazione attorno a metà gennaio quando i 19 punti di inzaghiana memoria diventeranno un fantozziano confronto thriller. All’ex ct della nazionale in quel di Firenze oramai nemmeno dice più nulla nessuno. Nemmeno tra i bischeri di Trentesimo Minuto su Toscana Tv si è sollevata qualche obiezione al porello omino col dolcevita, quattro partite, un pareggio e tre sconfitte. Simon Pagnini che in fatto ad indumenti attorno al collo concorre con Dino Erre Collofit per il nodo (scorsoio) alla cravatta 2020 ha lasciato spazio a un desolato Leonardo Petri. Ecche vu volete? “Si è arrivati sul fondo e si continua a scavare”.
“Guardiamo il film della partita Fiorentina-Atalanta? Io eviterei, è un film di Dario Argento”. E se in studio c’era anche l’avvocato Magli (Kitikaka ve l’aveva detto no? C’è sempre un avvocato ospite in un salotto sportivo tv) a dar manforte al Petri non c’è nemmeno più gusto nel tiro al piccion Cesare: “Che tu vo combattere? È da un po’ che abbiamo vinto la guerra”. Probabilità di mangiare il panettone per Prandelli? 45% con marron glaces sfracellati. Infine c’è il povero Chiambretti. Sempre più solitario, sempre più notturno, sempre più Oroscopone. Il suo Tiki Taka non trova il bandolo della matassa e ogni lunedì si affida al lancio lungo di un portiere dell’Interregionale. Il salottino di Pierino più si riempie di ospiti più si sgonfia come un SuperTele finito tra i rovi. Abbandonato l’esperimento del delirante Viperetta a ruota libera, c’è chi in studio ha realmente chiamato la neuro, Piero ha pensato di salvarsi con una gang bang vagamente geriatrica. Solo che nel suo studio nero come la pece, puntellato di stellette Champions e figurine Panini penzolanti e sinistre come fossero locandine del film Nosferatu, nell’ultima puntata si è raggiunto l’apice della farcitura alla crema antica.
Mughini assopito, appena risvegliato con il classico “ehm ehm” del conduttore con contemporaneo battere di piede per terra. Il ritorno di Paolo Liguori come esperto sportivo, fresco e moderno come gli stivaletti da montagna a pelo lungo. Un catatonico Pasquale Bruno con occhialone a specchio viola, dolcevita rubato dall’armadio di Prandelli, e l’arzilla tonicità dei tre vecchietti di Aldo, Giovanni e Giacomo. Carolina Morace in nome dei tempi in cui Totò Schillaci si pettinava con la riga in mezzo. Infine il Zazza. 62 anni che sembrano 64, con freddure agghiaccianti, sontuosamente calboniane: “Altro che parterre de roi, questo è un parterre de foie”. (che si leggono ruà e fuà, capito eh?). Chiambretti che esordisce dicendo: “Possiamo cominciare a farci domande”; che inizia la trasmissione disquisendo degli accoppiamenti delle italiane nelle coppe (è mezzanotte, è l’ora di Dracula); elargendo battute come c’è Porto – Juventus? “Pirlo è da un mese che dice Porto pazienza, Porto pazienza (la spieghiamo questa o ci pensa Zazza?). Apice da struttura residenziale protetta quando il conduttore si rivolge a Mughini chiedendo se Porto – Juventus è una partita facile. E lo stanco Giampiero: “Non esistono partite facili. Vedi Piero quando con amici ci mettemmo d’accordo per vedere Italia-Corea del Nord (1966 ndr) avevamo preparato da mangiare ma decidemmo di mangiare dopo per festeggiare la vittoria…”. Probabilità di mangiare il panettone per Chiambretti? 34% ma già ammuffito ai lati.