Non ci sono, in Italia, zone di “non permeabilità” alla criminalità organizzata, anche se le province il cui il rischio è maggiore coincidono con quelle con la maggiore arretratezza economica e sociale del Paese. Di fatto, sono le province calabresi e campane a presentare i valori più elevati dell’Indice di permeabilità alla criminalità organizzata (Ipco), secondo una ricerca Eurispes, realizzata nell’ambito del Protocollo d’intesa con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e presentata oggi a Roma. Secondo il procuratore Federico Cafiero de Raho, a capo della Dna, “non è l’arretratezza socioeconomica che genera le mafie, ma sono le mafie che causano l’arretratezza. Senza le mafie il nostro Paese sarebbe il primo Paese al mondo”. Dati preoccupanti arrivano non solo dal Sud: nella provincia di Roma il livello di permeabilità cresce di 3,28 punti e la fa balzare in graduatoria di 44 posizioni. Non va meglio alla provincia di Milano, il cui livello è cresciuto del 2,57, salendo di 39 posizioni. Questi dati sono dovuti al fatto che sono diverse le cause di permeabilità lungo la Penisola. E, anche se si registra un calo generale delle condizioni che consentono ai clan di penetrare nel tessuto sociale, economico, politico delle varie aree del Paese, le eccezioni (come quelle di Roma e Milano) non mancano. “In generale nelle province del Sud la vulnerabilità è principalmente dovuta a forme di fragilità economico-sociali, che spingono i gruppi criminali a forme più tradizionali di controllo del territorio, che generano a loro volta una maggiore fragilità” spiega il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, sottolineando che “nelle province del Nord la vulnerabilità è più legata al mondo produttivo, dove i gruppi criminali possono infiltrarsi in virtù della forza finanziaria ottenuta attraverso proventi illeciti”.
LA POLARIZZAZIONE TRA NORD E SUD – Lo studio conferma, anche un collegamento fra il fenomeno e il manifestarsi di crisi economico-finanziarie nazionali e internazionali. E questa, visti i tempi che viviamo e la crisi innescata dalla pandemia dovuta al Covid-19, non è certo una buona notizia. Attraverso l’analisi e l’incrocio di 163 indicatori specifici, è stato costruito un indice (ottenuto combinando 19 indicatori compositi) con l’obiettivo di rappresentare per ogni singola provincia il grado di permeabilità (e quindi anche di resistenza) rispetto alle strategie adottate dalla criminalità organizzata e di misurare, sostanzialmente, due fattori: vulnerabilità e appetibilità dei territori. I valori più alti dell’indice sono misurati per le province del Mezzogiorno, mentre nel Nord-Est si trovano i valori più bassi. Le prime due province sono Crotone e Vibo Valencia, rispettivamente con valori di 108,62, e 107,29, la terza è Napoli e la quarta è Reggio di Calabria, con valori simili tra loro (106,89 e 106,88). Per queste quattro province si evidenzia una spiccata permeabilità. L’unica provincia del Nord d’Italia tra le prime 10 è Imperia, ottava nella graduatoria. Le province meno esposte alla criminalità organizzata si trovano in Lombardia e in Friuli-Venezia Giulia: sono Monza e della Brianza, Como, Udine, Pordenone e Lecco. Anche la mappa dei valori aggregati per Regione conferma sostanzialmente l’andamento provinciale.
CRESCE LA RESISTENZA, MA NON A ROMA E MILANO – Ad eccezione delle province di Roma e Milano, l’analisi dinamica (nel tempo) dell’indice ha messo invece in luce una generale crescita della resistenza alla criminalità organizzata, con una minore polarizzazione tra Nord e Sud rispetto all’analisi che si basa solo sulla situazione attuale. Altre province che mostrano valori in crescita sono Chieti (+2,08) e due province siciliane, Siracusa e Messina, che non solo hanno valori in crescita ma anche alti. E che si aggiungono, in Sicilia, a quelli di Palermo e Agrigento, che pure hanno visto aumentare la propria permeabilità. Tra le province più virtuose c’è Bolzano (indice IPCO è calato di 8,38 punti, scendendo in graduatoria di 71 posizioni). Altre province che si sono distinte positivamente sono Matera (-4,86), Terni (-4,74) e Lodi (-4,70).
LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SI ADATTA AI TERRITORI – Molto polarizzati tra Nord e Sud gli indicatori della povertà, del mercato del lavoro e quello dell’inadeguatezza delle Istituzioni. Al contrario, gli indicatori sulle banche, sui servizi e quello sulle condizioni finanziarie delle famiglie delineano una connotazione geografica più debole. In questo contesto, se la permeabilità del Sud è principalmente dovuta alla vulnerabilità sociale, quella del Nord è legata soprattutto alle possibilità speculative e di profitto. “La criminalità organizzata – spiega Gian Maria Fara – ha dimostrato di saper adattare le proprie strategie di crescita ai bisogni del territorio, riuscendo spesso a presentarsi come alternativa alle risorse legali, soprattutto per le categorie sociali più vulnerabili”. Secondo il presidente di Eurispes “ciò permette a queste organizzazioni di aumentare sia il loro controllo sul territorio, sia il sostegno ricevuto da parte dello stesso”. Inoltre, infiltrandosi nei tessuti produttivi legali, la criminalità organizzata mimetizza le proprie condotte “rendendo più difficile distinguere tra legale e illegale. Ciò avviene – aggiunge – tanto per i processi produttivi, quanto per le risorse usate e per le forme organizzative e di competizione, con grave danno delle realtà imprenditoriali più virtuose, della credibilità di un intero sistema economico, della fiducia nella sua struttura finanziaria”.
Mafie
La criminalità organizzata è ovunque in Italia, ma cresce la resistenza. Ecco la mappa. De Raho: “Sono le mafie a creare arretratezza”
Quali sono le province a presentare i valori più elevati dell’Indice di permeabilità alla criminalità organizzata (Ipco), secondo una ricerca Eurispes, realizzata nell’ambito del Protocollo d’intesa con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e presentata oggi a Roma
Non ci sono, in Italia, zone di “non permeabilità” alla criminalità organizzata, anche se le province il cui il rischio è maggiore coincidono con quelle con la maggiore arretratezza economica e sociale del Paese. Di fatto, sono le province calabresi e campane a presentare i valori più elevati dell’Indice di permeabilità alla criminalità organizzata (Ipco), secondo una ricerca Eurispes, realizzata nell’ambito del Protocollo d’intesa con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e presentata oggi a Roma. Secondo il procuratore Federico Cafiero de Raho, a capo della Dna, “non è l’arretratezza socioeconomica che genera le mafie, ma sono le mafie che causano l’arretratezza. Senza le mafie il nostro Paese sarebbe il primo Paese al mondo”. Dati preoccupanti arrivano non solo dal Sud: nella provincia di Roma il livello di permeabilità cresce di 3,28 punti e la fa balzare in graduatoria di 44 posizioni. Non va meglio alla provincia di Milano, il cui livello è cresciuto del 2,57, salendo di 39 posizioni. Questi dati sono dovuti al fatto che sono diverse le cause di permeabilità lungo la Penisola. E, anche se si registra un calo generale delle condizioni che consentono ai clan di penetrare nel tessuto sociale, economico, politico delle varie aree del Paese, le eccezioni (come quelle di Roma e Milano) non mancano. “In generale nelle province del Sud la vulnerabilità è principalmente dovuta a forme di fragilità economico-sociali, che spingono i gruppi criminali a forme più tradizionali di controllo del territorio, che generano a loro volta una maggiore fragilità” spiega il presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, sottolineando che “nelle province del Nord la vulnerabilità è più legata al mondo produttivo, dove i gruppi criminali possono infiltrarsi in virtù della forza finanziaria ottenuta attraverso proventi illeciti”.
LA POLARIZZAZIONE TRA NORD E SUD – Lo studio conferma, anche un collegamento fra il fenomeno e il manifestarsi di crisi economico-finanziarie nazionali e internazionali. E questa, visti i tempi che viviamo e la crisi innescata dalla pandemia dovuta al Covid-19, non è certo una buona notizia. Attraverso l’analisi e l’incrocio di 163 indicatori specifici, è stato costruito un indice (ottenuto combinando 19 indicatori compositi) con l’obiettivo di rappresentare per ogni singola provincia il grado di permeabilità (e quindi anche di resistenza) rispetto alle strategie adottate dalla criminalità organizzata e di misurare, sostanzialmente, due fattori: vulnerabilità e appetibilità dei territori. I valori più alti dell’indice sono misurati per le province del Mezzogiorno, mentre nel Nord-Est si trovano i valori più bassi. Le prime due province sono Crotone e Vibo Valencia, rispettivamente con valori di 108,62, e 107,29, la terza è Napoli e la quarta è Reggio di Calabria, con valori simili tra loro (106,89 e 106,88). Per queste quattro province si evidenzia una spiccata permeabilità. L’unica provincia del Nord d’Italia tra le prime 10 è Imperia, ottava nella graduatoria. Le province meno esposte alla criminalità organizzata si trovano in Lombardia e in Friuli-Venezia Giulia: sono Monza e della Brianza, Como, Udine, Pordenone e Lecco. Anche la mappa dei valori aggregati per Regione conferma sostanzialmente l’andamento provinciale.
CRESCE LA RESISTENZA, MA NON A ROMA E MILANO – Ad eccezione delle province di Roma e Milano, l’analisi dinamica (nel tempo) dell’indice ha messo invece in luce una generale crescita della resistenza alla criminalità organizzata, con una minore polarizzazione tra Nord e Sud rispetto all’analisi che si basa solo sulla situazione attuale. Altre province che mostrano valori in crescita sono Chieti (+2,08) e due province siciliane, Siracusa e Messina, che non solo hanno valori in crescita ma anche alti. E che si aggiungono, in Sicilia, a quelli di Palermo e Agrigento, che pure hanno visto aumentare la propria permeabilità. Tra le province più virtuose c’è Bolzano (indice IPCO è calato di 8,38 punti, scendendo in graduatoria di 71 posizioni). Altre province che si sono distinte positivamente sono Matera (-4,86), Terni (-4,74) e Lodi (-4,70).
LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA SI ADATTA AI TERRITORI – Molto polarizzati tra Nord e Sud gli indicatori della povertà, del mercato del lavoro e quello dell’inadeguatezza delle Istituzioni. Al contrario, gli indicatori sulle banche, sui servizi e quello sulle condizioni finanziarie delle famiglie delineano una connotazione geografica più debole. In questo contesto, se la permeabilità del Sud è principalmente dovuta alla vulnerabilità sociale, quella del Nord è legata soprattutto alle possibilità speculative e di profitto. “La criminalità organizzata – spiega Gian Maria Fara – ha dimostrato di saper adattare le proprie strategie di crescita ai bisogni del territorio, riuscendo spesso a presentarsi come alternativa alle risorse legali, soprattutto per le categorie sociali più vulnerabili”. Secondo il presidente di Eurispes “ciò permette a queste organizzazioni di aumentare sia il loro controllo sul territorio, sia il sostegno ricevuto da parte dello stesso”. Inoltre, infiltrandosi nei tessuti produttivi legali, la criminalità organizzata mimetizza le proprie condotte “rendendo più difficile distinguere tra legale e illegale. Ciò avviene – aggiunge – tanto per i processi produttivi, quanto per le risorse usate e per le forme organizzative e di competizione, con grave danno delle realtà imprenditoriali più virtuose, della credibilità di un intero sistema economico, della fiducia nella sua struttura finanziaria”.
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La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
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A Milano indagine per evasione fiscale su Twitter-X. Mancati pagamenti Iva per 12,5 milioni
Cronaca
Francesco, condizioni critiche ma stazionarie: “Nuova tac di controllo”. Ha visto il cardinale Parolin. Buenos Aires in ansia per il ‘suo’ Papa
Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.