Il via libera al vaccino anti-Covid in Europa potrebbe arrivare già prima di Natale. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha confermato le notizie uscite nella mattinata da diverse fonti europee, annunciando che si riunirà il prossimo 21 dicembre per decidere sull’autorizzazione del vaccino Pfizer-BioNTech. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su Twitter ha rilanciato la notizia: “Ogni giorno conta. Lavoriamo alla massima velocità per autorizzare i vaccini per il Covid 19. Accolgo le novità dell’Ema che anticipano l’incontro per discutere del vaccino Pfizer-BionTech prima di Natale. Probabile che i primi europei siano vaccinati prima della fine del 2020“.
“Dopo avere ricevuto lunedì sera i dati aggiuntivi richiesti dal Chmp (il Comitato Ema per i medicinali a uso umano, ndr) all’azienda, e in attesa dell’esito della sua valutazione, è stato programmato un incontro eccezionale del Chmp per il 21 dicembre per concludere se possibile” sull’ok al prodotto-scudo. Questo è l’annuncio completo divulgato dall’ente regolatorio Ue. Ufficialmente l’Ema avrebbe dovuto decidere sul via libera al vaccino il 29 dicembre, ma da più parti sono arrivate pressioni per un’accelerazione nella procedura di autorizzazione. Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, questa mattina aveva sottolineato in una nota il suo “auspicio” che l’Ema, “nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza, possa approvare il vaccino Pfizer Biontech in anticipo rispetto a quanto previsto e che al più presto le vaccinazioni possano iniziare anche nei Paesi dell’Ue”. Un comunicato con gli stessi contenuti era stato diffuso poco prima dal ministro della Salute tedesco, Jens Spahn.
Guido Rasi, ex direttore esecutivo Ema, all’Ansa spiega che una volta avuto l’ok dell’Agenzia, “il passaggio alla Commissione europea per l’approvazione definitiva potrebbe avvenire con tutta probabilità entro 48 ore“. A quel punto, “il vaccino sarebbe utilizzabile dal giorno dopo nei Paesi Ue”. Se la macchina distributiva e quella logistica sono pronte, e con la contestuale e immediata validazione da parte di Aifa, l’Italia potrebbe a quel punto cominciare la sua campagna di vaccinazione. Dalla Germania, dove la Bild per prima ha dato la notizia di un’accelerazione nell’iter per l’autorizzazione, il ministro Spahn ha spiegato: “Siamo ottimisti che si possa avere un’autorizzazione del vaccino in Europa il 23 dicembre“. Spahn conferma quindi che Berlino punta a far partire le vaccinazioni entro la fine dell’anno e in particolare avrebbe fissato la data del 26 dicembre per la distribuzione delle prime dosi.
Intanto la multinazionale Pfizer, stando a quanto scrive l’Ansa citando fonti aziendali, sta valutando vari altri siti produttivi già esistenti, in Europa e negli Stati Uniti, che siano adeguati a rafforzare la produzione del vaccino anti-Covid elaborato insieme all’azienda tedesca BionTech. Al momento sono attivi per il nuovo vaccino 4 siti di produzione Pfizer (3 in Usa ed uno in Europa, in Belgio) ai quali si aggiungono i siti produttivi di BionTech in Germania.
Ricciardi: “Sia obbligatorio per operatori sanitari” – L’Europa spera quindi di poter cominciare a breve a distribuire le prime dosi di vaccino, che in Italia sono destinate principalmente agli operatori sanitari. Per questo il consigliere del ministero della Salute Walter Ricciardi propone, solo per loro, anche l’obbligatorietà: “Si può inserire una clausola per gli operatori sanitari e per quelli a stretto contatto con il pubblico e rendere obbligatorio il vaccino”. “Se non faranno il vaccino, io sono per una forma di obbligo“, ha spiegato Ricciardi, consigliere del ministero della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, intervenuto ad Agorà su Rai3. “Proteggere se stessi per proteggere gli altri“, sintetizza Ricciardi, sottolineando anche che “quest’anno la campagna sulla vaccinazione antinfluenzale sta andando molto bene, l’abbiamo messa in certe regioni come obbligatoria e in alcune regioni abbiamo superato il 70%. Dunque si può, con un mix di promozione” e convincimento, incentivare alla vaccinazione. “Ma se questa non ha effetto, si può inserire una clausola per gli operatori sanitari e per quelli a stretto contatto con il pubblico, e rendere obbligatorio il vaccino”.
Ippolito: “75% popolazione coperta a novembre” – Per il consulente di Speranza, infine, il lockdown è inevitabile. “I morti non diminuiscono, crescono. Nessuno se lo può permettere”, afferma. Della stessa opinione è Giuseppe Ippolito: “Il virus è ancora lì e si diffonde sempre allo stesso modo, è pericoloso oggi come lo era a marzo scorso e come lo sarà a marzo del 2021 se non saremo stati intelligenti durante le festività di fine anno. In Italia ci sono stati 30mila decessi per il coronavirus da quando, a fine maggio, qualcuno disse che il virus clinicamente non esisteva più“, spiega il direttore scientifico dello Spallanzani al Corriere della sera. Sull’ipotesi che la pandemia resti un problema per tutto il 2021, Ippolito sottolinea: “Assolutamente sì, e dico questo con ottimismo grazie alla disponibilità dei vaccini che ci potranno permettere un progressivo allentamento di alcune restrizioni. La campagna di vaccinazione della popolazione dovrebbe concludersi, imprevisti permettendo, alla fine dell’estate, quindi non prima del prossimo novembre potremo avere una consistente percentuale della popolazione – almeno il 75% – coperta da immunità vaccinale. Sino ad allora non dovremo dimenticarci che le armi di difesa, e le conosciamo bene da quasi un anno, rimangano parte della nostra vita quotidiana”. Sui vaccini “occorre convinzione e non costrizione, non sono convinto delle misure obbligatorie. Ma questo non esclude che ci possano essere attività, professionali e non, per svolgere le quali sia richiesto il vaccino a tutela degli altri”.
L’attesa di un vaccino si intreccia alle preoccupazione per le festività del Natale, che potrebbero diventare la miccia di una terza ondata ancora più vigorosa della seconda. Gli esperti sono d’accordo con le indicazioni arrivate lunedì dal Comitato tecnico scientifico, che ha chiesto regole dure durante le festività, altrimenti “a gennaio saremo nei guai“. Se non si fa attenzione durante le feste, il prossimo marzo sarà come quello del 2020, ha ribadito oggi Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e componente del Cts, spiegando appunto che la corsa alla vaccinazione si concluderà nel migliore dei casi a fine estate, garantendo una copertura efficace solo il prossimo autunno. La campagna vaccinale, infatti, partirà a gennaio ma – rileva lo stesso Speranza – “il vaccino non arriverà subito per tutti”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha raccolto il monito e parla di nuove restrizioni “necessarie” per “scongiurare a ogni costo una terza ondata”.