I servizi segreti diventano oggetto di dibattito all’interno degli scontri interni alla maggioranza di governo. Il motivo? Il fatto che Giuseppe Conte abbia tenuto per sé la delega. Una scelta compiuta già ai tempi del governo gialloverde, e poi mantenuta anche durante l’esecutivo nato dall’alleanza tra M5s e Pd. E che recentemente è stata usata da Matteo Renzi per attaccare il presidente del consiglio. Il leader di Italia viva trova una sponta nel Pd, dove Enzo Amendola condivide le perplessità sul premier titolare della delega all’intelligence. Confermando “l’amicizia e il rispetto” nei confronti di Conte credo che la delega sui servizi segreti sia un “onere molto grande per il presidente del consiglio, su quello aprirei una riflessione, non per mancanza fiducia ma perché sappiamo bene che nello scenario multilaterale e politico internazionale è una delega gravosa di grandi responsabilità, una riflessione la farei”, ha detto il ministro per gli Affari Europei a Omnibus.
Praticamente la stessa linea tenuta da Renzi, che già in Senato ha annunciato a Conte l’intenzione di voler togliere l’appoggio al governo se l’esecutivo non avesse azzerato la cabina di regia sul Recovery plan. E aveva inserito nel dibattito anche la questione dell’intelligence: “Se c’è un provvedimento che tiene la Governance del Next generation Ue e la norma sui servizi segreti noi votiamo contro”, erano le parole di Italia viva. Che ieri, a Cartabianca, è tornato sull’argomento: “I servizi segreti sono di tutti“, ha detto riferendosi al fatto che il premier Conte ha tenuto per se la delega per l’intelligence. “Questa cosa va cambiata i presidenti del consiglio si fanno aiutare da una persona che ha una forza istituzionale”. Sul tema è tornata oggi Maria Elena Boschi in un’intervista al Messaggero in cui spiega le istanze d’Italia viva all’incontro col premier di giovedì mattina: “Chiederemo di valutare bene la questione dei servizi segreti: difficile continuare a tenere la delega quando ci sono così tanti problemi aperti. Ricordo che, grazie a un ottimo lavoro di sponda con i servizi, Renzi e Minniti riuscirono a liberare in poche ore un peschereccio preso dai libici nel 2015. Una identica situazione verificatasi nel 2020 non è stata gestita con la stessa efficacia”.